Non ho la minima idea di dove stiamo andando. Tray sta guidando da non so quanto. Non mi sono azzardata a prendere il cellulare dalla borsa, né a distogliere lo sguardo dalla strada davanti a me.
Senza guardare, prendo la mano destra di Tray dallo sterzo e me la appoggio sulla gamba. Non sta sanguinando ma le nocche sono sbucciate e la pelle è sporca e arrossata. Deve far male. Per aver rotto il naso a Tyler deve aver tirato molto forte.
Lui non parla e non lo faccio nemmeno io. Mi limito a tenere la sua mano ferita tra le mie molto delicatamente per non fargli male. Ho la sensazione che non sta a me parlare, siamo finiti in questa situazione per colpa mia in un certo senso. Se parlassi e lui mi riservasse il trattamento del silenzio sarebbe ancora peggio.
Attendo di arrivare dovunque stiamo andando nonostante stiamo girando in tondo negli stessi quartieri. Faccio passare altri cinque minuti e alla fine volto lo sguardo verso di lui.
Ha ancora la mascella serrata. I suoi occhi sono scuri, cupi, arrabbiati, fissi davanti a sé. Da una parte vorrei sapere a cosa stia pensando, ma dall'altra non vorrei affatto essere nella sua testa.
Fa così tante strade diverse e giri strani che capisco dove siamo solo quando davanti mi trovo il profilo dell'edificio decadente del loro covo. Parcheggia, spegne la macchina, sfila la mano dalle mie ed esce dirigendosi all'entrata senza di me.
Lo guardo camminare leggermente spaesata. È così arrabbiato?
Apre la porta nello stesso istante in cui esco dall'auto. Lui non entra però, si gira lentamente e mi osserva. Mi sta aspettando. Mentre mi avvicino posso osservare meglio la tempesta che infesta i suoi occhi. Fa entrare prima me e mi segue al piano di sotto.
Appena entro, la prima cosa che faccio è andare verso la zona cucina. Sento Tray troppo vicino, devo allontanarmi perché questa tensione e questo silenzio finiranno per uccidermi. Accelero il passo ma lui non me lo permette.
Mi afferra per il braccio, mi fa voltare, porta una mano dietro la mia nuca, tra i capelli e poggia la fronte alla mia ad occhi chiusi. Non è chissà che, ma questo gesto mi fa rilassare.
Porto le mani sulle sue guance e sento che anche il suo corpo si rilassa sotto il mio tocco. I nostri respiri sono l'unico suono nella stanza finché lui non parla.
"Perché non me lo hai detto Kat?" Perché non gli ho detto dell'incontro con i Lupi.
"Perché sapevo come sarebbe andata a finire." Le sue labbra sono così vicine alle mie che il suo respiro diventa il mio.
"Le loro minacce non sono da prendere alla leggera. Lo renderanno pubblico, soprattutto dopo il mio pugno. Mi dispiace averti trascinato nei miei casini Kat. Ero riuscito ad allontanare tutti, a proteggere tutti..."
"Ehi," lo zittisco, allontanandomi di qualche centimetro per poterlo guardare bene in viso. "Non ti azzardare a farlo." Mi guarda interrogativo e allora chiarisco,
"Hai capito?" Rimarco più forte. Attendo finché lui non annuisce, ma non basta annuire, "Parlami Tray!"
"Non ti allontanerò Kat, non potrei. Ormai non posso più vivere senza te. Ciò che provo per te è troppo forte per essere dimenticato. Allontanandoti ucciderei me stesso. Sarebbe come chiudermi in una camera a vuoto. La solitudine è ciò che mi merito, ma questo era prima che tu rientrassi nella mia vita, adesso non potrai più uscirne."
Sorrido. "Non vorrei uscirne. Tu non ti meriti la solitudine Tray," lo bacio e gli allaccio le braccia al collo in un abbraccio. "solo perché credi di star meglio solo non significa tu stia meglio solo. Hai bisogno di persone che ti vogliono bene e che si prendano cura di te. Risolveremo tutto e se vanno a dirlo in giro, lasciali fare, non mi importa. Prima di tutto, non è un reato, tanto meno visto che tu e io non siamo davvero imparentati giusto?" Sorrido di sbieco e mi allontano di nuovo da lui per guardarlo. Il suo viso cambia espressione. Ho usato le sue parole e adesso lui è sull'orlo del sorriso. Sarebbe un mio desiderio avverato vederlo sorridere in questo momento.
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Lotus Flower [in Revisione]
Storie d'amore*la storia contiene scene e linguaggio espliciti non adatti ai minori* "Vivere tutti i giorni il giorno perfetto sarebbe un'utopia... Perché ad ogni giorno perfetto ne segue sempre uno imperfetto." Katana King non avrebbe mai pensato la vita le rise...