Mi stiracchiai dopo esser sprofondata in un sonno profondo, e i ricordi della giornata mi tornarono alla mente, tutto ciò che avevo passato in tutta la mi vita era stato svelato e messo a nudo davanti ai pilastri, e ora capii perché sentivo gli occhi doloranti.Ero corsa in camera a piangere, non per il dolore, non per la sofferenza di dover rivivere tutto, ma per la mancanza della mia famiglia, di preparare il pranzo ai miei fratelli, innaffiare le piante di glicine intorno la casa, per tutte le cose di routine che facevo e che mi rendevano una normalissima umana.
Mi stiracchiai allungandomi nel mio futon, chiusa nella stanza buia priva di alcuna luce, se non una candela posta alle mie spalle.
Mi voltai e vidi Sanemi avvolto nella lettura di un libro, steso al mio fianco sul mio futon.
Mi sorpresi di me stessa di non aver percepito la sua presenza nella mia stanza e neanche al mio fianco, ma sorrisi nell' osservare la sua espressione concentrata sulle righe del libro a cui dedicava tutta la sua attenzione.Una piccola ruga si formava al centro della fronte, in mezzo alle sopracciglia, perché troppo concentrato, che neanche si era reso conto che fossi sveglia e lo stessi osservando.
"Che leggi?"
Lo vidi sorridere senza mai distogliere lo sguardo da quelle pagine ingiallite.
"Un libro sul periodo Sengoku"
"E perché leggi un libro di storia?"
"Perché voglio sapere di più sulla tua epoca"
Affermò sorridendo, continuando a non voltarsi.
Trovai estremamente dolce il suo voler scoprire come fosse il mio mondo, e cosa fosse cambiato in tutti questi trecento anni.Mi allungai dandogli un delicato bacio sulla guancia, per poi sedermi e allungare la mia schiena.
Mi alzai e andai verso il bagno, preparando la grande vasca rotonda con acqua bollente.Tolsi il pigiama color crema che stavo indossando, raccolsi i miei lungi capelli in una cipolla disordinata, e mi lasciai andare in quel calore rilassante.
"Che fai?"
Sentii la voce di Sanemi urlare dall'altra parte della stanza, e prima di rispondergli allungai un braccio per aprire la finestra che dava sul giardino , alla quale affacciava solo la mia camera, per rilassarmi ancora di più sotto i raggi luminosi della luna.
"Un bagno caldo"
Risposi bagnandomi il volto, e quel momento di pace silenziosa fu disturbata da un botto nella mia camera, come se qualcuno fosse caduto.
"Va tutto bene?"
Chiesi guardando la porta chiusa che dava alla stanza dove avevo dormito, che stava ospitando il ragazzo dalla chioma bianca.
E poi, l'unico pezzo di legno che ci divideva fu spalancato, mostrandomi un Sanemi che saltellava mentre cercava du togliersi la felpa nera da pilastro, finché non rimase a petto nudo davanti ai miei occhi incantati, mostrando il suo addome scolpito, che veniva risaltato di più dalla luce della luna e dal buio della mia camera.
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Sanemi's Light
FantasyFurono le sue attenzione, le sue delicate carezze e il suo dolce sorriso a farmi innamorare di lui. Ero sempre stata la ragazza che osservava gli altri innamorarsi, senza mai capire cosa significasse davvero la parola amore, finché un giorno non dec...