Capitolo Ventiquattro

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La musica mi martella nelle orecchie quando torniamo in sala. I corpi sono ammassati uno sull'altro. L'odore di sudore è molto forte, come lo è anche quello di alcool e fumo.

Lancio un'occhiata al bar dove vedo Hamilton intento a parlare con una ragazza. Trevor dietro di me, dopo una carezza sulla schiena, si allontana facendo strada sulla pista da ballo.

Non mi ha detto dove stava andando, solo che aveva delle cose da sbrigare. L'idea era di stare con Ham, ma lo vedo così preso che non voglio disturbarlo. Prendere un drink sarebbe anche impossibile visto tutte le persone ammassate davanti al bar.

Mi guardo intorno senza intercettare nessun viso conosciuto. Non so quanto ci metterà Tray a sbrigarsi quindi faccio l'unica cosa che mi rimane da fare, mi faccio strada verso l'uscita e mi ritrovo all'aperto. L'aria è fredda ma è pulita e già questo basta a farmi rilassare.

Mi appoggio al muro accanto alla porta e chiudo gli occhi. La mia mente torna a poco fa, a Tray, a quello che ha fatto, a come le sue mani sono in grado di mandarmi in orbita. Il vero problema è che non sono solo le sue mani, o il suo tocco, ad avere un effetto su di me, è lui stesso ad avere questo effetto.

Il pensiero che questo sia sbagliato sta lentamente iniziando a lasciare la mia testa perché è lui, non quello che fa, ad essere perfetto per me. Decido che lo aspetterò fuori, tanto prima o poi dovrà uscire a fumare. La musica mi manda in subbuglio la testa e l'odore di fumo mi fa solo pensare a quanto disgustoso sia. Quest'aria fresca mi farà solo bene, anche per schiarirmi le idee ancora ovattate dagli orgasmi di poco fa.

Rimango ad occhi chiusi finché un odore di fumo mi arriva alle narici. Non ho sentito la porta ma apro gli occhi, convinta Trevor mi abbia finalmente raggiunta.

Non è lui.

Accanto a me ci sono tre ragazzi. Solo uno di loro sta fumando e dall'odore non sembra neanche una sigaretta normale. Uno di loro lo conosco, fa alcune classi con me a scuola. È il tipico studente che si siede sempre in fondo alla classe e non prende mai appunti.

L'altro ragazzo che non sta fumando sembra il più grande d'età ed è pieno di tatuaggi, dalle braccia in vista al collo. Vengo pervasa da brividi di freddo al posto suo.

Quello con la sigaretta si avvicina a me. Ha la testa rasata ai lati e molti piercing in viso e dei dilatatori alle orecchie. Non hanno affatto l'aspetto di persone affidabili. Mi soffia il fumo in viso e mi allontano dal muro scuotendo una mano davanti al viso per allontanare quell'aria poco sana.

Lui ride, come se il darmi fastidio lo stesse divertendo.

"Non dovreste essere dentro a fare festa?" Chiedo, magari riesco a togliermeli dai piedi. I loro tre sguardi fissi su di me mi stanno mettendo in non poca soggezione. Involontariamente inizio ad avere un po' di timore. Faccio alcuni passi indietro per allontanarmi, ma loro ne fanno altrettanti in avanti.

"Non siamo stati invitati a questa festa."

Cazzo. Non c'è bisogno dica altro perché l'aspetto, il fumo e il non essere stati invitati alla festa mi fa capire molto, forse anche troppo. Sono Lupi, probabilmente gli stessi che ieri hanno provato a mettere fuoco a questo posto.

"Fumi?" Chiede il ragazzo che viene a scuola con me, porgendo verso di me un pacchetto di sigarette. Scuoto la testa senza aprire bocca. Lui scrolla le spalle, tira fuori una sigaretta e se la mette in bocca mettendo via il pacchetto.

Il ragazzo pieno di tatuaggi si appoggia ad uno dei pilastri dell'edificio e mi fissa. Io non so chi dei tre guardare. Mi preoccupano tutti e tre e mi stanno quasi circondando. "Posso fare qualcosa per voi?"

Quello con la canna fa l'ultimo tiro prima di gettare il mozzicone a terra e spegnerlo con la punta del piede. Soffia fuori il fumo e fa un passo verso di me con un ghigno stampato in faccia. "Ho sentito dire qualcosa su di te. Sei una che da abbastanza nell'occhio sai, signorina King."

Distinto porto lo sguardo sul mio compagno di scuola che ora sta fumando. Sanno il mio nome. "Io non la penso così, non mi piace dare nell'occhio, sono sempre per fatti miei."

"Mh mh. Però non hai perso tempo a farti il cuginetto."

Sgrano gli occhi. "Non so di cosa tu stia parlando."

"Oh. Che abbia sbagliato io? Con quante persone se la sta spassando il capo in questo periodo?" Il capo? Trevor?

Scrollo le spalle ma non dico niente, non saprei che dire, non so neanche dove stanno cercando di arrivare con questa conversazione.

"Se stavate cercando di spassarvela in segreto non ci siete affatto riusciti. Ma stai tranquilla, non faremmo mai la spia, però..." si avvicina di più a me e per quanto io cerchi di arretrare, non sono abbastanza veloce. Mi afferra per il braccio senza lasciarmi via di fuga. Strattono per liberarmi ma è impossibile. "Però sei ciò di cui avevamo bisogno. Sarai un'ottima risorsa."

"Risorsa per cosa?"

"Per ottenere ciò che ci spetta, quando arriverà il momento."

Apro la bocca per parlare ma lui mi molla bruscamente, facendomi barcollare e, tempo di riprendere l'equilibrio, loro sono scomparsi. Nello stesso istante la porta del locale si apre e ne esce fuori Ham.

Non mi nota subito. Si guarda intorno per qualche secondo e poi si avvicina a me. "Cosa ci fai qui?" Piega il capo di lato e mi squadra dalla testa ai piedi.

Faccio un respiro profondo e cerco di non far vedere quanto sia rimasta scossa dall'incontro con i tre Lupi. La loro ultima frase mi è sembrata tanto una minaccia e non riesco a togliermi dalla testa la strana e misteriosa conversazione.

"Tutto bene? È successo qualcosa?"

Deglutisco e scuoto la testa. "Non ce la facevo a stare dentro, l'aria è troppo pesante. Non sono uscita da molto." Almeno non sto propriamente mentendo, turbamento a parte.

"Tray mi ha detto che aveva delle cose da risolvere, di stare io con te, ma non ti ho più vista in giro."

"Eri al bar e non ho voluto disturbarti."

Lui ride. "Mi hai visto al bar e non hai voluto disturbarmi?"

Annuisco. "Sembravi molto preso a parlare con una."

"Ti va di rientrare adesso. Non è tanto sicuro stare qui fuori da soli," si guarda intorno, quasi come se fosse preoccupato. Se solo sapesse cosa è appena successo. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere, cosa potrebbe fare lui, ma soprattutto cosa potrebbe fare Trevor dopo quella minaccia velata.

"Entriamo," nonostante non mi piaccia stare nel locale, entrare adesso non sembra tanto una cattiva idea.

Mi fa strada verso il bar dove subito due sgabelli si liberano per noi. Ci sediamo e io cerco di non pensare più ai Lupi, ma ogni volta che giro il viso mi sembra di vederli ovunque, nel ragazzo tatuato che balla, nel ragazzo con una sigaretta in mano in fondo al locale. Mi sembra di vederli ovunque e non riesco più a pensare ad altro se non al fatto che sembravano così sicuri di sé, come se avessero già il loro piano pronto ad essere attuato contro gli Organizzatori ed io sono appena diventata una pedina da usare contro Trevor.

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