A/n
Nuova storia.
Sarò breve: questo capitolo è ispirato dalla canzone Self-conclusion dei The Spill Canvas
Ascoltatela è bellissima
Ok fatto, addio.Inspira
Espira
Inspira
EspiraL'aria che respiravo era impregnata dall'odore del mare e del sottobosco bagnato, la pioggia cadeva sottile e piacevole sulla mie braccia scoperte. In quel momento io ero il sottobosco, ero la pioggia, ero il mare. Io ero la scogliera.
Dopo alcuni momenti aprii di nuovo gli occhi e tornai a contemplare le onde che si infrangevano sugli scogli sotto di me; ero seduta sul ciglio di un burrone a picco sul mare, le gambe che penzolavano, a tratti calciando l'aria, a tratti pendendo abbandonate in balia del vento che tirava a momenti, ma non adesso.
Adesso tutto era calmo, la luna quasi piena illuminava il mondo di una luce soffusa, il vento era cessato così come il mare si era fatto improvvisamente tranquillo, riposando placido e abbracciando il riflesso della luna in esso. Sembrava che il tempo si fosse fermato, come se il mondo stesse trattenendo il respiro, proprio come stavo facendo io.
Me lo sentivo dentro, il mio istinto mi stava dicendo che era il momento. Lo sapevo e basta. Mi alzai tremante da dove ero seduta, appoggiandomi sulle mani per darmi più stabilità, i palmi mi sprofondarono nella terra fradicia, sporcandosi di fango, ma non aveva importanza. Nulla aveva più importanza. Rimasi in piedi sul ciglio per alcuni minuti, semplicemente ammirando la bellezza della vista di fronte a me.
Ero nervosa, ma non avevo paura, era più adrenalina quella che scorreva nelle mie vene e mi offuscava la mente. Avevo aspettato questo momento per troppo tempo. Un sorriso apparve sul mio viso, il primo da molto, molto tempo.
Finalmente.
Finalmente.Mi girai, dando la schiena al mare, al vuoto che mi divideva da esso.
Presi un respiro profondo, aprii le braccia.No. No. Ti prego, no. Ho visto male. Dimmi che ho visto male. E invece avevo visto bene, era proprio lì, nella coda del mio occhio, e si stava avvicinando di corsa. Chi diamine era? Cosa voleva da me?
Vai via, vai via, vai via! Ti prego lasciami sola. Ti prego.Ma a quanto pare quella non era la sua intenzione, perché si stava avvicinando sempre di più. Cominciai ad agitarmi. Cosa faccio? Se si avvicina mi fermerà. Devo buttarmi. Devo farlo ora. Sarà troppo tardi. No. Non posso farlo. Non posso. Ho programmato tutto. Non doveva andare così. È tutto sbagliato.
Mi bloccai. Dovevo allontanarlo. Farlo andare via. Alzai le spalle e mantenni la testa alta e lo sguardo fisso sulla persona, nulla mi avrebbe fermata.
Quando fu abbastanza vicino da fare in modo che la luce della luna cadesse sul suo viso vidi che era un ragazzo, era giovane, circa della mia età, e i suoi lineamenti erano coperti dal cappuccio della sua felpa nera, che nascondeva gran parte del suo viso nell'ombra."Scusa, ma ho intenzione di morire stanotte, e tu sei decisamente di mezzo e sono certa che mi dirai che è sbagliato" gli dissi
"Scusami, ma hai la minima idea di quello che mi hai appena detto e con chi stai parlando?"
Ridacchiai "Non mi interessa, non mi conosci neanche"
"Lo so, ma mi piacerebbe farlo un giorno" mi rispose
Rimasi senza parole per un secondo, chiedendomi se avevo sentito bene, se quel tipo si rendesse conto di quello che aveva detto o se fosse completamente pazzo. L'ipotesi più probabile era che fosse l'ennesimo ipocrita che vomitava parole vuote per pietà.
"Sai," riprese "siamo tutti un po' innamorati dell'idea di poter mettere fine a tutto con un semplice gesto, il trucco è che non devi mai metterla in pratica, non importa quanto insopportabile diventa la tristezza"
Accennai un sorriso acido "Lo fai sembrare così facile vivere, ma dimmi come dovrei godermi la giornata quando tutto quello che avevo dentro è morto?"
"Credimi, so che le tue gambe ti stanno pregando di saltare, ma..." esitò per un attimo, abbassando lo sguardo "ti offro questa semplice scelta: invece morire, vivi con me." Disse, la sua voce gradualmente calando di volume, fino a diventare quasi un sussurro.
"Sei pazzo?!" Esclamai "Non mi conosci neanche."
"Lo so, ma spero di farlo presto" si ripeté.
Per un attimo scese il silenzio, un silenzio pieno di sguardi. Non capivo questo ragazzo, non lo capivo e volevo farlo. Mi intrigava. Era come un mistero da risolvere e non comprendere le cose mi aveva sempre infastidita.
"Ok, hai vinto," le parole uscirono dalla mia bocca prima che riuscissi a rendermene conto "ma ti concedo una sola notte per dimostrarti migliore del mio tentativo di volo. Giuro su dio che se mi ferisci salterò, mi getterò da questa scogliera senza che tu te lo aspetti."
Rise per alcuni secondi. Lo fissai incredula e infuriata."Calmati, so che cosa stai passando" mi rivolse un sorriso stentato "giusto dieci minuti prima che arrivassi stavo per buttarmi anch'io."
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L'Appel Du Vide
Teen FictionIl richiamo del vuoto. Una ragazza in balia della propria infatuazione per la morte, un ragazzo che cerca di salvarla e un dirupo a picco sul mare. Chi vincerà il suo cuore alla fine?