Il tesoro perduto di Mosca
-Capitolo 93-
Muffa e freddo
<signorina Golubev si è coperta abbastanza?>
Masha sbuffando disse girandosi <Si! È già la terza volta che me lo chiedi Adrian>
Adrian guardandola intensamente disse <però è sempre stata lei che coprendosi poco è stata male per più di due settimane>
Masha sorpresa si girò completamente e chiese <che c'è? Vuoi mettere il coltello nella piaga? Ma dico io!> esclamò quest'ultima quasi offesa e continuò a camminare.
Ora che aveva Adrian accanto a sé era più tranquilla, lui sapeva picchiare bene la gente quindi non si sarebbe dovuto preoccupare di nulla.
Continuarono a camminare nel silenzio e Masha un po' a disagio chiese girandosi lentamente <n-non ti avrò offeso vero Adrian?>
L'uomo con i suoi soliti occhi inespressivi disse <mi offende di più il fatto che le ho dato un bacio ma lei non sembra essere per nulla scossa>
Masha spalancò gli occhio, e perché doveva essere scossa?
Se mai era rimasta sorpresa e guardando dritto in faccia Adrian disse <se vuoi delle lezioni per far rimanere "scosse" le future donne che bacerai posso darti delle lezioni sai Adrian, non è la prima volta che qualcuno mi chiede dei consigli su come baciare bene la gente->
Si zittì subito vedendo la faccia che aveva fatto Adrian e girandosi disse <si si comunque sono rimasta scossa dal tuo bacio Adrian, non hai per nulla bisogno di lezioni tranquillo ora andiamo!>
E senza più voltarsi si addentrarono ancora di più nella villa.
Ad un certo punto fece strada l'uomo dato che aveva studiato la cartina della villa, l'unico problema era capire quale era la cantina che citava il biglietto...
Avevano già controllato tre cantine, ma non sembrava esserci nulla di sospetto, l'unica cosa di cui si stava preoccupando Adrian era la salute della donna, quando iniziavano a scendere le scale impallidiva e doveva reggersi sempre allo scorrimano per farsi forza.
<sicura di non voler andare alla villa signorina Golubev?>
<si Adrian, prima troviamo questa cantina e prima potremo andarcene> sussurrò stremata Masha.
Non le piaceva proprio scendere così in profondità di una casa, le ricordava troppo la cantina del padre di Iliodor...
<AH!>
Glenda si mise seduta tremante, faceva degli incubi ma se li dimenticava subito, l'unica cosa che rimaneva era il terrore nel suo corpo!
Le scesero subito delle lacrime, sarebbe mai stata libera?
Si abbracciò a sé e sdraiandosi accarezzando quella coperta morbida color sabbia bagnata cercò di chiudere gli occhi.
Li riaprì, le altre volte bastava per calmarsi, ma questa volta non ce la faceva!
Si alzò dal letto, con tutti gli sforzi del dottor Turgenev e dei suoi colleghi l'avevano rimodellata facendola tornare semi normale, ma la mente era ancora bloccata!
Si affacciò dalla finestra della sua stanza e stringendo le mani vide la grande villa, sarebbe mai stata in grado di guardare negli occhi Iliodor senza mettersi quasi a piangere?
Si toccò la fronte e sentì i timidi capelli che in quei mesi avevano iniziato a ricoprire il capo di Glenda.
E se Iliodor era come il padre?
Glenda si mise una mano davanti alla bocca, e se stavano fingendo di curarla per poi rimetterla in quelle cantine?
I corpi delle sue compagne erano ancora lì?
Rabbrividì ma ormai non poteva pensare ad altro.
Vide le luci fioche che provenivano dalla villa e respirando affannosamente per calmarsi si mise addosso una giacca dato che c'era la neve fuori e facendo piano entrò in quella villa...
Non aveva avuto l'occasione di vederla per intero, e non sapeva nemmeno se ne aveva voglia, ma sapeva la strada da percorrere per arrivare alla sua meta.
Passo dopo passo, piano piano, con calma e timore si trovò davanti a quella porta.
Il cuore le batté forte, e se quell'uomo era lì sotto ad aspettarla per dedicargli un altro dei suoi spettacoli macabri?
Strinse i denti e cercò di non piangere, ma se voleva sapere doveva sforzarsi!
Doveva capire che intenzioni avessero il figlio del suo carnefice e il dottore, non era normale che la trattassero in quel modo, non sarebbe stato meglio ucciderla per insabbiare il tutto?
Perché si stavano sforzando così tanto per aiutarla?
Strinse il pomello della porta e aprendolo sentì un vento freddo... come poteva provenire del vento da li sotto?
Era forse impazzita del tutto?
Scese le scale, poi a metà rampa si fermò, chi glielo faceva fare di scendere di nuovo in quelle cantine maledette?
Respirò a bocca aperta e gli occhi erano spalancati per cercare di capire il da farsi!
Un passo dopo l'altro, e man mano che scendeva sentiva sempre più freddo.
Si trovò davanti a quella porta di ferro, quella che l'aveva divisa dal mondo per molto tempo, eppure alla fine da quanto aveva capito era rimasta lì sotto si e no due o tre mesi...
Respirò profondamente e la aprì.
Sentì odore di muffa, non quell'odore nauseante che l'aveva accolta la prima volta...
Vide il corridoio dove c'erano tutte le celle e tremante Glenda fece un passo in più, per vedere quella stanza della morte.
Aveva aperto così tante porte, perché quella non poteva aprirla?
Perché sentiva le urla delle ragazze che erano state scelte? Perché sentiva di nuovo quell'odore tremendo?
Sentì le vertigini e vedendo tutto sfocato spalancò la porta per vedere chi c'era dall'altra parte!
Si ammutolì, vide quella sedia dove era sempre seduta lei, e poi vide quell'uomo che si vestiva sempre di bianco.
Gli fece un dolce sorriso e disse <piccola Glenda di aspettavo... pronta per divertirti con me?>
La ragazzina scappò via in preda dal panico più assoluto, non le interessava se faceva rumore o avrebbe potuto far preoccupare qualcuno.
La volevano di certo morta! Avevano mentito! Il padre di Iliodor era ancora vivo e le sorrideva come al solito!
Da li Glenda non tornò mai più in quella villa, e quella stanza fredda e piena di muffa era pulita e candida, come se nulla ci fosse mai stato lì, come se quell'uomo non fosse mai esistito, ma dopotutto ormai era morto e si cercava di girare pagina.
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Il tesoro perduto di Mosca
Romantik꧁𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂 ꧂ 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒊𝒏𝒖𝒂 𝒏𝒆𝒍 𝒔𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 "𝐂𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐧𝐚 𝒅𝒊 𝑴𝒐𝒔𝒄𝒂" 𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 è 𝐢𝐥 𝐬𝒆𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 "𝑷𝒖𝒕𝒕𝒂𝒏𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒐𝒔𝒂 𝒅𝒊 𝑴𝒐𝒔𝒄𝒂" Perciò andate a leggere quello prima...