Simone in accordo con gli altri aveva saldamente deciso che sarebbero fuggita da quell'isola, per la seconda volta. Dovevano semplicemente aspettare che arrivasse l'amichetto di Luna.
Nel frattempo...
"- Questi cavolo di tacchi! -" Clare se li tolse violentemente per camminare lungo la strada di mattoncini rossi che conducevano all'hotel più vicino. Il vestito le era leggermente salito e aveva perso qualche paillette, i suoi capelli erano diventati ricci e le punte blu la infastidivano così tanto che incominciò a valutare l'idea di tagliarsele sul momento. Durante la sua camminata pensò a con quanta gioia avrebbe raccontato le sue avventure estive a tutte le sue amiche. Mancavano dopotutto ancora due mesi, due mesi in cui sperò che non ci fossero rapimenti, tentati omicidi, lotte, manicomi, torture, e soprattutto soprese. Basta sorprese, ne aveva abbastanza, adesso doveva trovare qualcuno che la riportasse da suo fratello per salvarlo ancora una volta. Chi lo avrebbe mai detto? La sorella più piccola che salvava il fratello più grande. Nessuno, perché era abituata a sentirsi dire che lui fosse il migliore, lei quella che se ci fosse stato un trono avrebbe abdicato volentieri. Eppure Simone non aveva le stesse capacità della sorella, lui ragionava sistematicamente; se avesse visto una porta chiusa avrebbe cercato una chiave, ma Clare l'avrebbe sfondata, e ci sarebbe passata sopra come niente fosse. Se Simone vedeva due blocchi di pittura bianca e nera e i posti in una parete fossero stati tre, non li avrebbe mai mischiati, Clare sì. Entrambi completamente diversi, ma uniti dall'amore l'uno per l'altra. Entrò nella reception; una stanza piccola con divanetti cipria posizionati sopra tappeti bianchi, i lampadari, giganteschi colossi di cristallo, chiavi sparse ovunque. Clare si avvicinò al bancone dove un ragazzo alto di spalle stava sistemando delle carte. Suonò il campanellino,
"- Oh merda -" dissero all'unisono, ci fu un silenzio glaciale tra lei e Jack nel rincontrarsi in quel modo, le guance di entrambe avvamparono dall'imbarazzo,
"- Ciao -" dissero di nuovo insieme, le scappò un leggero sorriso nel vedere le fossette di lui apparire sulle guance,
"- Ho visto che sei una celebrità -" Jack indicò con un dito il telegiornale che trasmetteva la stessa notizia di ieri sera, Clare emise un'imprecazione,
"- Credo sia meglio che me ne vada -" si girò per aprire la porta quando lui le corse dietro, imbranato com'era,
"- Senti, io sono stato uno schifo di persona ma non abbiamo mai chiarito faccia a faccia, ora il destino ci ha riportati sulla stessa strada, per cui per favore, fermati -"
"- Ero svenuta Jack, svenuta. Poi sono partita e tu mi hai reso abbastanza chiare le tue intenzioni di un chiarimento, però ho incontrato un'altra persona ed io credo di amarla -" lo aveva detto davvero così espressamente?
"- Capisco, la tua stanza è la 114, buona serata -" le offrì le chiavi e ritornò dietro il bancone. Clare salì le scale coperte da un lussuoso tappeto rosso, quadri e foto risalenti secoli e secoli fa appendevano le pareti, le luce sopra di essi erano fioche fornendo a quel corridoio un aspetto spettrale, antico, sotto i suoi passi le tegole scricchiolavano lievi. Aprì la sua porta con una cautela immensa. Fortunatamente la stanza non aveva nulla di appariscente, il letto matrimoniale delle lenzuola bianche industriali, due comodini a i lati con delle lampade antiche, un minuscolo bagno con una doccia e un phon. Prese il set di cortesia e si diresse verso la doccia per levarsi via lo sporco del manicomio da cui era uscita. Circa mezz'ora dopo era fuori in cerca di un paio di forbici per tagliarsi le punte blu.
