Clare entrò in camera serena del fatto di aver trovato qualcuno con cui parlare, mentre gli infermieri le aprivano la porta il suo cuore ricominciò a battere fortemente, il suo classico presentimento. Dallo spiraglio che lentamente iniziò ad ingrandirsi vide un'enorme figura di spalle, i pantaloni a quadri blu notte lasciavano intravedere le gambe robuste aveva inoltre un taglio di capelli rasato dietro. La figura stava leggendo uno dei libri regalatogli da Alec. Clare si avvicinò silenziosamente per poi riprendersi il libro.
"- Posso aiutarla? -" era un uomo con gli occhi blu, lo stesso blu del mare di notte, quello tendente al nero, degli zigomi poco pronunciati e un paio di occhiali, i capelli lisci arruffati in un cespuglio pronto a coprirgli la fronte.
"- Immagino di sì; piacere il tuo medico personale -" Clare rise,
"- Ok la porta è quella -" gliela indicò con una mano, lui non si mosse e la squadrò all'alto verso il basso,
"- Prendi i tuoi farmaci? -" rise di nuovo, ora sì che sembrava pazza,
"- No, certo che no, non sono pazza e soprattutto non ho bisogno -" rimise il libro al suo posto, questo imbecille crede alle cavolate dei miei genitori? Povera me, pensò Clare,
"- Decido io quello di cui tu hai bisogno -" sembrò minacciarla, ma lei sostenne il suo sguardo inquisitorio allo stesso tempo curioso,
"- Quanto gli hanno promesso? Diecimila? Ventimila? -" mise le mani sui fianchi pensando alle infinite cifre che gli avrebbero potuto promettere,
"- Nessuna cifra, sono uno di quei pochi medici non corrotti -" si avvicinò di qualche centimetro, nonostante fosse più alto Clare riusciva a mantenere il contatto visivo,
"- Sì certo, non mi interessa, faccia quello che vuole, ma non tocchi le mie cose grazie. -" Clare si girò ma lui le prese il polso come una morsa, lei si rigirò e lo scaraventò a terra.
"- Aggressione al personale medico, dal manicomio al carcere è un attimo -" ora era lui a ridere, lei lo guardò seria "- oppure ti potrei riempire di così tanti calmanti che che non riusciresti a buttarmi a terra neanche con la forza del tuo sguardo da sirena. -" lui si rialzò spolverandosi i pantaloni,
"- Per ottenere che cosa? Una denuncia per abuso di farmaci su una minorenne? -" conosceva abbastanza bene la legge, lui la fissò di nuovo,
"- Mettiamo le cose in chiaro ragazzina, tu non hai la più pallida idea di cosa possa farti io e spacciarla per cura sperimentale o necessaria, per cui io direi di smettere di fare la guerriera senza scudo e armatura -" Clare arretrò vedendolo avvicinarsi di nuovo, evidentemente gli piaceva essere buttato a terra,
"- Se pensi di avermi spaventato ti sbagli -" si girò per andarsene,
"- Ciò che non sopporto di più è il tuo atteggiamento, non sei qui per fare uno spettacolo, al mio tre dovrai aver già resettato il tuo cervello mettendo da parte questo tuo carattere. -" Clare si bloccò e rise di nuovo guardandolo "- UNO -" lui mise le mani nelle tasche del camice, "- DUE -" un passo più vicino e lei più lontano, "- TRE -" smise di ridere fingendo di aver "resettato" il suo cervello, il suo viso divenne improvvisamente serio, lui annuì convinto di quel reset,
"- Ferma il gioco, sei ridicolo -" lo guardò sorridendo lui sbuffò,
"- Non mi scuserò per questo -" in un movimento veloce, la fece addormentare. E che cavolo, pensò Clare.
Due ore dopo...
Clare si risvegliò con la vista offuscata e i muscoli tirati. Dopo aver messo a fuoco vide una stanza completamente nera, le pareti screpolate, e l'umidità, le davano fastidio, aveva stranamente cambiato abbigliamento; un top nero con dei pantaloni di lino bianco e delle culottes rosa carne sotto. Le braccia legate sopra alla testa tese unite da delle manette di metallo agganciate ad una catena di ferro appesa al muro, come se fosse un animale, le gambe a penzoloni, e la pancia completamente scoperta.
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Con affetto, un ammiratore segreto...
ActionClare Callum ha sempre pensato che la sua ricca famiglia fosse normale, con qualche litigio, si sa cose da ricchi; fino a quando si ritrova catapultata su un'isola mortale per incominciare un gioco mai finito. Ma il peggio deve ancora venire perché...