Capitolo 45 - due Mannari 🦇🦡

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L'altro Strutter alato, il giovane Zeno, era davanti a loro a camminare assieme a suo cugino Benny, che ora si sentiva trooooppo tronfio di sé dato che aveva risvegliato i suoi poteri da mannaro, e correva a quattro zampe nella neve spalandola coi suoi artigli giganteschi da Tasso Infernale (una razza di tasso che si trovava solo a Skagos, di cui l'ultimo esponente era stato estinto dal nonno di Benny, lord Frankie Wilde. Sono tassi giganteschi, alti fino a tre metri, dal codino caruccio cortissimo e il manto fittissimo adatto alle temperature di Skagos pre-Mago Gabriel, ma che successivamente alla sua mediterraneizzazione diventò un luogo troppo caldo per queste orribili cattivissime creature, e si estinsero pian piano, non prima di diventare cattivissime).

Zeno al suo fianco era un po' più calmo, ma ogni tanto sbatteva le ali da pipistrello che si sporcavano di neve.

"Non ti ricordi di me?" chiese a Benny, che sbucò da un banco di neve sotto cui aveva scavato in modo adorabile. Scosse la testa scrollandosi di dosso la neve e negò, piegando la testa dalla parte. "No? Ci siamo già visti?"

"Sì, quando sei nato io c'ero." si vantò Zeno, sbatacchiando un po' le ali e appoggiandosi al fianco del cugino. "Io e la mamma, e anche nonno Nico e lo zio Lori, eravamo tutti lì per zio Jimmy quando ti ha partorito."

Il viso di Benny si trasformò in una maschera di cringe infinito. "Potevi anche non specificarlo!", a cui Zeno rispose con una perfetta imitazione della trollface.

Benny saltò sulla neve e rimase a pensare un po'. "Dunque anche tu sei un mannaro?"

"Un quarto mannaro, un quarto angelo, un quarto ghoul e un quarto mostro delle paludi molisovyano." spiegò difficilissimamente Zeno, aprendo le sue ali da pipistrello gigantesche. "Sono un pipistrello mannaro!"

"Proprio una gran fortuna che siamo entrambi specie mannare notturne, eh :)" fece Benny e Zeno decise che aveva ragione, e stava per dire qualcos'altro, prima che si fermasse ad ascoltare.

Tese uno dei suoi grossi orecchi da pipistrello verso il buio orizzonte al suo fianco, verso nord.

"Li senti anche tu?"
"No, sono sordo." rispose Benny, mostrando le piccolissime orecchie da tasso al cugino. I tassi non ci sentivano molto meglio di un essere umano, e inoltre suo nonno era niente popò di meno che il grande DJ sordo Frankie Wilde, dunque non sentiva un cazzo di niente. Però, qualcosa che aveva subito un sostanziale miglioramento, in effetti, c'era: era il suo senso dell'olfatto.

Ricordava ancora alla perfezione l'odore della bruta dalle corna e il Boa al collo, e ora sentiva altri odori.

"Due?" chiese Benny, e Zeno annuì.

Nessuno viveva più nel nord di Westeros, dunque sicuramente non erano due civili. Chi erano? Non avevano la puzza dei golem né il loro suono.

Avrebbero dovuto chiamare i loro amici e parenti vari, ma non lo fecero perchè erano due idioti mannari. Si sorrisero a vicenda e decisero di fare di testa loro.

In un istante, sparirono nella neve e nel buio.

Benny, con le sue potentissime braccia da tasso mannaro, scavò nella neve e nei ghiacci accumulati da decenni mentre Zeno volò nell'aria, il cielo scuro come i suoi vestiti e le sue ali e i suoi capelli, e silenziosamente si avventarono sui due figuri che avevano captato.

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