CAPITOLO 15

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Erano le undici meno venti.
Controvoglia, mi alzai dal divano, che aveva ospitato il mio culetto tutto il pomeriggio, e andai a cercare qualcosa da mettere per quel bastardo. Ovviamente non avrei messo nulla di speciale, l'unica cosa che volevo era riavere mia madre. Purtroppo per riaverla indietro avrei dovuto accontentarlo... Avevo già avuto a che fare con lui, okay, devo ammettere che non era male a letto, ma il suo comportamento da duro e quell'aria da superiore che lo accompagnava in ogni momento della sua vita mi dava sui nervi.
Dopo svariati minuti davanti al mio armadio cercando qualcosa di normale da mettere, optai per dei jeans neri e una camicia a quadretti blu e nera. Raccolsi i capelli in una coda e, dopo aver preso la mia dolce pistola, uscii di casa.
Dopo dieci minuti, arrivai dove Tony mi aveva detto di presentarmi. Ci vollero pochi secondi prima che una Porsche Cayenne nera mi si piazzò davanti. "Guarda un po' chi si rivede!" Esclamò ironico Mr. Il mio ego é grande come la casa bianca.
"Lei dov'è?" Cercai di mantenere la calma.
"Ora sarà già a casa." Sorrise maliziosamente avvicinandosi a me.
"Come faccio a sapere che non stai mentendo?" Feci un passo indietro quando lui allungò la mano per cingermi la vita.
"Puoi chiamarla." Disse indicando la tasca dei miei pantaloni dove c'era il mio telefono.
Esitante presi il telefono, e velocemente digitai il numero di mia madre.
Mentre ansiosa battevo insistentemente il piede a terra, restai in attesa.

Un bip.

Due bip.

Tre b-
"Pronto, Shade!" Gridò dall'altra parte del telefono.
Tirai un lungo sospiro di sollievo. "Hey ma' dove sei?"
"Sono a casa. Tu dove sei?!" Disse ancora turbata e agitata.
"Mamma sto bene. Non preoccuparti, torno più tardi, ma ora riposati, okay?"
"O-okay." Rispose singhiozzando.
Senza dire altro chiusi la telefonata.
"Beh?" Domandò guardandomi come per dire: 'visto?'
"Sei un bastardo." Digrignai a denti stretti.
"Già, e pensa che proprio questo bastardo ti sta per avere." Sorrise maliziosamente attirandomi a se, in modo da far sfiorare i nostri nasi.
"Finalmente mia!" Trionfò glorioso.
"Solo per una notte." Precisai.
"Allora andiamo. Non voglio sprecare neanche un secondo di più!" Affermò trascinandomi in macchina.

***

Qualche minuto dopo arrivammo a casa sua.
"Vieni." Sorrise soddisfatto tendendomi la mano. Alzai gli occhi al cielo e la afferrai.
Capii che andava subito diretto in camera sua, quando iniziò a trascinarmi al piano di sopra. Entrammo nella seconda porta a destra e, spingendomi verso il letto, mi lasciò la mano per chiudere la porta.
Si girò, si tolse l'orologio e la collana e venne verso di me, sempre con quel fottuto sorriso stampato in faccia.
Si leccò le labbra squadrandomi dall'alto al basso prima di prendere il primo bottone della camicia e sbottonarlo, per poi passare a quello dopo e a quello dopo ancora. Quando finì di aprire la camicia, si fiondò sul mio collo, baciandolo e mordendolo, fino ad arrivare alla mia spalla, togliendo definitivamente la camicia. Mi sipinse delicatamente sul letto e si mise a cavalcioni su di me. Mentre lui era ancora intento a "marchiarmi" il collo, gli tolsi la maglietta.
Mmh, era meglio di quanto ricordassi...
Con le mani iniziò a scendere fino ad arrivare al bottone dei miei jeans, ma...

SI! C'É UN MA!

...qualcuno bussò alla porta.
Tirai un lungo sospiro di sollievo mentre Anthony smise di baciarmi il collo. "Chi é?!" Gridò con tono rabbioso.
"Hey fratello, hai visite." Disse l'altro ragazzo fuori dalla porta.
"Beh?! Chiunque sia può aspettare!" Sbottò irritato.
"Emh, loro no." Rispose ancora il ragazzo.
Tony alzò gli occhi al cielo e dopo avermi lasciato un bacio sulle labbra, mi riallacciò i pantaloni. "Non abbiamo ancora finito." Sussurrò mordendomi il labbro inferiore. "E, non provare a scappare. Sai quali sarebbero le conseguenze..." Disse mimando una pistola puntata sulla mia tempia.
Annuii.
Si alzò dal letto e mi tese la mano. La afferrai e mi tirai su in piedi.
"Metti questa." Sussurrò avvicinandosi a me e lasciandomi in mano una sua maglietta.
"Mh, mh." Annuii e mi infilai la maglietta.
"Vieni." Mi prese il polso e mi trascinò fuori dalla camera e poi giù per le scale.
Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo.

CAZZO!

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora