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Questo capitolo non è collegato agli altri.
Personaggi, trame e timelines potrebbero tornare in futuro, ma non è necessario aver letto altre fonti per comprendere ciò che è scritto qui di seguito.
Tutto ciò che è scritto in questa storia, è da prendere totalmente fuori contesto.
Ho scritto questo capitolo un sacco di tempo fa, durante una vacanza al mare.
Mi ero totalmente bruciata con il sole e la cosami ha spinta a scrivere una cosa simile.
Ho dei seri problemi, non fateci caso.
In più volevo anche farvi conoscere uno dei Villain della storia, nel modo migliore possibile.
I love my babyboy. Nonostante mi farebbe spellare viva se sapesse che lo chiamo così.
We love an unstable-walking-red-flag boy.
Enjoy :3 !
☽☾
Jack scese le scale e due servitori gli furono subito dietro per coprirlo con un ombrello e sventolarlo con un lungo ventaglio di foglie verdi.
Uscito dal palazzo, sorrise riempiendo i polmoni di aria pregna del profumo del mare poco lontano.
Quel posto in particolare gli piaceva un sacco. Ma soprattutto amava il mare in generale.
Attraversò il giardino scendendo lungo la collina, sempre sotto l'ombra degli attenti servitori.
Rimase ad osservare i fiori per un poco, poi si diresse verso il vero motivo per il quale aveva deciso di uscire dalle fresche stanze del palazzo in una giornata così calda e afosa.
Sotto il sole abbacinante delle due del pomeriggio, tra l'altro.
Arrivato alla vecchia secca per le barche, ormai inutilizzata, congedò i due servitori dopo avergli regalato un giorno libero. Poi scese gli ultimi gradini, ritrovandosi davanti a Bohr, incatenato a terra, sul cemento bollente, a qualche metro dalle onde che andavano a risaccare debolmente nella conca di pietra naturale.
Legato polsi a caviglie a terra, tramite dei catenacci ormai roventi, ancorati a dei grossi anelli di pietra che un tempo servivano a fissare le navi al molo.
Ora servivano unicamente a far imparare una lezione che difficilmente Bohr avrebbe scordato.
Questo Jack poteva giurarlo anche solo a vedere le ustioni sul petto, le braccia e il viso stesso dell'uomo.
Le corna ancora attaccate ancora alla sua testa, ma lo sarebbero state ancora per poco.
«Allora, socio. Che te ne pare della mia spiaggia privata? Troppo sole, forse?»
Chiese Jack ironico, con un sorriso sornione sul volto.Rimase seduto sull'ultimo gradino, all'ombra.
Bohr non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi, tanto il sole lo aveva massacrato.
«Ac-Acqu-» Chiedeva, con voce rauca e fiato spezzato.Jack ridacchiò a quella vista.
«Acqua, giusto? Effettivamente con tutto questo caldo sale l'arsura.» Disse, prendendo dalle braccia di uno dei servi un otre colmo d'acqua gelida e gocciolante.
Ne tolse il tappo di sughero.Bohr prese a dimenarsi appena visto tutto quel ben degli Dèi, tuttavia le ustioni lo fecero gridare di dolore regalandogli una fitta bruciante lungo tutto il corpo.
Jack scoppiò a ridere come un bambino e bevve un sorso d'acqua, attento a farla gocciare dai lati della bocca, fino a terra, a pochi centimetri dal corpo del demone.
«Era da quando ero un ragazzino e ti ho conosciuto come braccio destro di mio padre che non mi piacevi. Ma ora, comportarti questo modo, crearti da solo degli ordini da seguire. No, no, Bohr non si fa così, amore mio.»Prese un secondo sorso d'acqua.
«Io ho so-solo eliminato il ne-nemico, Jack.»
Disse, non con strafottenza, ma con tono supplicante, come se volesse rabbonire Jack il prima possibile e salvarsi da quell'atroce agonia.«Bohr... Ti sembro per caso una puttana?»
Il demone cercó di deglutire, stringendo i denti a causa del dolore.
«Cosa?»
«Ho detto: Ti sembro per caso una puttana, Bohr?»
Il prigioniero non capiva da dove venisse una simile domanda, perciò esitò a rispondere.
Jack fece per rovesciare il contenuto dell'otre sul cemento, Bohr si agitó di nuovo. E un'altra fitta seguì.
«No... Non mi sembri una... Una....»
Jack schiantó a terra l'otre, ormai libero di sfogare la rabbia.Gridó furibondo:
«E allora perché pensi di potermi fottere per soldi come ti pare e piace, pezzo di merda? Lo so con chi hai stretto accordi. So con quale feccia hai patteggiato, ingrato figlio di puttana!»
Bohr guardó tutta quella preziosa acqua cadere a terra e defluire verso quella salata del mare.
Ora ne era certo: Sarebbe morto.
«Non ho stretto patti con nessuno, Jack. Lavanda mi ha solo proposto un accordo.»L'altro lo zittì con un gesto rapido della mano.
«Quindi credi davvero di potermi prendere in giro. Torni da una missione e annuncia con fierezza di aver fatto tutto il contrario e di aver reso evidente il mio operato.» Prese dalla tasca la treccia dei capelli rossi di Helen che Bohr stesso gli aveva portato la mattina prima.
«Ora sono animali spaventati. E sai cosa fanno le bestie spaventate, Bohr?»Il demone fissó la treccia, poi chiuse gli occhi.
«Fuggono?»
Jack diede un calcio all'otre facendolo scagliare contro il muro.
«Le prede come te fuggono, Bohr caro. Gli omuncoli che non sanno esaminare il proprio nemico fuggono.
Ma a Vly non sono fatti così, inutile pusillanime. Ci verranno a cercare e dovremo svolgere le nostre mansioni con il doppio del difficoltà, omuncolo testa di cazzo!»Bohr chiuse gli occhi e prese a piangere come un vitello al macello.
Jack si calmó regolando il respiro. Guardó la treccia per un'ultima volta, per poi scagliarla in mare.
Controlló l'orologio da taschino.
«Tra qualche ora salirà l'alta marea. Spero che tu sappia trattenere il respiro.»
Ripose l'orologio e guardó Bohr un'ultima volta.Forse suo padre avrebbe semplicemente scelto di ucciderlo seduta stante con una fucilata in fronte.
Oppure avrebbe negoziato.
Scosse la testa. Lui non era suo padre, per sua fortuna.
Non aveva bisogno di traditori o gente così trasportabile dalle proprie emozioni.
Risalì le scale cercando di attutire le grida di Bohr nella propria testa.
☽☾
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Frammenti dell'Anello
FantasiaLa storia non è una storia! Solo frammenti, della stessa storia, che mi va di scrivere in cerca di ispirazione varia ed eventuale. Spero vi possa piacere anche se è una sorta di strano puzzle.