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"Stile: in inglese un insieme di scalini che non permettono agli animali di scavalcare una staccionata" lessi. Le ricerche di questa cosa chiamata Stiles proseguivano, trovavamo questa parola ovunque ed ovunque la cercavamo, nei libri di qualsiasi materia, sui cartelloni pubblicitari, nei tanti, molti vocabolari. Adesso, persino su internet. Malia non faceva altro che sottolinearla in rosso.

La biblioteca era illuminata dai fiochi raggi del sole, oggi era stranamente silenziosa, anche la bibliotecaria si era rifiutata di lavorare, perciò io e Lydia ne avevamo approfittato per fare le nostre ricerche.

"Non credo che sia esattamente ciò che cerchiamo" sbuffai, guardando Lydia "Malia avrà trovato qualcosa?" chiesi, speranzosa "Lei aveva il compito di riparazione oggi" rispose "E tuo fratello?" "Scott ci aiuterà appena potrà, non può più saltare le lezioni" spiegai, ed in quel momento si sentì un ululato "Il compito non è andato bene" ironizzò Lydia, raccattammo le nostre cose ed in fretta uscimmo dalla biblioteca. Lo scantinato della scuola fu il primo posto che ci venne in mente, infatti la signora Martin era appoggiata la porta in preda all'esasperazione "Ho chiamato lo sceriffo e Scott è lì dentro" sentenziò, all'arrivo dello sceriffo ci addentrammo, restando sempre a debita distanza "Si sta calmando" esclamò Scott, però Malia ci ringhiò contro nelle sue vesti da Coyote "Scott, sei tu l'Alfa, non puoi renderla più docile?" chiese Stilinski "Non è lei il problema, siamo noi" intervenne Lydia "Questo è il suo territorio, ce ne dobbiamo andare".

Era già successo una volta, anni fa, io e Scott aveva invaso il territorio di Malia, la grotta nel bosco. Lydia ci esortò a spostarci e ci nascondemmo dietro li scaffali "Malia veniva qui nelle notti di Luna piena, prima che usassimo la casa sul lago" "Avevi detto che ci era entrato un animale selvatico" la riprese la madre "Ringrazia il cielo che non dico tutto" brontolò Lydia. Malia ringhiò e lentamente avanzò verso di noi, trasformandosi "Tranquilli, io sto bene" ci rassicurò, mentre lo sceriffo girava la testa e Nathalie spalancava la bocca. Malia non aveva vestiti, perciò Nathalie la coprì il tempo necessario che si rivestisse. "Sapete perché reagisce così?" chiese lo sceriffo "E' un periodo complicato. Gli esami, la scuola, la madre che la vuole uccidere" rifletté mio fratello, accigliandosi "Non dovrebbe mutare forma. Potrebbe essere collegato a Stiles?" Scott guardò me e Lydia, in cerca di una risposta che non potevamo dare "Non lo so" esclamammo in coro "Stiles è un nomignolo di famiglia" si intromise lo sceriffo, sotto voce, sembrava più che altro immerso nei suoi pensieri "Come?" dissi "Sì, io non lo uso mai, ma mio padre lo usava".

Era una persona. Stiles era una persona, avevo ragione.

Al momento solo lo sceriffo poteva darci dei chiarimenti, ci autoinvitammo a casa sua. La porta si aprì di scatto, senza darci il tempo di suonare "Ho sentito l'auto di Noah, non spaventatevi" ci sorrise Claudia, accogliendoci in casa "Prego, accomodatevi pure" ci sedemmo sul divano e lei ci offrì gentilmente del the e dopo poco lo sceriffo arrivò con una scatola "Era ingegnere per l'esercito. Ha vinto la guerra, un ponte alla volta" sulla fotografia che ci passò Stilinski era ritratto suo padre da giovane, gli somigliava molto, i tratti erano simili, indossava la divisa ed il casco, impugnava un fucile, la foto era color seppia e consumata, ma si poteva notare in basso a destra una scritta in matita e quasi sbiadita, fatta da una mano tremante e forse di fretta: Stiles.

"Lo chiamavano Stiles?" domandai "Questo cosa c'entra con la caccia selvaggia?" lo sceriffo sembrava preoccupato "Forse hanno portato via qualcuno" iniziò mio fratello con tranquillità, intanto il mio telefono non finiva di squillare "Sapete chi?" "Non lo sappiamo, ci hanno tolto la memoria" rispose Scott allo sceriffo "Abbiamo un indizio" intervenne Lydia, rivolgendomi un'occhiata "Stiles" mormorai, notando Claudia impallidire "E' per questo che volete far visita ad Elias".

Avevamo chiesto solo questo piccolo favore, farci entrare nella casa di riposo dove si trovava Elias Stilinski. 

"Potrebbe aiutarci a capire, forse sa chi stiamo cercando" disse Scott "Qualcuno della vostra età?" chiese lo sceriffo "Sì, forse un mio amico. Forse il mio migliore amico" "O qualcosa di più" aggiunsi "Lui è in una casa di cura molto lontana da qui, non lo andiamo a trovare da anni" "Posso usare il bagno" ci interruppe Lydia, come sconvolta, e nessuno se n'era accorto "Certo" acconsentì Claudia, stranita. Il mio telefono squillava ancora ed incessantemente, doveva essere importante, perciò uscì, restando sulla veranda "Pronto?" risposi, senza aver letto che fosse "Da quando sei così scontrosa?" mi prese in giro "Capita quando si è insistenti" mi sedetti sul divanetto lì fuori "Mi manchi Karoline" sospirai "Anche tu" finse di piagnucolare, scossi la testa, divertita "Magari se ti affacciassi alla finestra ti mancherei di meno" "Tu sei qui?" sgranai gli occhi, da Seattle non era un viaggio breve "Solo fino a domani" annuì, sapevo bene non potesse vedermi, in questi giorni avevo provato a contattarla ma lei era irraggiungibile e magari proprio per questo motivo.

I Know You Love Me; MemoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora