Dopo tre giorni ti alzi una mattina e ti guardi allo specchio contando i lividi, una dozzina tra braccia e gambe, e non solo quelli sul corpo, ma anche i graffi che ti porti nel cuore e quelli, seppure invisibili, fan più male di quelli veri. Ti domandi cosa è successo e cerchi di capire cosa hai sbagliato, cerchi di capire il perché di una cosa del genere e scopri che forse un perché non c'è: paura, irrazionalità, un asfalto schifoso, una reazione esagerata... non sai ancora bene cosa sia stato a salvarvi, ma sai che siete a casa sani e salvi e pensi che sia l'unica cosa importante.
Richiudi gli occhi e inevitabilmente rivedi tutta la scena: quell'unico istante in cui abbassi lo sguardo per indicare qualcosa, rialzi gli occhi e ti vedi il new jersey troppo vicino, terribilmente vicino, sotto le ruote senti il brecciolino che si deposita al bordo della carreggiata e nella tua testa passa il pensiero che a quella velocità, intorno ai cento, niente di ché ma comunque troppo per lasciar passare tempo prima di reagire, gli finisci sopra in un attimo e sterzi troppo bruscamente, troppo velocemente, troppo istintivamente e in un attimo non sei più tu a governare l'auto ma lei che fa quel che vuole.
Senti che scoda e ti ritrovi davanti il guard rail che ti protegge dallo strapiombo nel vuoto del viadotto e provi a controsterzare, ma ormai l'hai persa... senti l'impatto del muso contro il new jersey che separa le carreggiate, la macchina che gli struscia addosso e si alza, una sorta di rampa di lancio e ricade in un istante su un fianco, mentre ti volti verso tuo marito e i tuoi figli in attesta di veder scoppiare i vetri, che stranamente non esplodono, senti l'auto che tenta di girarsi sotto sopra e poi torna indietro fermandosi sulla fiancata del passeggero. Le urla e i pianti dei bambini, tuo figlio che ti guarda spaventato perché non ha capito per quale strana ragione lo hai fatto sbattere con violenza allo sportello, avrà forse pensato: "Stavo dormendo non ho fatto niente di male per esser punito".
Tuo marito si sgancia in un istante la cinta, tanto velocemente che neanche sei sicura che la portasse, tu che rimani appesa a quella cinta maledetta che non vuole sganciarsi e vedi i liquidi della macchina uscire dal motore e scorrere sotto il finestrino del passeggero, non sai cosa sia: non sai se è acqua, benzina, olio o un mix dei tre... sai solo che scorre e la macchina fa fumo... pensi al bombolone del gas... c'era ancora gas dentro e ti guardi i tuoi figli legati ai seggiolini come sei legata tu e non sai che pensare e sale la paura perché non riesci a sganciarti.
Tuo marito a forza apre il tuo sportello, che dapprima sembrava incastrato, e riesce a uscire, lo sportello si richiude mentre lo vedi provare a fermare un camion che neanche rallenta e allora torni a insistere contro la chiusura della cinta che finalmente si sgancia. Metti i piedi sul finestrino e tenti con l'aiuto di tuo marito da fuori di riaprire lo sportello e bloccarlo tutto aperto... quello dietro non si apre, ti giri verso i tuoi figli e decidi che non puoi aspettare oltre... prendi la prima, sta in mezzo è più facile sganciarla, e gliela passi, lui che ti guarda non sapendo dove metterla perché è scalza e la macchina è nel mezzo della corsia di sorpasso e non hai la più pallida idea di come andrà finire, ma non ci pensi... gli urli di metterla giù e sganci il secondo e quando lo metti fuori ti accorgi che grazie a Dio qualche camionista si è fermato con i camion bloccando il traffico ed è venuto in vostro soccorso, prendono il bambino e tu vai a recuperare l'ultimo dei tre, quello che ha urtato contro lo sportello, con la paura che possa essere tagliato in viso e invece è scosso ma sta bene. Lo tiri fuori, lo dai a qualcuno e poi ti guardi in giro cercando di capire che caspita hai combinato e che altro devi prendere: la borsa, sì perché ti serviranno i documenti, i telefoni, e afferri tutto quello che puoi, che vedi a portata di mano, e lo sbatti dentro la borsa con rapidità e la dai ad un signore che ti guarda come se fossi una pazza che anziché uscire salva la borsa... non sei una pazza sei solo pragmatica, lo sei sempre stata nei momenti in cui serviva.
Tuo marito perentorio ti dice di uscire... e tu per un istante non vorresti farlo, ti chiedi come... poi lo guardi e decidi che non puoi rimanere lì... metti a rischio anche lui... fai leva sulle braccia e ti tiri fuori, non sai neanche bene come, perché la macchina è larga quasi quanto sei alta tu... esce solo la tua testa e le spalle dallo sportello... ma un istante dopo sei fuori e raggiungi i bambini... girandoti guardi l'auto e ancora non capisci come sia accaduto, ma soprattutto come ne siate usciti tutti illesi.
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L'incidente... perché la vita è un attimo...
Short StoryCronaca di un incidente, perché ciò che più amiamo un attimo prima è con noi e un attimo dopo potrebbe non esserci più.