Capitolo 5

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Comunque, tornando a noi, mi lasciò la prima mossa. Iniziai cercando di capire l’altezza del ragazzo e gli diedi quasi un 1,80 di altezza anche perché con tutti i tacchi che avevo e c’era ancora una piccola differenza da lui…non potevo sbagliarmi.

Lui mi disse che ero stata brava, ma che lui avrebbe giocato un’altra carta… quella dell’altezza non valeva con me dato che avevo i tacchi…così iniziò dalle mie guance o più che altro penso iniziò dalla mia pelle del viso...perché disse che era liscia e morbida.

Toccò di nuovo a me e così iniziai anche io a sfiorargli i lineamenti del viso...erano così scolpiti che rimasi stupita, ma non mi espressi oltre...

Lui a questo punto mi sfiorò con le mani il naso, facendo quest’esclamazione…” però, nasino alla francese eh?”

Poi toccò di nuovo a me e scelsi di sfiorargli le labbra chiedendogli il permesso…erano così carnose e ben definite che alla fine dissi...”io lo so chi sei…sei Paperino!!” (battuta orrenda lo so, ma in quel momento mi venne solo quello in mente)

E lui esclamò in una risata assurda “AHAAHAHAHAHAHAH” (forse era più una risata ironica, ma andiamo avanti)

Poi toccò di nuovo a lui e decise di toccare le mie mani dicendo che erano belle affusolate come quelle di una pianista.

La cosa strana e che anche io avrei voluto toccargli le mani dopo e infatti gli dissi che era un copione con annessa risata e un palese e ironico “Non è vero”. Al mio turno quindi gli presi anche io le mani. Erano mani da uomo, belle, grandi…e mentre fantasticavo su di esse, ad una certa mi sentii tirare verso di lui e le sue braccia (stranamente possenti e muscolose) mi strinsero a sé. È stato provocante e allo stesso tempo eccitante...peccato non sapere chi ci fosse dietro la benda.

Però cercai di vivermi il momento e cercai di non rovinarlo…mi batteva forte il cuore, ma anche il suo batteva fortissimo. Pur non conoscendoci eravamo corpo a corpo, con i cuori allo stesso ritmo ed un silenzio imbarazzante e i respiri sempre più veloci. Sentivo il suo respiro sulla mia pelle e il suo profumo mi stava inebriando la testa.

Non vedevo niente, ma ad un certo punto lui disse “Indossi un buon profumo” (telepatia? Stavo pensando la stessa cosa… ma non dissi nulla in merito)

Anzi, io ero letteralmente in panico e, dopo essermi ripresa, me ne sono uscita dicendo…”il tuo cuore sta correndo più veloce di una Ferrari”.

Dopo quelle parole, ma senza lasciarmi, mi disse “Noooo, quindi hai già capito chi sono!!”

Nella mia testa ho iniziato a fare 2+2, una serie di calcoli infiniti...i lineamenti, l’accento, l’altezza, PARIGI!!!

Poteva essere lui, ma non ci credevo…ti pare che io potessi incontrare Charles in una sala dismessa? Ma poi, proprio io? Ma figurati... così la presi a scherzo “Ahahah si certo, sei Charles Leclerc e io sono la principessa di Monaco” dissi in tono scherzoso e ridendo.

Dopo un po’ e con tono più sicuro, disse “ok, se la metti così, allora…se vinco io, mi offri da bere, se vinci tu, ti offro da bere io”. Così accettai, convinta di vincere. “Ci sto!” dissi

“Vai, al mio tre togliamo le bende” replicò

Mi lasciò andare dalle sue braccia..e al suo TRE, si tolse la maglietta dagli occhi e si mise a ridere perché io non riuscivo a togliermi la sciarpa di piume. Mi aiutò e quando aprii gli occhi lo vidi. Era lui. Era veramente lui. Probabilmente ero morta ed ero finita in paradiso perché non potevo credere ai miei occhi. O forse era solo un ragazzo che gli assomigliava perché senza nessuna luce era un po’ troppo affrettato dire che fosse proprio Charles.

Mi teneva la testa con le sue mani e i suoi occhi guardavano me e le nostre punte del naso si sfioravano. Mi sentivo da svenire, ma mi limitai solo a sorridergli nell’attesa di capirci qualcosa in più.

- “Piacere Charles” disse dandomi la mano

Era lui!!! OMG...il mio cuore stava per esplodere ma cercai di tornare alla realtà…probabilmente era una pura coincidenza e io ero giunta a conclusioni troppo affrettate. Eravamo a Parigi…e il nome Charles era molto comune per cui era ancora troppo presto per affermare con certezza che fosse lui. Così mi tranquillizzai per un nano secondo e dissi:

- “Piacere Silvia” risposi un po’ intimidita, porgendogli la mia.

- “Ciao Silvia, finalmente ci siamo presentati, che bello!”

Ci tenemmo la mano stretta senza sapere cosa dire, ma continuavamo a dondolarla come due scemi...

Più ci pensavo e più tutto portava al fatto che lui era Charles Leclerc. La sua voce in effetti mi era familiare, il suo viso… effettivamente non poteva essere altro che lui. Dovevo rimanere calma e cercare di non rovinare tutto.

Di fatto io ero totalmente paralizzata…nessuna luce accesa ancora eppure lui era lì…era lui, in carne ed ossa e stavo rischiando di avere un infarto a breve.

“.. Ho vinto la scommessa mi dispiace” disse lui “ti tocca offrirmi da bere sorry!”

“così non vale però!” dissi io... “tu sapevi già che avresti vinto, non è stato un gioco ad armi pari, ammettilo”

“si si hai ragione, ma ho vinto, non puoi negarlo”

Rideva e, nonostante l’assenza di luce, riuscivo a vedere il suo sorriso, molto ma molto più bello dal vivo. Era così incantevole che credo mi fossi un attimo incantata sulle sue fossette prima di rispondergli: “ok, non mi tiro indietro…ma bevi quanto dico io però, se sono io ad offriti da bere.. queste sono le mie condizioni”

“ok, nessun problema baby”

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