«Regina! È una vita che non ci vediamo!» David la accolse con un sorriso luminoso.
Regina si sforzò di sorridergli.
«Per fortuna sei in servizio.» Alzò le mani. «Lo so, sono una pessima amica, e ancora di più perché devo chiederti un enorme favore.»
Il poliziotto assunse un'espressione preoccupata.
«Va tutto bene?»
«Non proprio. Conosci il detective Rogers? Sai se ha portato qui un bambino?»
La fronte di David si increspò.
«Rogers è in ferie da una settimana.»
Regina strinse i pugni e si costrinse a respirare.
«Stanotte ha preso un'auto di servizio insieme a un suo collega e ha picchiato una giovane senzatetto. Hanno rapito suo figlio.»
David spalancò gli occhi azzurri.
«Cosa?!» La tirò in un ufficio vuoto e chiuse la porta. «Regina, hai prove di quello che dici? Un testimone, una telecamera di sorveglianza...»
«La madre del bambino è in ospedale, non è messa bene. Ma devo trovare suo figlio.»
David serrò i denti.
«Se hai solo la sua parola...»
«Ho assistito personalmente a un uso della forza eccessivo nei suoi confronti, la settimana scorsa.»
«Così va meglio.» David aggirò la scrivania e accese il computer nell'ufficio, digitò rapido sulla tastiera nera. «Mando una pattuglia a casa di Rogers e diramo un'allerta Amber. Ti chiamo se ho novità. Il tuo numero è sempre lo stesso? Devi lasciarmi una deposizione.»
«Sì. Il bambino si chiama Henry, è moro, occhi verdi, avrà circa sette anni. David, conto su di te.»
«Cognome?»
Regina si bloccò. Si rese conto di non averlo mai chiesto a Emma.
«Non lo so. Aspetta.» Afferrò il cellulare e chiamò Mal, che rispose al primo squillo.
«Stai bene? Chiamo l'esercito?»
Le sfuggì un sorriso.
«Sono con David, sto bene. Emma è uscita? Mi serve il suo cognome.»
«Dovrebbe aver finito ora la tac... Parli del diavolo...» Qualche rumore ovattato, voci distanti, poi di nuovo lei. «Swan.»
Ripeté il cognome a David.
«Perfetto, grazie... Come sta?»
«Fisicamente ha un trauma cranico e qualche ematoma.»
«Le hanno fatto il kit stupro?»
«Ancora no. Faccio un po' di pressioni. Hai trovato il figlio di puttana?»
«Non è in servizio da una settimana, ma erano in due, devono essere complici.» Sì girò verso l'uomo. «Non puoi controllare se manca un'auto?»
David sposto il telefono dell'ufficio dall'orecchio coprendo il ricevitore. Non si era accorta che stesse parlando anche lui. «Già fatto, ne manca una. Ho diramato l'allerta.» Poi riprese a parlare fitto e a voce bassa.
«David è sempre il migliore» sorrise. «Devono tenerla in osservazione?»
Lui le sorrise al volo mentre continuava a parlare.
«Almeno fino a domani» disse Mal. «Per il trauma cranico. Le hanno dato un leggero sedativo perché era in iperventilazione.» La sua voce si tinse di compassione. «Ha avuto un attacco di panico» aggiunse a voce più bassa. I suoi passi veloci, una porta che si chiudeva. «Non ho mai visto qualcuno così spaventato.»
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La strada verso casa
FanfictionRegina è un avvocato di successo che lavora nello studio della madre. Emma è una senzatetto che deve lottare ogni giorno per proteggere suo figlio. Il loro incontro è una casualità, lo scontro è inevitabile, gli eventi che ne conseguono totalmente...