Capitolo 25 - Il rientro

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Non appena sentii la sua presenza mi allontanai immediatamente.

Fissai il mio sguardo in quello di Leiftan in cerca di una spiegazione ma che nemmeno lui sapeva darmi. Semplicemente Erika era stata attratta dal suo stato ed era entrata in connessione con lui.

«Mi dispiace, non vol...»

Ma non era colpa sua, in fin dei conti avevamo fatto questo viaggio appunto per interrompere questa cosa involontaria tra i due.

Non gli lasciai finire la frase, mi appropriai nuovamente delle sue labbra estendendo la mia coscienza fino alla sua.

In un angolino potevo ancora percepire Erika. Vagava in quella dimensione come spaesata alla ricerca di qualcuno che la potesse aiutare. Alla ricerca di Leiftan.

Appena la sfiorai capii immediatamente il limite tra lei e lui. Mi insinuai nel mezzo separandoli lentamente ma con immenso piacere.

Spingevo sempre più lontana la coscienza di Erika fino che a un certo punto non sparì completamente. Eravamo tornati sono noi due in quello spazio immenso.

Leiftan, nonostante si fosse accorto della presenza dell'altra aengel, non poteva fare nulla per aiutarmi. Era una sfida tra me e lei e questo io lo sapevo bene ma ora era fatta.

Un pizzico fastidioso mi prese il collo, proprio sotto l'orecchio.

Riaprii gli occhi staccandomi di qualche centimetro da Leiftan e massaggiandomi il collo. Mi sembrava che un insetto mi avesse punto e mi prudeva.

Lui mi bloccò la mano fermandomi. Prese il mio mento nella sua presa girandomi appena il viso e guardando dove mi stavo grattando.

Mi lasciò un tenero bacio dietro l'orecchio e il bruciore passò velocemente.

«Cos'hai fatto?» chiesi.

«Nulla, semplicemente ti ho fermata o ti saresti potuta graffiare.»

Leiftan girò il collo verso di me e esattamente sotto l'orecchio destro, come me, era apparsa una piccola runa luminosa. Lentamente il suo colore scemò lasciandola poi di un semplice colore nero.

Allungai una mano volendo toccarla. La punta delle mie dita che percorreva i pochi semplici segni che la componevano. Sembrava un piccolo tatuaggio.

«È la prova del nostro legame. Ora io e te siamo una cosa sola...»

«Detto così sembra siamo appena diventato marito e moglie.» risi appena coprendomi il volto con il dorso della mano.

«Bhe...»

«Cosa?!»

«Non ci ho pensato prima ma effettivamente questo tipo di legame è quello che unisce le coppie sposate...»

«Cosa?!» ripetei sempre più sorpresa.

«Mi dispiace, avrei dovuto ricordarmene prima.»

Lo guardai imbronciata incrociando le braccia al petto.

Anche se me lo avesse detto prima avrei comunque acconsentito. Ero determinata a non lasciarmelo più sfuggire dalle dita quindi avrei fatto qualsiasi cosa.

Ma marito e moglie?

Per gli aengel questo era un rituale che avveniva solo dopo il vero matrimonio ed era una forma di unione profonda.

«Non ha importanza. Speravo solo in qualche fiore o magari qualche passeggiata al chiaro di luna prima, ma ormai è fatta.» risi dolcemente giocando con un ciuffo biondo al lato del suo volto.

Mi mossi un po' sopra di lui mettendomi più comoda sopra le sue gambe per poi poggiare le mie mani sul suo petto. Gentilmente e lentamente lo spinsi sul letto mentre le mie labbra erano sempre più vicine alle sue.

«E ora?» mi chiese sapendo però già la risposta.

«Ora ho intenzione di ricominciare...»

Con un sorriso flebile lo baciai teneramente. Subito dopo però sentii il suo tocco farsi deciso e in pochissimo tempo il calore della sua pelle si scontrò contro di me.

Il mattino successivo mi svegliai con il collo dolorante ed ero ancora più stanca del giorno precedente. Effettivamente non avevo dormito gran che...

Mi puntellai sui gomiti osservando Leiftan accanto a me. I lunghi capelli sparsi per il letto erano perfetti, nemmeno un nodo o arruffati, erano semplicemente perfetti sempre. Anche se dovevo ammettere che lo preferivo con i capelli corti.

Quando si svegliò anche lui non mi salvai da qualche lungo e languido bacio.

Solo dopo che un piccolo becket cantò poco lontano scendemmo di sotto. Ellien era già sveglia da un pezzo, tutti i bagagli già preparati e pronti per partire.

Luna sentendomi scendere per le scale mi attese proprio sull'ultimo gradino picchiettandomi con il gomito senza dire nulla. Il suo sorriso diceva ogni cosa.

«Giuro che non vengo più a trovarti se continui a prendermi in giro...»

«Io? Non ho detto nulla, dico solo che mi piace il tuo nuovo profumo...»

«Luna!» arrossi completamente tirando su il colletto della maglia cercando di nascondermi.

Salutai i due elfi sul porticato della loro casa con un gran sorriso mentre ci allontanavamo velocemente nella foresta.

Dopo una notte alquanto movimentata ora era arrivato il momento di tornare a casa, Sarah mi stavo aspettando.

Eravamo riusciti nel nostro intento e finalmente eravamo tornati al punto in cui ci eravamo lasciati anni prima ma c'era sempre qualcuno che mi aspettava a casa. Onestamente ancora non sapevo come avrei risolto la cosa ma non volevo perdere tutto di nuovo e avrei fatto di tutto per non perdere né lui né lei.

Il viaggio di ritorno sembrò durare meno dell'andata e appena arrivammo nelle grandi piane davanti alle mura era già tardo pomeriggio. Già da lì si poteva vedere che stava succedendo qualcosa di grosso.

Allungai lo sguardo notando già grandi festoni appesi per le mura e delle lanterne erano state appese lungo tutto il vialetto. Una grande festa era stata organizzata e era già iniziata da un paio di giorni.

Ellien ci abbandonò una volta varcata la porta delle mura diretta verso il grande drago di ghiaccio.

Non mi preoccupai particolarmente di salutarla, sicuramente la avrei vista questa sera al ballo organizzato per l'ultima serata.

Dal canto mio tagliai per le vie del rifugio e raggiunsi casa dove Sarah stava giocando nel piccolo giardinetto di fuori con qualche famiglio.

«Sarah!»

La bambina appena sentii la mia voce mi saltò in braccio e le diedi un grande bacio.

«La mamma è tornata!»

Saltò giù dal mio abbraccio per andare a tormentare poi la coda di Mazu. Le piaceva molto giocare con le sue lunghe piume e non mancava mai occasione per tormentarlo.

«Mamma, mamma!» si attaccò poi al mio braccio guardandomi con grandi occhi verdi «Andiamo alla festa di questa sera vero?»

Charlie si era già avvicinato a noi e dopo aver guardano di sottecchi Leiftan che ancora mi seguiva, annuii a Sarah.

Sperai vivamente che il brownie e l'aengel non facessero delle grandi scenate ma ero già pronta al peggio...

Piume bianche - New EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora