Capitolo 22

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"- Se vuoi puoi tornare da lui -" Nick sedeva su una poltrona sotto la finestra spalancata, ancora non si era cambiato, i suoi capelli scompigliati e le nocchie completamente distrutte.

"- La vuoi smettere? -" la testa di Clare stava esplodendo, quando mai sarebbe riuscita a mangiare tranquillamente? Camminò lentamente nella camera sistemando le cose che freneticamente aveva lasciato intorno. Non riusciva a guardarlo negli occhi, la paura di rivederlo in quello stato di più totale rabbia la fece rabbrividire istantaneamente.

"- Scusa se sei la mia fidanzata -" l'ultima parola fece calare un silenzio inaspettato, fu solo allora che lei lo guardò furiosa. Il suo cervello si annebbiò completamente, il cuore le martellava nel petto, era il momento di lasciargli la possibilità di prendere decisioni. Si fiondò delicatamente verso di lui stampandogli un lungo bacio. La tirò verso di sé, non era la prima volta che succedeva, adesso tutto era diverso; dipinto di mille sfumature diverse il tempo li accompagnò per unire un legame frammentato come i pezzi di vetro di un bicchiere a terra. Entrambi avrebbero ricordato quel momento per tutta la vita.

"- Non azzardarti mai più a fargli del male -" disse quasi sussurrando Clare tra un bacio e l'altro, lui la spinse verso di sé ancora di più fino a quando i battiti si unirono all'unisono.

"- Allora tienilo lontano da me, lo hai salvato per miracolo -" rispose continuando a baciarla, lei era sua almeno così pensava,

"- Ci proverò -" aggiunse prima di lasciarlo andare per dirigersi al ristorante giù. Lui rimase interdetto sul da farsi, completamente sbigottito da ciò che fosse appena successo. Rincorse il suo profumo fino al ristorante dove lo attendeva seduta al tavolo di prima. Come era possibile che tutti questi eventi si susseguissero così velocemente?

"- La pizza non l'hanno portata ancora via, tu li hai pagati per non farlo - disse prima di mangiare il primo spicchio di una lunga serie.

"- Quindi cosa pensi di fare? -" lei sapeva a cosa si stava riferendo ma decise di reprimere gli eventi che fossero successi prima.

"- Penso di voler mangiare e poi di ritornare in spiaggia -" un altro spicchio, Nick si sedette, prima guardò la sua pizza e poi lei.

"- Non mi riferivo a quello. Sono ancora arrabbiato -" sottolineò,

"- Allora? Pensi che spaccare la faccia a qualcuno ti renda una persona migliore?-" da quando cambiava così spesso umore?

"- Se quel qualcuno è Alec sì, allora mi rende una persona migliore -" Clare aveva finito la sua pizza e si godeva con gusto la vista di un Nick arrabbiato, ora non gli faceva più paura, anzi era divertente guardarlo.

"- Non voglio parlarne più sono stanca e stufa di entrambi-" posò il tovagliolo che aveva sulle gambe e andò a lavarsi i capelli in camera. Questa volta lui non l'avrebbe lasciata andare, le prese il polso e la costrinse a guardarlo negli occhi.

"- Vorrei ricordarti che è ancora in giro ed io non gli ho spaccato la faccia. Cosa gli impedisce di tornare qui? A noi. A te -"

"- Tu, glielo impedisci -" rispose sfidandolo,

"- No, non è vero. Se fossi stato io ad impedirglielo, non si sarebbe ripresentato. -"

"- Lasciami!- gli strattonò via il braccio - mi sto innervosendo-" detto questo salì le scale verso la loro camera. Si lavò i capelli e si abbandonò nella vasca a riflettere. Riflettere e sfogarsi in un pianto liberatorio. Decise di ritornare in camera per raccogliere i suoi vestiti, si sarebbe scusata con Nick avrebbero chiarito e le vacanze sarebbero andate a gonfie vele, ma proprio mentre cercava negli infiniti cassetti della stanza trovò una scatola. Aveva paura ad aprirla, il suo istinto però gli diceva di farlo. Sollevò il coperchio, all'interno c'erano tutte le minacce di morte che Nick aveva fatto ai suoi amici, a suo fratello, sapeva che era stato lui ma dal vivo era un'altra sensazione, un altro tipo di dolore, erano catalogate per data e l'ultima risaliva a pochi giorni fa; non era una vera e propria minaccia, eppure sapeva di tradimento. Le aveva promesso che non avrebbe fatto più cose simili, lei era nella stessa stanza di un possibile assassino e non se ne era accorta, si sentiva profondamente in colpa per Alec quando in verità lui non aveva mantenuto la promessa. Per lo shock lasciò cadere a terra tutto, riversando immagini, lettere, rose, sul pavimento, come se le mani avessero perso la loro funzionalità. Rimase immobile, pietrificata. Lei doveva fuggire e ritornare da loro.

Nel mentre

"- Come cavolo si ferma un'ambulanza?!?! -" i ragazzi erano appena saliti e abbandonati i soccorritori compreso il medico, si misero alla guida del veicolo. Sfrecciavano lungo una strada strada su cui la prima volta era passata anche Clare. Simone non riusciva a comprendere gli infiniti modi per guidare bene l'ambulanza nonostante avesse la patente, avanti sedeva Atlas che si arreggeva al finestrino e al centro c'era Ronald che sudava freddo per il terrore di schiantarsi, dietro Maggy e Luna sventolavano dei fogli in faccia a Callias per fargli prendere aria.

"- Sapete almeno dove stiamo andando? " urlò Luna da dietro, tra il baccano delle sirene che si erano accese per sbaglio la radio che continuava a richiamare l'ambulanza non si sentiva nulla

"- Qui dice che tra qualche chilometro ci sarà l'aeroporto-" rispose Ronald mantenendo il telefono fermo con due mani.

"- Dobbiamo distruggere i telefoni e abbandonare l'ambulanza lontana qualche dall'aeroporto -" chiarì Simone, avrebbero ritrovato Clare senza i genitori, altrimenti sarebbe stato molto più difficile. Nella testa di ogni componente del gruppo regnavano vari pensieri ed emozioni. Maggy avrebbe rivisto la sua migliore, Luna semplicemente la sorella del suo fidanzato e soprattutto Simone la sua sorellina.

"- Arrivati all'aeroporto chiediamo i video di sorveglianza? -" domandò Maggy da dietro,

"- Non credo ce li diano -" aggiunse Atlas,

"- Ho degli amici lì potrebbero sicuramente fare un'eccezione-" Callias si alzò dal lettino dietro con tutti i riccioli scompigliati e non più ordinati come una volta, la maglietta completamente bagnata di sudore e gli occhi sbarrati,

"- Già Clare deve resistere ancora un po' -" dichiarò Atlas poeticamente, come se lei volesse essere trovata da loro. Se fosse tornata sull'isola e loro non li avrebbe trovati a quale gioco sarebbe stata costretta a giocare?






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