"Look Cathrine a shooting star, did u wish?"
"No, i didn't have time."
"And there is something you wish for?"
"Yes"
"What did u wish?"
"I was wishing we were two other people, people who need not to say goodbye."
-Dangerously yoursPov Childe
Camminavo per i corridoi di quel palazzo di cui non avevo sentito la mancanza neppure per un secondo.
Tenevo la sciarpa attorno al collo stretta, come fosse un cappio.
Varcai la soglia di quella stanza così buia e angusta in cui speravo di non rimettere mai più piede.
«Tartaglia...»
Pulcinella richiamò la mia attenzione, aveva sempre avuto un occhio di riguardo per me ma ormai era mio nemico, tutti mi erano nemici e mi sarei lasciato quel passato alle spalle.
«Pulcinella, che dispiacere vedervi ancora tutti vivi, o quasi.»
I Fatui avevano perso ormai quattro membri: Me, La Signora, Dottore e The Balladeer.
«Dillo al tuo amico, ha fatto fuori Dottore...»
Arlecchino mi stava rivolgendo uno sguardo sprezzante mentre Colombina rideva con fare inquietante.
«Che sei venuto a fare qui?»
«Lascio i Fatui, per sempre.»
«Ah davvero?»
Arlecchino si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le si dipinse in volto un ghigno.
«Sul serio, non voglio più avere nulla a che fare con voi, l'avete uccisa.»
«Uccisa? Ma cosa vai farneticando?»
«Se non è morta, dov'è?»
Colombina schioccò le dita e tra le pareti risuonarono alcuni dei suoi vocalizzi.
«Sandrone, a te l'onore.»
Sandrone venne lasciata dalla sua marionetta che si apprestò a prendere qualcos'altro, anzi qualcuno.
«Lumine!»
Non potevo crederci, era lì, in carne ed ossa davanti a me.
I capelli ambrati leggermente cresciuti e uno dei vestiti di Colombina addosso.
Sembrava quasi, una di loro.
«Frena Childe, non te la daremo così facilmente.»
«Che cosa volete?»
«Portaci la testa, di colui che ha ucciso Dottore.»
Scossi il capo, per quanto rivolessi la mia Lumine, Dain era stato la chiave del mio piano e non l'avrei tradito.
«Non lo farò.»
«Allora portaci un corpo, dove far rinascere la Tsaritsa.»
Uccidere una persona e trasportarne il cadavere fino al palazzo dei Fatui.
Potevo farcela, avevo ucciso tante persone, ne sarei stato in grado.
Finalmente Marionette lasciò andare Lumine, era splendida e nonostante il pericolo non riuscivo a smettere di fantasticare e pensare al momento in cui l'avrei baciata di nuovo.
Corse verso di me, sentii echeggiare il rumore dei suoi passi sul pavimento lucido.
«Va' e portaci un fottuto cadavere, hai tempo fino a domani.»
«Ah e ricorda, deve essere una donna, possibilmente affascinante come lo era lei.»
Sentì Pierro sbuffare, quell'uomo non aveva mai smesso di rincorrere la Tsaritsa.
Finalmente Lumine riuscì ad arrivare da me e l'accolsi tra le braccia.
La presi a mo' di sposa e la portai via da quella stanza da brividi.
«Non posso credere che tu sia viva.»
«Ho atteso il giorno in cui saresti venuto a salvarmi, mio Principe.»
Le posai l'indice sulle labbra, «Questo appellativo non mi appartiene più, chiamami col mio nome.»
Rimase in silenzio, «Lumine, il mio nome, Ajax.»
«Oh, giusto, Ajax...»
«È tutto a posto?»
«Certo, sono solo molto stanca.»
Sorrisi, «Non vedo l'ora di portarti da lei.»
«Lei chi?»
«La tua migliore amica, è venuta qui insieme a me e Dain.»
«Dain, quello di Kaenri-ah?»
Ero confuso, sembrava aver perso delle memorie fondamentali.
«Sei sicura di star bene? Dain di Kaenria-ah e la tua migliore amica: Amber.»
«Certo Amber, non vedo l'ora di rivederla, dev'essere stata in pensiero per me.»
«Certo, ma mi ha mostrato la strada da percorrere, sono un cavaliere come lei adesso, ho fatto ciò che mi avevi chiesto.»
Lei mi sorrise e mi carezzò una guancia, avvicinò le sue labbra alle mie e mi stampò un bacio.
Stavo baciando la mia Lumine, la stessa che pensavo fosse morta.Intanto a Sumeru.
Pov AlhaitamAvevo quasi evitato Nilou, non perché non volessi vederla ma perché mentirle mi lasciava una morsa allo stomaco non indifferente.
Mi ero concentrato sul lavoro, e ripensato più volte a quello che avevo fatto: tradire Nilou.
Era stato un tradimento bello e buono, niente avrebbe potuto giustificare le mie azioni.
Mi trovavo di fronte ad un bivio, una scelta che avrebbe condizionato il mio intero futuro.
Potevo accettare di provare qualcosa per Kaveh o continuare a rinnegarlo e rimanere con Nilou.
Da quando Kaveh mi aveva detto che si era accorta del mio "problema" mi ero sentito ancora più in colpa.
Stavo facendo soffrire troppe persone, tra cui anche me stesso.
Mi alzai dalla mia postazione e mi diressi in cucina, dove avvenivano tutti i nostri incontri 'casuali', per modo di dire perché non erano mai casuali.
Sapevo dove trovare lui e lui sapeva dove trovare me.
Gli avevo dato la conferma di cui necessitava, con quel bacio, avevo sancito il nostro rapporto perverso.
«Tutto bene? Ti sei fermato in mezzo alla stanza.»
«Riflettevo su delle cose.»
Volevo rimanere sul vago, non gli avrei mai detto che stavo riflettendo su di lui.
«Sul modo più gentile per lasciare Nilou?»
Sospirai, «Ti ho mai detto che l'avrei lasciata?»
«Implicitamente.»
«Che vuol dire implicitamente?»
Kaveh rise, «Non me l'hai detto ma mi hai baciato, credevo fosse un buon inizio.»
Mi portai una mano tra i capelli e li scompigliai leggermente come se potesse aiutarmi a sgomberare la mente da tutti quei pensieri molesti e variegati.
«Pessimo inizio.»
Si avvicinò a me che intanto mi ero seduto sul bancone della cucina.
Si fece spazio tra le mie gambe e si avvicinò a me, come faceva sempre.
«Sono serio stavolta, senza scherzi.»
Io annuì e continuai a guardarlo.
«Non spezzarmi il cuore, ti prego.»
La storia di Kaveh era tormentata, non aveva mai vissuto sereno e gli incubi del suo passato continuavano a tormentarlo, questo io lo sapevo bene.
Non volevo dargli l'ennesima delusione ma che uomo sarei diventato se avessi infranto la promessa fatta ai genitori di Nilou.
«Non voglio spezzarti il cuore, non l'ho mai voluto.»
«Allora dille qualcosa, qualunque cosa, voglio poterti rivendicare come mio.»
Mi venne spontaneo portargli una mano dietro la schiena.
«Kaveh io non voglio farti del male, sul serio ma non può continuare così.»
Vidi i suoi occhi bagnarsi leggermente così chiuse le palpebre per qualche secondo.
«Sì che può continuare, tu vuoi continuare.»
Diamine se volevo continuasse, avrei dato in cambio qualsiasi cosa per trovarmi in una situazione diversa.
«Anche tu vuoi bene a Nilou, sai cosa significa per lei.»
«Ed è proprio perché le voglio bene che ti incito a mettere fine a questa farsa.»
Aveva ragione, sapevo di essere nel torto e me ne vergognavo.
Stavo lottando contro me stesso per far uscire dal mio corpo il desiderio di baciarlo, di essere suo come voleva che fossi.
«Scusami, mi dispiace.»
Potevo solo scusarmi, aveva lasciato andare per un attimo il suo fare scherzoso e provocante ed era tornato il Kaveh di una volta, quello spaventato, quello che mi faceva stare in pena per lui.
La mia mano risalì fino al suo capo e gli accarezzai i capelli biondi.
«Non devi scusarti, ho scelto io di innamorarmi di te.»
Ormai era una dichiarazione bella e buona, mi stava dicendo che mi amava, mi amava ed io non riuscivo ad accettarlo.
«Sei stato stupido, avresti potuto scegliere di meglio.»
Gli sollevai il mento con due dita e gli rivolsi un leggero sorriso, vederlo piangere e nascondersi da me mi uccideva.
«Già.»
Lo guardai per qualche secondo prima di appoggiare le mie labbra sulle sue.
Ero davvero fottuto.
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It's Valentine's Again|| Genshin Impact
Fanficsequel di: Valentines's Letters È passato un anno dallo scorso Sanvalentino e le altre nazioni impressionate dall'iniziativa di Amber hanno deciso di replicare. A Sumeru, Nilou non sta più nella pelle all'idea di passare la festa di Sanvalentino con...