Guardia Ardente: The housekeeper of Kamisato Estate🟠

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«Questa cos'è?»
Ayato mostrò una busta celeste al suo housekeeper.
«Lord Ayato...»
«Thoma, ti ho già detto di non chiamarmi così quando siamo da soli.»
«Ti prego Ayato, siamo amici ormai non prendertela.»
«Non sono arrabbiato solo, credevo che l'avessi superata.»
«Scusa, se vuoi puoi tenerla tanto non cambierebbe nulla.»
Ayato sospirò, «Sai che non andrebbe avanti.»
«Hai già un nome? L'hai già promessa a qualcuno?»
«Mia sorella potrà scegliere, come da regola.»
«Sì ma potrà scegliere tra le tue scelte, non chi vuole davvero...»
Thoma si dileguò lasciando Ayato immerso tra le sue cartacce, compresa la lettera che l'housekeeper aveva scritto per Ayaka.
Lo sapeva, non avevano futuro e ne era ben cosciente ma doveva sapere se ci fosse anche solo la remota possibilità che i suoi sentimenti venissero ricambiati.
La raggiunse nel giardino di Kamisato Estate e si sedette accanto a lei che si beava della vista mozzafiato: un bel tramonto dai toni rossastri.
«Che ci fai qui?»
«Discusso con Ayato, ma niente di importante.»
«Sei sicuro? Ti ho sentito gridare.»
Thoma scosse il capo sicuro, «Ero solo un po' arrabbiato, non devi preoccuparti.
Domani è Sanvalentino piuttosto, raccolte le tue lettere?»
«Quasi, Yoimiya mi ha aiutata parecchio.»
«E quindi con chi lo passerai? Tuo fratello ti ha organizzato qualcosa?»
Ayaka sorrise ma pareva sconsolata, «Ho declinato ogni proposta.»
«Perché mai?»
Sospirò e Thoma potè notare gli occhi della principessa inumidirsi.
«Non voglio sposarmi Thoma.»
Parve una confessione tanto quanto una supplica cosciente che Thoma non avrebbe potuto far nulla per lei.
Prese e carezzarle il capo e sussurrò, «Credimi vorrei così tanto che non dovessi farlo.»
«Eh?»
«Il motivo della discussione con tuo fratello, eri tu.»
«E perché mai dovreste litigare per me?»
«Perché non voglio che tu ti debba sposare.»
Incrociò il suo sguardo incredulo, «Non devi farlo per me, posso parlare io con Ayato.»
«È diverso, non voglio continuare a lavorare qui e vederti con un altro, non posso farcela.»
«Quando mi sposerò, non potrai più servire me.»
«Non mi sta bene.»
La vide ridere mentre le si infrangeva una lacrima sul viso.
«Non pensarci adesso, è presto ho bocciato ogni candidato.»
Thoma sbuffò sconsolato, «Non capisci, io voglio che tu scelga me.»


