Capitolo 22 - L'amica nella foresta

12 0 0
                                    

[presente]

Eravamo partiti il giorno seguente. La marcia per la foresta era abbastanza spedita e il ridotto numero era a nostro vantaggio.

Leiftan e la mia ormai inseparabile guardia del corpo preferita, Ellien. Ovviamente non mancarono critiche varie per volermi allontanare, specialmente perché mi sarei portata dietro un "peso morto" in una zona di foresta considerata pericolosa.

La cosa che però nessuno sapeva era che non era la foresta pericolosa ma una semplice zona e dopo l'ultima volta la conoscevo bene.

Ci eravamo inoltrati nelle terre degli elfi, a Est rispetto a Eel, e relativamente anche abbastanza vicine. Appena quattro giorni di marcia sostenuta ed eravamo già nelle verdi foreste elfiche.

Il panorama era drasticamente diverso. Nessuno sapeva bene il perché ma solo la crescevano alberi più verdeggianti e dalle foglie grasse e succose. Anche i fiori che spuntavano dalle gemme sotto le foglie avevano colori più vibranti, talmente accesi che spesso sembravano finti.

In lontananza comparve un piccolo corso d'acqua che seguimmo fino ad arrivare a destinazione. Una staccionata ora si ergeva nel mezzo della vegetazione. Semplice e ormai piena di piante infestanti ma io sapevo bene cosa significasse.

«Siamo quasi arrivati, dobbiamo solo fare il giro.»

«Perché non andiamo dritto? Taglieremmo via una buona fetta di strada.» chiese Ellien puntando la strada con il suo famiglio.

Risi conoscendone la causa «Non te lo consiglio, a meno che tu non voglia essere mangiata da Dorothy.»

«Dorothy?»

Risi nuovamente volendo però mantenere il mistero della pianta carnivora.

Avevo avvisato del mio arrivo tramite una lettera e speravo vivamente di non coglierli impreparati.

Dopo un paio di ore, un'adorabile casetta si stagliò all'orizzonte. Le pareti completamente avvolte in una vite colorata e dai fiori profumati. Le piante del giardino erano cresciute molto in questi quattro anni ma l'aura magica che avvolgeva l'abitazione era sempre la stessa.

Seduta sotto un piccolo patio, una figura era ricurva su una pianta in vaso. Strofinava le foglie e le annusava mentre con movimenti precisi tagliava alcuni rametti. Anche se ancora lontani ci sentì arrivare e alzò immediatamente il volto.

Quando rividi quegli occhi sbiaditi non potei che agitare la mano in segno di saluto.

«Luna!» urlai per farmi sentire.

Di risposta si alzò dal tavolo agitando la mano in saluto. Attese il nostro arrivo e dopo averci fatto lasciare i famigli poco lontano ci invitò in casa.

«Sai, credevo ti fossi dimenticata di me! Non passi più per queste zone?»

«Effettivamente no, mi spiace non essere passata lo scorso anno.» dissi un po' in imbarazzo.

«Non ti preoccupare. Volete un po' di the per alleviare la fatica del viaggio?»

L'elfa guardava interrogativa Ellien e Leiftan ma sui volti dei miei compagni vidi solo un'espressione stranita.

«Lo prendo per un sì.»

E con questo scomparve in cucina con un sorriso mentre i suoi capelli cenere si agitavano a ogni mossa.

Non era cambiata affatto in quei quattro anni, era sempre la stessa persona solare e gentile che mi aveva salvato.

Ellien mi diede una leggera gomitata attirando la mia attenzione per poi sussurrarmi a un orecchio.

«Ma... ma lei è cieca?! E la lasci giocare con il fuoco?!»

La mia compagna di viaggio sembrava essere genuinamente preoccupata per la padrona di casa ma quello che non sapeva era che Luna, nonostante non avesse più la vista, poteva comunque vedere. E specialmente aveva un buon udito, ero sicura ci avesse sentito dalla cucina.

Presi per mano Ellien conducendola in cucina. Afferrai un cucchiaino sul tavolo e ci giocai un attimo.

«Luna, ti dispiace?»

Feci vibrare appena il cucchiaio in mano e poi lo lanciai per aria. Lo vidi fare un piccolo arco e proprio quando l'elfa lo aveva a portata di mano lo prese al volo come se nulla fosse.

«La prima volta sembra strano lo so.» ammise lei guardando gli altri due ospiti «Ma non mi servono gli occhi per vedere.»

Mi fece la linguaccia per poi invitarmi al tavolo davanti a una tazza di the caldo.

Ci perdemmo qualche minuto in convenevoli, anche perché era un po' di tempo che non avevamo più avuto una conversazione faccia a faccia. Ma subito dopo Luna volle andare al sodo.

«Come mai siete qua?»

Era sempre stata una persona diretta e questo lo apprezzavo.

Ellien, capendo che era una situazione delicata, andò a schiacciare un riposino sul sofà in soggiorno. In fin dei conti aveva passato un intero viaggio a badare sia a me che a Leiftan.

«Ecco, volevamo chiederti un favore. A dire il vero non sappiamo neanche sia possibile per questo siamo qua da te...»

Con calma le spiegai la situazione anche se la maggior parte delle spiegazioni fu Leiftan a darle.

Il legame che teneva uniti Erika e Leiftan non era una magia comune. Era stato proprio lui a scagliarla seguendo un antico testo lasciato dagli aengel. Lanciare questo incantesimo era anche abbastanza semplice ed era scritto anche da più parti che gli effetti non potevano essere invertiti.

Ma nella pagina successiva c'era scritto qualcosa riguardo questo legame. Peccato che il paragrafo fosse illeggibile e metà della pagina era completamente strappata portando con sé anche le risposte.

Avevamo portato il libro con noi e glielo allungai sul tavolo per farglielo vedere. Era una mossa praticamente disperata ma lei e suo marito erano gli unici con una conoscenza così ampia da poter tentare qualcosa.

Anche se il legame tra i due aengel non era poi qualcosa di nocivo era in un qualche modo di troppo. Le loro coscienze erano inevitabilmente tenute insieme da questo filo invisibile e tra loro c'era una connessione profonda. Non solo sensazioni ma anche emozioni. E questo con il tempo aveva sviluppato tra di loro una vicinanza che alla fine neanche loro volevano.

Dovevo ammettere con me stessa che all'inizio non avevo preso questa cosa molto bene ma dopo aver scoperto tutto in un qualche modo mi sentivo anche un po' in colpa. Ero gelosa nonostante tutto...

In quel momento qualcuno entrò dalla porta principale.

Aveva un cappuccio calato sul volto mentre sottobraccio aveva un grande cestino pieno di funghi e radici.

Si abbassò il cappuccio e da esso spuntarono lunghi e folti capelli azzurri. Gli occhi verde acqua scintillanti più del solito.

«Ezarel, è un piacere rivederti!» sorrisi all'elfo mentre avevo ancora il mano la tazza di the.

Piume bianche - New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora