La Dea dell'amore: The Tsaritsa

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Pov Childe

Guardai Lumine, o quello che era rimasto di lei, stiracchiarsi nel giaciglio in cui aveva riposato, non ero riuscito a prendere sonno, ero stato troppo impegnato a pensare a come comportarsi nei suoi confronti.
"Reggi il gioco", aveva detto Dain, ma ne sarei davvero stato in grado?
«Buongiorno, ti sei svegliato presto?»
«Non ero stanco, piuttosto, come hai dormito?»
«Benissimo, questo materasso è micidiale.»
«Ne sono felice», dissi sorridendo mentre mi chinavo per baciarla.
Dovevo essere normale, trattarla come di regola.
«Oggi mi porterai dai nostri amici?»
«Non saprei, tu cosa preferiresti fare?»
«Quello che mi hai impedito di fare ieri, se devo essere sincera.»
Mi sembrava quasi di starla tradendo, era lei, ma non era lei.
«Birichina, ti sono mancato così tanto?»
«Alcuni dei Fatui hanno provato a sedurmi, ma io ho messo subito le cose in chiaro: appartengo a te.»
Lumine non avrebbe mai detto nulla del genere, appartenere non era mai stato un verbo di suo gradimento.
«Amo come tu mi sia fedele, devi essere ricompensata.»
Qualunque cosa fosse nel corpo di Lumine, stava cercando di sedurmi, si mostrava a me ma mi stava mostrando un corpo che non gli apparteneva.
«Suvvia Childe non farti pregare!»
Mi spinse e prese a torreggiare su di me come aveva tentato di fare la sera prima, stavolta non mi ritrassi e lasciai che giocassimo un po'.
Mi sbottonò la camicia con un ghigno divertito in volto, si strusciava contro la mia pelle come fosse affamata, non avevo più dubbi, non poteva essere Lumine.
Si piegava sul mio corpo con una maestria impressionante, tentava di appagarmi ignara del fatto che non ci sarebbe riuscita.
Mi tenne fermo al letto e la vidi estrarre furtivamente qualcosa da una tasca, pensai che fosse una protezione ma qualche secondo dopo compresi a mio malgrado ogni cosa.
Afferrai ferreo il braccio con cui mi stava costringendo steso e ribaltai la mia posizione.
Le fermai entrambi polsi in alto e vidi del sangue gocciolare sulle federe bianche dei cuscini.
Non compresi subito chi dei due fosse a sanguinare ma vidi tra le sue mani strette una lama.
«L'hai capito subito, di' la verità.»
«Chi diavolo sei?»
«Non hai una mezza idea? Ti ho visto frugare nella mia roba sai.»
«Non può essere.»
Sbiancai, divenni cereo in volto, non poteva essere lei.
Rise, «Ciao Tartaglia, è un piacere vederti, ho ucciso la tua fidanzatina e ne ho preso il corpo per farti una bella sorpresa!»
«Una bella sorpresa? Tu sei malata!»
«Lo so, Pierro era un po' scettico, non voleva mi concedessi a qualcun altro, sarà felice di sapere che sei fin troppo fedele e leale...a tutti tranne che all'organizzazione.»

Intanto a Sumeru.