Intanto a Sumeru

«Ehi, che succede qui?»
Kaveh rientrò dalla porta e trovò Alhaitam ancora congelato dinnanzi lo stipite.
«Le ho parlato, mi ha baciato e non ho sentito nulla, niente di niente.»
Kaveh si tolse la giacca e la posò sulle spalle nude di Alhaitam che non si era ancora rimesso la camicia.
«Avete litigato?»
«Mi ha detto che mi ama e che vedermi felice con te la farà stare bene.»
Kaveh sorrise, «Nilou è un mito, ma pensiamo a te, è tutto a posto?»
Annuì senza dire niente e si avvicinò all'architetto per prendergli il viso tra le mani.
«Adesso non ho più sensi di colpa», asserì per poi baciarlo.
Gli sorrise fior di labbra, era così felice di poterlo finalmente avere con sé, non come amici, non come amanti, ma come coppia.
«Rivestiti, siamo a febbraio», ordinò Kaveh lasciandogli piccoli baci sul collo.
«Sì mamma.»
«O mio dio non farlo mai più!»
Assunse un'espressione disgustata e divertita mentre Alhaitam si abbottonava la camicia che sarebbe più tardi finita nuovamente in terra.
Si sedette sul bancone e aprì le braccia come per mimare un'abbraccio.
Kaveh si strinse a lui e si lasciò cullare dal calore della sua pelle.
«Mi dispiace Al.»
«Perché? È andata a finire bene.»
«Per tutto, hai dovuto rompere con Nilou, ti ho incastrato.»
«Non mi hai incastrato, mi hai mostrato la verità.»
Che volesse crederci o meno, tra quei due c'era sempre stato qualcosa di sbagliato.
Kaveh non sapeva cosa dire, la situazione gli sembrava ancora più che surreale, come se stesse vivendo un sogno.
«Sai, non sembra reale, mi viene spontaneo pensare che tra poco aprirò gli occhi e tu non sarai più con me.»
Alhaitam gli carezzò la chioma bionda e rimembrò la famiglia di Kaveh, gli tornarono alla mente tutti gli episodi di rabbia, di depressione, tutte le volte che era scoppiato a piangere davanti a lui per colpa dei suoi genitori.
Capì in un attimo le sue preoccupazioni.
«Quando riaprirai gli occhi ci sarò ancora e così sarà ancora per molto.»
Non era un sogno, non stava vivendo una menzogna, Alhaitam era lì ed era suo, non lo avrebbe abbandonato non come era successo con i suoi genitori, lui sarebbe rimasto.
«Al...»
«Dimmi.»
«Io sono davvero innamorato di te.»
E per la prima volta dopo mesi, avrebbe finalmente potuto rispondere alla sua dichiarazione.
«Anch'io Kaveh, anch'io.»
Si avvicinò al suo viso e lo baciò delicatamente sulle labbra, senza alcuna perversione come fosse un gesto di tenerezza.
Gli sembrava piccolo e indifeso, come quando aveva dovuto calmarlo a causa dei suoi incubi.
Kaveh era sensibile, lo aveva sempre saputo.
Lo avrebbe protetto, avrebbe tentato di renderlo felice perché lo meritava tanto più di quanto meritasse lui.
«Sono felice che sia tu.»
«Che intendi?»
«Quella sera, è stato il mio primo bacio.»
Piccolo e indifeso, inesperto e malleabile.
«Non avevi una fidanzata ai tempi dell'Akademiya?»
«Sì ma, diciamo che ho capito subito le donne non facessero per me.»
«E un uomo non l'hai mai baciato?»
«Solo tu.»
«Solo io...» ripeté sussurrando, «bisogna rimediare.»
Lo avvicinò a sé e si avventò sul suo volto nuovamente, prima delicatamente, poi approfondì il bacio fino a far diventare rossastre le gote di Kaveh rimasto senza fiato.
Fece scivolare la mano sul suo collo divenuto ormai bollente per poi lambirlo e lasciargli dei piccoli morsi.
«Non ti faccio male», promise.
Succhiò un lembo di pelle e ad opera finita ammirò il suo capolavoro.
«Mi ci sono impegnato.»
Kaveh rise, «Se potessi vederlo ti darei un feedback riguardo il risultato.»
Le camicie di entrambi caddero ben presto in terra e Kaveh tracciò la linea del petto di Alhaitem con le dita.
Giocherellò disegnando con l'indice piccoli cerchi sul suo addome fino ad insinuare la mano nei pantaloni del compagno.
Alhaitem sospirò a quel contatto, «Hai la mano fredda.»
«Perdonami, non ci pensare.»
Il palmo sapiente di Kaveh prese a toccarlo rivelando un lato di Alhaitam molto sensibile.
Si portò la mano sulle labbra per non emettere alcun suono, da bravo scriba silenzioso e taciturno.
«Non tapparti la bocca, voglio sentirti.»

È troppo imbarazzante scrivere lo spicy tra questi due, Kaveh è troppo cutie patootie per queste cose😭
++ I have the hugest crush on Thoma, è letteralmente la definizione di respectful man.

It's Valentine's Again|| Genshin ImpactDove le storie prendono vita. Scoprilo ora