Decise di scendere giù nonostante fosse in accappatoio. Mentre scendeva le scale notò che le sue nocchie erano guarite quasi del tutto. L'osso del pollice era apposto grazie ad un medico che era al pub, ma ciò che non era apposto era la sua mente. Una luce però sembrava non funzionare bene, i pensieri si rifacevano vividi nella sua mente, il viso dell'uomo che si era finto un medico per poi cambiarla completamente. Il solo pensiero dell'acqua gelida delle manette ancorate alla catena sul soffitto, le facevano mancare l'aria bloccandola in qualunque posto fosse. Si adagiò con le spalle verso una parete del corridoio si sedette contando al contrario a partire da 100 mentre le lacrime le rigavano il viso e il corpo si riempiva di fremiti. Cercò di scacciare via quei pensieri, ricordandosi che non era più lì con lui, in quella stanza, adesso si trovava in un posto tranquillo e a breve avrebbe rivisto suo fratello, ma non ci riusciva, dei passi piombarono nel corridoio. Clare si alzò velocemente quando una voce fin troppo familiare riempì il silenzio,
"- La sua stanza è la 110, ma se preferisce posso cambiare -" Jack stava accompagnando lui, il fratello di Alec. Corse immediatamente in camera sua chiudendosi a chiave, bloccando la maniglia con una sedia, ci mise sopra anche una lampada, prima di nascondersi nell'armadio della stanza. Si portò le ginocchia al petto nella speranza di sentirsi più piccola occupando un minuscolo metro cubo di spazio buio, mentre le sue mani brancolavano nel buio trovò un telefono, un po' vecchio ma funzionante. Con dita tremanti iniziò a spingere i numeri per chiamare Nick, lui l'avrebbe portata via subito da lì, Alec avrebbe cercato spiegazioni, ma lui le avrebbe chieste dopo, i singhiozzi le facevano mancare il respiro mentre cercava disperatamente che lui rispondesse.
"- Pronto? " la sua voce anche se dall'altro capo del telefono pareva consolarla, Clare non riusciva a parlare,
"- Nic-nick -" riuscì a dire sforzando il suo diaframma, sentì un misto di movimenti, come se si fosse appena svegliato,
"- Oh mio Dio, Clare, dove sei? -" lei scosse la testa nel sentire dei passi avvicinarsi, riprese a piangere ancora più forte,
"- Mi verrà a prendere di nuovo -" l'acqua gelida, la stanza, chiuse gli occhi per provare a non pensarci,
"- No, no, tranquilla, ho rintracciato la fonte della chiamata, sto venendo a prenderti, resisti -" Clare si sentiva mancare di nuovo il respiro e tra singhiozzi e paura non sapeva cosa fosse peggio, non riusciva neanche a tenere in mano il telefono per il tremolio,
"- Nick scus-ami i-io -" se fosse stata l'ultima volta che lo avrebbe rivisto avrebbe preferito raccontargli tutto e scusarsi era compreso,
"- Rimani con me sto arrivando, per favore -" ma il cervello di Clare era già annebbiato quando sentì una persona cercare di sfondare la porta, sempre più forte, più violento,
"- E' ar-rivav-to -" il cuore gli arrivò in gola, la sedia si mosse e cadde, l'ultima spiaggia era la chiusura a chiave,
"- Nononono respira e non riattaccare altrimenti prometto di batterti sulle onde australiane -" Clare sorrise tra i singhiozzi tappandosi con un mano l'orecchio e con altra tenendo il telefono per sentirlo parlare, la porta sembrò rompersi, ma non cedette, "- prometto di arrivare da te a breve, di portarti via da lì, di farti visitare la Grecia e di farti studiare per realizzare i tuoi sogni. Ma devi resistere, ok? -" non rispose aveva troppa paura che la sentisse, "- ti prego dimmi che ci sei, Clare ? Due minuti resisti -" scosse la testa, non avrebbe fatto in tempo, lui l'avrebbe riportata via, attaccò la chiamata. Improvvisamente non sentì più nulla, nessuno stava cercando di distruggere la porta come prima, magari si era arreso, prese un respiro profondo e la porta si ruppe. Dei passi veloci si diressero direttamente all'armadio. Aveva raggiunto il culmine della paura. Il ciuffo biondo oro di Nick si fece avanti, la tirò via in braccio come una bambina. Lei si aggrappò tenendolo stretto a sé, lui la strinse ancora più forte sussurrandogli qualcosa all'orecchio che non ascoltò troppo presa dal non ritrovarsi con il fratello di Alec. Salirono in macchina dove lui aveva apparecchiato centinaia di kit pronto-soccorso, vestiti puliti, coperte soffici e i suoi snack preferiti. Le mise la cintura corse così veloce che Clare non fece in tempo ad accorgersi di essere a casa sua.
STAI LEGGENDO
Con affetto, un ammiratore segreto...
ActionClare Callum ha sempre pensato che la sua ricca famiglia fosse normale, con qualche litigio, si sa cose da ricchi; fino a quando si ritrova catapultata su un'isola mortale per incominciare un gioco mai finito. Ma il peggio deve ancora venire perché...