1; la Gazza di mare

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Tristepan Goldbrand, uno dei teatranti migliori che le rive di Dirsoon avessero mai visto, aveva lo stomaco vuoto. Il sole era ormai alto e opaco sotto le dense nubi blu delle ciminiere, forse la caratteristica più singolare della città nella quale era approdato, la sera prima, assieme al suo circo. Era una delle tante che avesse dovuto visitare per via della tournée, un ottimo stratagemma per permettere a chi conduceva la vita in arena di sfogarsi in assenza di bordelli, e un altrettanto ingegnoso modo per concedere qualche ora di adrenalina a chi era costretto ad una vita triste e monotona.

Dicevamo, il desiderio di riempirsi la pancia prima di riprendere gli allenamenti si faceva sentire anche se, si sa, a pancia piena siamo tutti un po' più fiacchi. Si sedette al bancone della taverna più famosa del porto, un certo buco puzzolente ma ben gestito -o almeno, abbastanza bene da aver resistito a due rivoluzioni economiche ed una industriale- di nome Little Crayfish Tavern, e non fece troppo lo schizzinoso quando il suo bel piatto di gamberi freschi venne servito.

《Penner, fa' la brava, lo sappiamo tutti che sei stata tu.》

Non passò troppo tempo che un vociare parecchio concitato alle sue spalle gli fece capire che qualcosa stava per rovinargli la pausa pranzo; o forse qualcuno? Sta di fatto che si pentì di aver messo piede in quel locale, spingendosi tanto in là da fare addirittura la sua ordinazione.

《Nemmeno una forchetta si sono degnati di darmi, animali... ehi! Vorrei finire questi crostacei prima che qualcuno qui dentro cominci a prendersi a pugni.》 ma l'uomo barbuto dietro al bancone non lo degnò di uno sguardo, troppo impegnato a pulire un calice di birra con una bella sputazzata e olio di gomito. 

《Che gli dei mi risparmino dal sapere in cosa sono stati cotti questi gamberi.》 borbottò tra sé e sé, ma la fame era troppa sia per fare il sofisticato, sia per badare a quello che succedeva all'interno della sala.

《Fine dei giochi strega, ti sei messa contro gli uomini sbagliati!》

Fame o non fame, a Tristepan la curiosità non mancava di certo. Infondo, se fosse davvero finita a pugni con la possibilità di soddisfare quella piccola voglia che ogni tanto gli veniva, quella che lo aveva costretto a diventare uno che doveva dare spettacolo per vivere, non gli sarebbe di certo dispiaciuto... ma come aveva potuto intuire dalle voci alle sue spalle, o ancora meglio, dal riflesso nello specchio posto dietro al bancone al quale era seduto, quella che si ritrovò davanti non la considerò di certo una persona con cui scazzottare un giorno sì e l'altro pure.

《Signori, signori, vi prego.》 cominciò lei con il sorriso di chi la sapeva lunga 《Non ho idea del perché di tanto astio, sono solo di passaggio in questo regno a me caro. Merito io forse di essere accolta in questo modo? Ho voglia di bere qualcosa con i miei vecchi amici prima della ripartenza.》
Fece finta di asciugare delle lacrime immaginarie con un delicato gesto dei polpastrelli, poi continuò 《Una povera donzella costretta in un corsetto soffocante, accusata di crimini che non ha mai commesso.》
Parlava con una teatralità forse troppo marcata, ma era chiaro la stesse usando per schernire i suoi interlocutori. Tristepan non ne sarebbe rimasto sorpreso, se la giovane fosse stata davvero responsabile dei reati che le venivano attribuiti. "Ecco", pensava "glielo si legge proprio lì, tra il ghigno rosso rubino e le sopracciglia arcuate all'ingiù", e i suoi sospetti erano alimentati dal fatto che continuasse a sistemarsi lo scollo della camicia con la mano sinistra, come se ci fosse qualcosa tra il tessuto e la pelle a darle fastidio. Quel teatrino stava iniziando a piacergli.

《Tu? Qui? Bere? Solo gli uomini hanno accesso a questo posto!》 sbraitò un uomo sdentato seduto vicino l'entrata; sembrava riferirsi alla giovane come se avesse una questione personale da risolvere con lei, sputacchiando su cose che aveva probabilmente inventato per cercare di difendere una mascolinità già vacillante.

La cleptomania non esisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora