Capitolo 19 - Ricominciare da capo

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[Alyhane]

Quando mi ripresi avevo un'incredibile mal di schiena e la testa pulsava ancora lievemente. Provai a ricordare cosa fosse successo ma gli ultimi ricordi sembravano offuscati.

Con gli occhi ancora chiusi provai a riprendere possesso del mio corpo. Mossi inizialmente la punta delle dite e poi le code. Stranamente il freddo pungente era scomparso e al suo posto un tenue tepore mi avvolgeva completamente.

Ci misi poco a capire che ero immersa in acqua, probabilmente opera di Ewelein e silenziosamente la ringrazia perché le mie code chiedevano aiuto.

Dopo aver preso coscienza di quello che mi stava intorno capii anche che non ero sola. La mia guancia era poggiata su qualcosa di morbido, di caldo e... respirava!

Il battito calmo e regolare sotto al mio orecchio mi mise tranquillità. Quel profumo ormai lontano anche se mai dimenticato.

Con delicatezza espansi la mia aura toccando la presenza del mio compagno. Quanti anni erano passati dall'ultima volta che avevo sentito la sua presenza così chiaramente... Quell'aura pura, flebile ma rassicurante.

«Leif...?» chiamai il suo nome alzando lo sguardo per incontrare finalmente i suoi occhi verdi.

Lui strinse il suo abbraccio trascinandomi di più verso di sé. Mi diede un bacio sulla fronte per poi chiudere nuovamente gli occhi poggiando la testa sul mio capo.

«Riposa un altro po', Ewelein ha detto che devi rimanere qui dentro almeno fino a domani mattina.»

«Ma ho già i palmi squamosi...»

Gli mostrai la punta delle dita ormai raggrinzita. Mi piaceva rimanere in acqua ma era alquanto imbarazzante quella situazione considerando la nostra posizione.

Lui riaprii gli occhi osservando le mie mani. Si alzò prendendomi in braccio senza avvisarmi e per poco non gli scivolai di mano per la sorpresa. Mi avvinghiai al suo collo facendomi trasportare fino al grande letto.

Leiftan prese un asciugamano iniziando delicatamente a tamponarmi la punta delle code. Mi cambiai con qualcosa di asciutto e mi misi una grande maglietta recuperata dal suo armadio.

Poco dopo mi mise una calda coperta sulle spalle avvolgendomi completamente come un neonato. Si sedette al mio fianco mentre mi fece stendere sul letto.

«Come stai?»

Una domanda semplice e anche piuttosto strana.

«Fisicamente bene, anche se credo mi rimarrà un grande livido sulla schiena. Mentalmente? Non lo so.»

Lui si stese accanto a me continuando a fissare il soffitto stellato della sua stanza.

«Cosa devo fare? Come mi devo comportare con te? Un momento prima ti apro il mio cuore e poi sparisci per delle intere settimane e ora sei di nuovo qua a fare la persona amorevole.» chiesi pacatamente.

A quel pensiero mi tornò immediatamente in mente Charlie. Se ero tornata sicuramente ne era a conoscenza.

Sarah!

Mi alzai dal letto cercando di liberarmi da quella coperta ma era talmente ben stretta che era difficile liberarsene subito.

«Ferma ferma, sa tutto, non agitarti.»

Mi fermai un attimo stupita del fatto che avesse capito subito cosa stessi pensando e le mie preoccupazioni.

«Domani mattina potrai tornare a casa ma ho suggerito tu rimanessi con me per non far preoccupare Sarah.»

«Grazie...»

Mi rimisi stesa non avendo comunque ricevuto le risposte che volevo.

Il silenzio calò inesorabilmente tra di noi visto che nessuno sapeva cosa dire. Potevo sentire la sua presenza accanto a me ma il mio sguardo era fisso sopra di me, le piccole stelle che sembravano muoversi sul soffitto buio.

«Non lo so.»

«Mhh? Cosa?»

La sua risposta era arrivata inaspettatamente e non capivo bene a cosa si riferisse.

«Lo capisco, sono passati molti anni per te, deve essere stata dura. Ma forse, non lo so, vorrei ricominciare da capo.»

Lo guardai negli occhi. Quella sfumatura verde che mi era mancata per così tanto era proprio difronte a me.

«Da capo?» chiesi un po' irritata.

«Magari non proprio da capo...»

Avvicinò il suo volto al mio lasciandomi un tenero bacio sulle labbra. Il suo respiro caldo mi solleticava la guancia e non potei trattenere un sorriso.

Le cose sarebbero state complicate, molto più complicate ma era giusto abbandonare tutto ora? Probabilmente si, Sarah sarebbe sempre arrivata prima di tutto e tutti ma per un attimo volevo sentirmi egoista dopo tanto tempo.

Mi accoccolai al suo fianco beandomi del suo profumo fresco. Nuovamente mi rilassai sentendo accanto a me la sua aura bianca. Lo sentii rilassarsi a quel contatto e poggiai la mia fronte al suo braccio chiudendo gli occhi.

Era ormai notte fonda quando qualcuno bussò alla porta della camera. Mi svegliai di colpo aprendo gli occhi e rigirandomi sotto le coperte.

Leiftan si alzò silenziosamente raggiungendo la porta e aprendola appena. Una lama di luce entrò nella stanza immersa nel buio e inizialmente non capii chi si fosse presentato alla mia porta.

«Erika...» leiftan sussurrava il nome della ragazza quasi sorpreso e in un qualche modo guardingo.

Cosa ci faceva la ragazza qua nel pieno della notte?

Iniziarono a parlare sottovoce e non riuscii a sentire nulla della loro conversazione. Lo sguardo dei due aengel fisso l'uno nell'altro e non si persero un solo secondo.

Continuavo a percepire l'aura di Leiftan e con un piccolo sforzo in più sfiorai anche Erika. Era stranamente uguale a quella di lui, incredibilmente simile, quasi fosse la stessa.

Erika sorrise e poco dopo vidi un sorriso solcare il volto di Leiftan. Un sorriso così vivo e sentito.

Sentii la sua aura vibrare e qualche secondo dopo mi sentii completamente esclusa. Non riuscii più a percepire né lui né lei, come se fossi stata buttata fuori dalla stanza.

Lo continuai ad osservare nonostante quel palese rifiuto. E dopo qualche minuto, visto che continuavano a sussurrare e io li stavo osservando disturbata sia dalla situazione che dalla luce, uscirono chiudendosi la porta alle spalle.

Alquanto irritata dalla situazione mi seppellii sotto le coperte coprendomi la testa sotto al cuscino.

Piume bianche - New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora