Capitolo 30

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"- Riesci a scendere? -" Nick era in preda all'agitazione, avrebbe voluto riempirla di domande, così tante che sarebbe stata costretta a rispondere, eppure le lasciò un momento per farle riprendere fiato e farle capire che tutto era finito. 

"- Sì, grazie -" lui non aveva mai sentito la sua voce rotta dal pianto e non gli piaceva quel suono. Clare scese con un piccolo saltello dalla macchina e si guardò intorno mentre lui tirava via le cose dalla macchina. Era ancora scossa dalla paura di ciò che era successo prima, quanto sarebbero andate avanti queste crisi e soprattutto lui si sarebbe rifatto vivo? Entrarono nella gigantesca casa, sembrava di essere finiti in un castello. Clare si perse nell'immensità delle stanze nella vastità del soffitto a cupola di vetro. Nick la prese delicatamente per il braccio e la fece sedere sull'enorme divano con il camino davanti. Si abbassò per arrivare alla sua altezza.

"-  Ora devi dirmi tutto -" la guardò con i suoi occhi verdi smeraldo, e lei sicura della sua presenza incominciò a raccontargli tutto; a partire da quando era andata da i genitori, a quando era finita in quel manicomio, concludendo con l'incontro del fratello di Alec. Lui non le faceva domande ma lei notò il contrarsi nella sua mascella, il movimento per impedire alle mani di chiudersi in un pugno, i suoi respiri irregolari. Cosa stava veramente trattenendo dentro Nick? Clare non lo sapeva ed era sicura che prima o poi sarebbe scoppiato qualcosa. Qualcosa di infinitamente pericoloso.

"- ... ed  ogni volta che vedo qualcosa che mi ricordi quell'esperienza succede questo -" indicò il suo viso, lui si alzò e la prese fa le sue braccia, 

"- Io ti prometto che gliela farò pagare -" Clare ebbe un presentimento, cattivo molto cattivo, 

"- Posso farcela da sola -" cercò di dire ma lui la strinse ancora di più, 

"- Scordatelo, hai perso questa opportunità dopo tutto ciò -" la prese in braccio fino a portarla nella camera da letto. Era una stanza enorme con un letto matrimoniale gigante, c'erano quadri, un camino, delle finestre immense e tende in tinta con l'arredamento blu. Clare rimase immobile mentre lui con un pulsante apriva una porta con una stanza incastrata nel muro. Lo seguì dentro vedendo una cabina armadio piena di vestiti divisi per colore e occasione. Al centro un minuscolo sgabello dove sedersi per ammirare la maestosità degli abiti. 

"-  Wow -" si fece sfuggire in un sussulto, lui sorrise mettendosi le mani sui fianchi e con sguardo fiero disse 

"- Sai che è tutto tuo vero? -" lei divenne rossa per l'imbarazzo, lui gli raccontò che da quella notte aveva progettato quella casa per loro due, solo e soltanto loro due, ciò includeva arredamenti e vestiario. 

"- Credo che non mi abituerò mai a tutto ciò -" lui andò versa una cassettiera bianca e gli consegnò fiero una camicia da notte, 

"- Dovresti cambiarti, se desideri, quell'accappatoio lo possiamo anche bruciare -" lei sorrise lievemente, 

"- Un bel falò -" aggiunse, lui le sorrise, chiuse la stanza per lasciargli i suoi spazi e uscì attendendo che lei fosse pronta. Clare si sbrigò piegando l'accappatoio che a breve avrebbe fatto una brutta fine, la camicia da notte era lunga fino alla caviglia, satinata di colore blu, con un leggere scollo a V. Quando uscì lui era già al computer seduto sulla spalliera del letto, si era cambiato rimanendo senza maglietta solo con un paio di boxer dello stesso tessuto della sua camicia da notte, i suoi addominali scolpiti riflettevano con il chiarore della Luna. Sembrava una statua appena uscita da un museo. Lei salì sul letto, quando lui fece per andarsene, 

"- No, ti prego -" lui rimase sbalordito, spalancando gli occhi, 

"- Tu vuoi che io resti? -" lei annuì sicura, si infilò sotto le morbide coperte e attese che lui facesse lo stesso. Il suo corpo muscoloso diffondeva calore, che però non dava fastidio. Il suo profumo inondò lo spazio tra loro due. Clare gli spostò leggermente il ciuffo sorridendogli lui ricambiò attirandola a sé

"- Cosa gli farai? -" domandò lei, 

"- Li distruggerò -" rispose sicuro senza spaventarla, 

"- Intendi ucciderli? -" Clare avrebbe preferito non partecipare a più di un funerale nello stesso anno, 

"- Vuoi che lo faccia? -" , pensò lei, o meglio voleva che il fratello di Alec soffrisse ma i suoi genitori erano ormai una causa persa. 

"- No, non voglio. -" 

"- Però vuoi che lui soffra -" 

"- Sì quello sì -" ammise arresa, lui sorrise mostrando i suoi denti bianchi, 

"- Oh non ti preoccupare, penserò a tutto io -" perché Clare non si fidò di quelle parole?

Nel frattempo la mattina seguente... 

Luna fu la prima a risvegliare il gruppo. Una nave gigante era appena approdata sull'isola. Dato che il suo amichetto non arrivò mai, il resto degli amici si era arreso. Ma quella, quella nave adesso portava alla salvezza. Scese un uomo seguito da un esercito di altri ragazzi e ragazze in uniforma nera con armi a portata di mano. Tutti ebbero un sussulto di paura tranne Atlas che non vedeva l'ora di conoscere chi fossero. 

"- Buongiorno ragazzi, il mio nome è sergente Watt, sono stato inviato qui un importante esponente dell'alta società, purtroppo non posso rivelarvi il nome ma, desidera che veniate con noi -" le parole dell'uomo rimasero sospese nell'aria, 

"- Potrebbe darci ulteriori informazioni? -" domandò Atlas, pulendosi gli occhiali da sole con il bordo del costume, 

"- Certo, ci manda Clare Callum -" tutti quanti sbiancarono alla notizia che gli era appena stata comunicata, la loro attenzione venne attirata da un gruppo di ragazzi che gettava benzina su tutta l'isola.

"- Scusate ma cosa state facendo? -" domandò Maggy, in lontananza arrivarono altre barche della stessa struttura e forma che era approdata prima, la comitiva incominciò a scambiarsi sguardi preoccupati, 

"- Daremo fuoco a questo posto come ci è stato ordinato dal nostro capo, non danneggeremo flora e fauna perché il nostro compito è distruggere tutto -" Atlas non era molto convinto, 

"- Siete dei mafiosi o fate parte di un'organizzazione criminale? -" chiese Callias curioso, 

"- No, il nostro capo è bilionario e con i soldi si fa tutto, ora se volete scusarmi vi prego di salire sulla nostra nave dato che ci attendono -" l'uomo si girò e li condusse dentro, mentre sicuri la comitiva lo seguiva.   

Con affetto, un ammiratore segreto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora