二 Ni 2

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"Sei un demone"

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"Sei un demone"

Le sue parole mi ferirono e mi ricordarono ogni giorno, come ogni volta che guardavo il mio riflesso allo specchio e vedevo i miei occhi rosso sangue, che ero un fottuto demone.

Ik mio sguardo si strinse come una
fessura, non sopportando la sua rabbia, e alla mia reazione una folata di vento sollevò tutte le foglie che erano a terra, rami si mossero e i petali caddero, insieme al suo corpo che mi stava raggiungendo, e ignaro della mia esperienza, non aspettai che sferrasse il suo colpo o che provasse a prepararlo, alzai la mia gamba e lo centrai in pieno addome bloccando l'aria che stava muovendo tutto intorno a noi, e scaraventandolo contro l'albero.

Lo sentii tossire, ma lo ignorai mentre si stava rialzando e teneva tra le mani la sua katana, ancora scioccato di come un demone come me, di cui lui, pilastro, non si era reso conto, lo avesse quasi steso al primo colpo.

Mi avvicinai a Tanjiro, e gli sorrisi, perché nei suoi occhi, dal modo in cui mi osservava, c'era speranza, speranza che qualcuno come sua sorella esistesse, che qualcuno potesse aiutare sua sorella.

"Lasciala uscire, il cielo è coperto"

Annuì e posò a terra la cassa di legno in maniera molto delicata, per sbloccare la serratura che teneva chiusa la sorella minore, rivelando il suo corpo rimpicciolito.
Quando uscii, sembrava una bambina di cinque anni, e del ricordo del demone che combatteva contro Akasa non ce ne era neanche l'ombra.

"Un altro demone sotto la nostra dimora Kagoya, sul serio?"

Ignorai le sue parole, continuando a dedicare la mia attenzione alla piccola bambina che in quel momento mi stava abbracciando, senza alcun timore.

"Ichika è stata con noi per secoli, ed è sempre stata accettata Sanemi, ti prego di farlo anche tu"

Sanemi era il suo nome, e dalla sua giacca potei capire che era un pilastro, e visto come padroneggiava l'aria, ero certa quasi al cento per cento che fosse il pilastro del vento.

"Tu..non hai lo stesso odore dei demoni"

La voce di Tanjiro mi riportò a lui, distogliendo la mia attenzione da Sanemi, che nonostante mi volesse morta, volevo fargli capire che non ero affatto un pericolo, per lui e per gli altri.

"Perché come tua sorella, non mi nutro di umani"

Tanjiro accarezzò la testa di Nezuko spostandole leggermente i capelli che le erano caduti sulla fronte.

"Visto Nezuko, lei è come te"

Sorrisi a quelle parole, e rividi per la prima volta dopo la morte di mio fratello maggiore, l'affetto di un parente, un amore puro, che non potrà mai essere equiparato.

***

Il sole era calato, e la luna era ormai alta, ero sdraiata sul prato , rilassata dalla brezza dell'erba bagnata dall'umidità e dai suoni della natura, per la prima volta con il volto scoperto, e senza la divisa da aiutante.

Sanemi's LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora