48; AMARE, SENZA FARCI MALE

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ALISON

Oggi i ragazzi avevo una corsa da fare, che temo si sia già conclusa da un pezzo e adesso si troveranno tutti al Boars Nest a festeggiare.
No, non ho assistito alla corsa a fare il tifo per i Duke cosa che volevo fare, ma ho approfittato di della corsa di oggi momento per sfuggire alle continue pressioni di Bo per andare a Capitol City.
Ho ricevuto una chiamata di Simon questa mattina quando i ragazzi già erano usciti e mi ha informata che era lì, io ho pensato di raggiungerlo per distrarmi un pò.
È vero che è stato il mio ex, ma sentivo il bisogno di parlare con lui per essere sicura che tra noi è tutto finito.
Si da parte mia ero convinta che io con lui avevo chiuso, al contrario lui nutriva ancora speranza di potersi riavvicinare a me e io li ho messo tutto in chiaro.

Adesso sto rientrando alla fattoria, dove vedo il Generale fuori al cortile, vuol dire che uno dei ragazzi è tornato, io sperando che non sia lui perché non voglio vederlo per ora appena torno dall'incontro con Simon. Non riuscirei a resistere.
Ma la fortuna non mi assiste, perché proprio mentre varco la soglia della cucina ecco la sua figura che compare nella mia visuale come un fulmine a ciel sereno. Vestito sempre allo stesso modo, i capelli un po in disordine e sembra molto irritato.
Non posso reggere un litigio con lui, non ora.

<<Sei sola?>>
<<Si, perché che diavolo..>>
<<dove sei sparita tutta la mattina? Nessuno di noi sapeva nulla di te.>>
<<Non pensavo ti eri accorto della mia assenza>>rispondo seccata.
<<So benissimo a che ora sei uscita, non fare così con me..non attacca.>>
Si avvicina, io faccio per allontanarmi, appoggio la borsa sul divano e tolgo le scarpe.
<<Non devo preoccuparti per me, so badare a me stessa.>>

<<Speravo di vederti alla corsa, ma evidentemente hai voluto passare la mattina lontana da me. Ho capito che sei uscita con un altro ragazzo, ti confesso che è diventato difficile pensare che sei con un'altro che non sono io.>>
Un'attimo rimango interdetta dalle sue parole.
<<È solo Simon.>>mormoro stando sempre attenta a dargli le spalle.
Percepisco la sua presenza dietro di me, così vicino che sento il suo calore.
Il suo petto sfiora la mia schiena e io chiudo gli occhi.
<<Ti ha fatto qualcosa che non volevi?>>la sua voce adesso è un sussurro, così fretto che mi gela.

<<No, certo che no.>>
<<Allora perché stai per piangere?>>
Dopo questo, le lacrime prendono a scorrere prima che io possa inghiottirle, faccio per andare in camera ma le mano di Bo afferrano le mie spalle come in una morsa.
<<Non è successo niente.>>,
<<Alison, nessuno può farti del male senza che io lo venga a sapere. Se ti ha fatto qualcosa, dimmelo.>>
Le sue dita fremono, sta contenendo la rabbia.
<<Non ha fatto nulla, altrimenti te lo avrei detto.>>

<<Allora perché stai così?>>
Lo so che vuole delle spiegazioni e continuerà ad insistere finché non gli dirò tutto.
<<Lasciami andare.>>
<<No, non finché non mi dici perché piangi.>>la sua voce adesso è calma, e la cosa invece di rassicurarmi..aumenta i singhiozzi senza che io riesca a soffocarli.
Mi afferra il viso e cerca di farmi voltare, io con una mossa mi divincolo dalla presa e faccio per arrivare in camera. Quando mi trovo davanti alla porta chiusa la sua voce mi richiama a metà tra la cucina e il salotto.

<<Alison, qual'è il problema?>>
Qualcosa esplode dentro di me, non resisto.
<<Ho provato a dimenticarti, ci ho provato. Va bene?>>urlo.
<<ho raggiunto Simon a Capitol City e ho cercato di distrarmi, speravo che non stare qui in paese la cosa mi avrebbe aiutato, ma non è successo. Ho cercato di non pensarci, ma ci penso. Ti penso. Ecco.>>
Bo si morde il labbro inferiore, mi lancia uno sguardo disperato. Sospira, si passa una mano in viso.
<<Dio Alison, io non...>>
<<È così, volevi saperlo. L'ho detto, ma tanto tu già sapevi..no? Ormai non conta, tanto tu mi vedi come una ragazzina..mi disprezzi.>>un singhiozzo riempie le pareti della casa dopo l'ultima parola.

<<Sei convinta che ti disprezzo?>>La sua voce si abbassa, per un attimo penso di essermelo immaginato.
<<l'hai dimostrato più volte, se non è quello allora cosa?>>
<<davvero non lo sai?>>
<<Bo..perché continuare a girarci intorno? Da quanto andiamo avanti a discutere senza concludere niente? Ho bisogno di saperlo.>>

Accade tutto in un istante. A passo svelto si avvicina a me, mi stringe la vita. Una mano si insinua tra i miei capelli, attirandomi a sé.
<<La stessa cosa che senti tu.>>sussurra un'attimo prima che le sue labbra invadono le mie. Mi bacia con trasporto.
Chiudo gli occhi mi lascio invadere dalle sue labbra, completamente fuori di me. Mi bacia, dio solo sa quanto aspettavo questo. Gli stringo le braccia al collo mentre lui mi mordicchia il labbro inferiore, mentre fa scivolare le mani sulle natiche e con un balzo avvolgo le gambe alla sua vita.
Non smette mai di baciarmi, mentre entra nella stanza mi distende sul letto lui sopra di me. La sua lingua cerca la mia, mi porta a stringere i fianchi e ricambio il bacio con la stessa foga.

<<Alison, dimmi di fermarmi. Dimmelo.>>
So bene quanto tutto questo sia sbagliato, in questo momento ma l'ultima cosa che voglio adesso è fermarlo. Sappiamo entrambi quando ci siamo fatti male a vicenda e ora sembrano essere stati invasi da un'uragano di sentimenti infuocati, non voglio che questo finisca adesso.

Qualcosa all'istante sembra precipitare, Bo si blocca e fa un balzo all'indietro, ci stacchiamo l'uno dall'altra.
<<Dio mio, che diavolo stavo per farti. Alison mi mandi fuori di testa.>>geme disperato.
Indietreggia verso la porta ancora stravolto.
<<Perché? Che ho fatto?>>parlo confusa
<<Non possiamo Alison, non adesso. Non così!>>
<<Lo so.>>Tutto quello che riesco a dire, mentre cerco di nascondere la mia delusione.

Lo guardo e capisco che si sta torturando, l'attimo è finito, si è spezzato.
Non posso fare nulla.
Non si torna indietro.


Non oltre il confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora