La calda luce di una splendente mattina fece in modo che un ciondolo di zaffiro brillasse come una stella. Solo il sole poteva competere con tale bagliore: Lysander ne fu irrimediabilmente attratto.
Accostarsi alla proprietaria della collana e sottrargliela fu piuttosto semplice. La stretta stradina in cui si trovavano era deserta, la signora era piuttosto distratta e si fece raggirare rapidamente dalle acrobazie retoriche di Lysander.
Un attimo dopo la collana era stretta nel pugno del ladro.
Trovato rifugio in una locanda della zona, Lys poté riposare prima di ripartire.
Si procurò prima la cena: carne speziata, pane alle noci e una fetta di torta ripiena alla marmellata di ciliegie. Il tutto era preparato dallo stesso oste.
Si sentì fortunato fino a che non inciampò tentando di portare il vassoio con la cena nella sua camera per godersela in pace. Prima di allora non aveva mai fatto caso alla mattonella rotta su cui era inciampato.
Tutte le portate si riversarono sul pavimento. Compresa la torta. Lysander imprecò.
Da quel momento tutto sembrò andargli storto: un topo gli aveva rosicchiato la punta di uno stivale, perse uno dei suoi orecchini, inciampò di nuovo su quella stessa mattonella, e il cavallo con cui sarebbe dovuto partire si azzoppò.
In quel momento, nella stalla della locanda, Lysander era su tutte le furie e, convinto che di questo passo avrebbe potuto anche perdere il suo nuovo acquisto, controllò di avere con sé la collana. Per sua sfortuna la aveva ancora al collo.
Visto che non poteva viaggiare in queste condizioni, fu costretto a rimandare la partenza e decise di approfittarne per fare un giro in città e mettere le mani in qualche scarsella.
Passeggiò a lungo tra le strade nebbiose e umide, ma a quanto pare quel giorno tutti avevano deciso di tenere ben nascoste le proprie monete.
L'incessante pioggia che infuriò sul centro cittadino lo costrinse a cercare riparo all'interno di un bordello che si trovava proprio lì vicino.
Zuppo dalla punta mezza-rosicchiata degli stivali ai lunghi capelli biondi, Lysander fu comunque scambiato dalle prostitute per un loro collega in cerca di aiuto temporaneo e poté entrare a darsi una sistemata.
Una ragazza gli aveva procurato spontaneamente un vestito asciutto, uno specchio e una spazzola. Per evitare di sentirsi in debito con lei e doversi ingarbugliare in fatti che non aveva il tempo di spicciare, Lys tirò fuori delle monete dorate conservate in un sacchetto e gliele strinse in mano.
Fu poi accompagnato in una saletta dove poté cambiarsi da solo. Indossò il vestito che gli era stato dato e dovette apprezzarne la qualità: la seta colorata gli scivolò velocemente addosso. Mentre spazzolava i capelli seduto ad un tavolo la vide per la prima volta.
Nel riflesso dello specchio che si trovava difronte a sé vide qualcun altro oltre a lui: una figura dall'aspetto femminile, bianca dalla testa ai piedi, lo osservava standosene stante dietro di lui.
Lys sperò per qualche secondo di essere soltanto stanco, ma quando si voltò poté appurare che era proprio lì, ed era reale.
L'entità si sporse verso di lui e afferrò con un gesto incredibilmente veloce la collana che Lys portava ancora al collo, strappandogliela di dosso.
Lo spavento iniziale del biondo lasciò subito spazio alla rabbia. "Ridammi subito la mia collana!" Le inveì contro e si alzò iniziando ad inseguirla per la stanzetta.
"Tua collana?! Non è mai stata tua sporco ladruncolo!" La donna tutta bianca urlò contro di lui con voce profonda. Lys la sentì rimbombare nel proprio petto.
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L'uomo merlo
Short StoryLe (dis)avventure di un finto mercante con qualche problema di cleptomania.