La grande serata era finalmente iniziata, Alhaitam si era liberato da ogni suo impegno per poter vedere Nilou ballare a teatro.
Le aveva preso anche dei fiori, Sumeru Roses, incantevoli fiori viola.
A vedere Nilou, c'era anche Kaveh, erano pur sempre amici e lui avrebbe voluto supportarla.
«Sei teso?»
«Da morire.»
Come da accordi, Alhaitam avrebbe rotto con Nilou quella stessa sera, ammesso e concesso ne avrebbe avuto il coraggio necessario.
La piazza si era riempita, tutta Sumeru si era raccolta per poter vedere la stella esibirsi.
Appena salita sul palco, il suo sguardo incontrò quello di Alhaitam, fu felice di vederlo lì, ben vestito, con dei fiori in mano: il fidanzato perfetto.
Ballò senza pensare mentre Alhaitam aveva cominciato a sudare freddo, fece cenno a Kaveh, «Resta a bere qualcosa con Cyno e Tighnari, mi serve casa.»
Kaveh si limitò ad annuire e si allontanò da lui per raggiungere gli altri due amici che sembrava quasi stessere giocando alla famiglia:Tighnari teneva per mano Collei che parlava con Cyno.
Quei due non avevano definito quasi nulla però sembravano una coppia sposata.
Lo spettacolo non durò troppo ma ad Alhaitam parve un'eternità.
Nilou scese dal palco saltellando dalla gioia con un immenso sorriso stampato in volto, «Amore! Sono così contenta che tu sia venuto.»
L'aveva salutato con un casto bacio sulle labbra e gli aveva lanciato le braccia al collo.
Fu costretto a prenderla in braccio e la fece volteggiare per qualche secondo.
«Dei bei fiori per una bella ballerina.»
Le porse il mazzo e Nilou inspirò il profumo dei fiori appena colti.
«Grazie Al.»
«Ho lasciato le lettere a Collei, le recapiterà lei, abbiamo la serata libera.»
Alhaitam rimase zitto, non disse nulla perché stava per essere divorato vivo dall'agitazione.
La prese per mano e si incamminarono verso casa sua.
«Sei stata fantastica Nil.»
«Grazie, ero super agitata sai, ma appena ti ho visto tra il pubblico mi sono subito calmata.»
Si sentiva un mostro, doverla lasciare sapendola così innamorata lo addolorava.
Nilou si sedette sulle gambe di Alhaitam e prese a baciarlo delicatamente sul collo fino ad arrivare alle labbra.
Non sentiva niente e non riusciva a continuare in quel modo.
Provò ad approfondire il bacio, toccarle un seno e inebriarsi del profumo di Nilou, ma nulla.
Una sensazione di vuoto lo pervase, capì in quel momento di aver perso qualunque tipo di attrazione nei confronti della sua fidanzata.
Per un secondo si sentì prossimo alla derealizzazione, come se nulla fosse reale e lei non lo stesse toccando, pareva così surreale non sentire niente.
«Al, tutto bene?»
«Certo, tutto sotto controllo.»
«Ti va di...»
Alhaitam deglutì per poi annuire, incerto sul come sarebbe finita la serata.
Nilou prese a spogliarlo e guidò le mani poco sapienti del fidanzato sul suo corpo.
Gli sembrava assente, nessuna reazione, nessuno stimolo.
«Al, sei sicuro che sia tutto apposto?»
«Nil io sono gay.»
«Eh?»
«Mi dispiace, Kaveh mi ha detto che te ne sei accorta e io non volevo ferirti ma non ci riesco.»
Nilou si rivestì velocemente, continuando a guardare l'ormai ex-fidanzato con gli occhi colmi di lacrime.
«Non è un brutto scherzo vero?»
Alhaitam la strinse e con la voce strozzata prese a spiegare, «Mi dispiace così tanto Nil, io volevo che le cose andassero bene, che ci sposassimo, ma non sento più nulla...»
Teneva il capo appoggiato alla spalla di Alhaitam che quest'ultimo sentiva inumidirsi per le lacrime.
«È Kaveh vero?»
«Non è colpa sua, te lo assicuro.»
«Lo so, non è colpa mia, neanche colpa tua, sta' tranquillo.»
Quando rialzò il capo, fece un leggero sorriso al ragazzo che aveva anch'egli gli occhi lucidi.
«Devi perdonarmi, sei la persona a cui tengo di più, non potevo condannarti a questo.»
«Non importa, parlerò con i miei genitori, mi troveranno un altro gentiluomo da sposare...»
«Nilou...»
«Sono felice che tu me lo abbia detto, ti amo Al, davvero e se Kaveh può renderti felice allora sarò la prima a supportarvi.»
«Non dirmi che mi ami...»
«Perché no? Credevo lo sapessi, scusami per questo, sarà l'ultima volta.»
«Per cos-»
Non fece in tempo a terminare la frase che gli baciò le labbra, ricambiò il bacio sapendo l'avrebbe resa felice con quell'addio e la scortò fuori da casa sua.
«Grazie Nil, davvero.»
«Anche il primo amore va lasciato andare, ti auguro tanta felicità Al.»


MIA FIGLIA NILOU NON SI MERITA QUESTO😭

It's Valentine's Again|| Genshin ImpactDove le storie prendono vita. Scoprilo ora