Capitolo Trentaquattro

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Halloween.

Stamattina il nome di questa festività sembra essere sulla bocca di tutti. Halloween sarà tra due giorni ed è stata la prima parola che ho sentito uscire dalla bocca di tutti questa mattina appena varcato il portone della scuola.

"Non vedo l'ora."

"Sarà epico..."

"Chissà cosa si è organizzato quest'anno."

"Quel posto fa paura," ed halloween, halloween, halloween nominato almeno una volta nelle frasi di tutti. Per come sembra chiacchierata, mi da quasi la sensazione si stia parlando del Natale.

Ham sta camminando accanto a me. Questa mattina è molto distratto e posso capirlo benissimo dopo quello che è successo ieri sera alla festa. Mi giro verso di lui e provo a distoglierlo dai suoi pensieri. "Cos'è questa storia di halloween?"

"Quale storia?" Mi rivolge uno sguardo straniato che mi fa capire che, era così immerso nei suoi pensieri tanto da non prestare la minima attenzione agli studenti intorno a noi.

Ci fermiamo davanti al mio armadietto. "Stanno tutti parlando di Halloween, di quanto sarà epico, bello, spaventoso. È una festa così importante da queste parti?"

Ham per un attimo sorride e mi rende felice vederlo un po' meno depresso. "È una festa abbastanza importante, sì. Ci sono alcune... tradizioni. Ogni anno si organizzano molte cose ma soprattutto si va in un posto che per tutto il resto dell'anno rimane abbandonato."

"Si fa un'altra festa?"

"In questa casa? No," sorride beffardo perché lui sa tutto e io non so nulla. "Questa è la casa più infestata di Atchison e ogni anno un sacco di ragazzi, la notte di Halloween, al buio, ci vanno in visita. Soprattutto coppie."

"La usano come casa stregata come quella delle fiere?"

La mia domanda lo fa ridere e io inarco un sopracciglio perché sta facendo il misterioso. "Qualcosa del genere."

"Mi dici cosa si fa la notte di Halloween, Hamilton!" Non è una domanda e lo faccio capire dal tono di voce. Questo diverte ancora di più il biondo davanti a me e per la seconda volta sono grata di essere riuscita a farlo uscire dalla propria mente anche se questo durerà poco.

"Ogni anno, la notte di Halloween," scandisce tutto molto lentamente. Lo fa apposta, "le coppie vanno nella casa più infestata di Atchison, che per la cronaca risulta essere anche la città più infestata del Kansas..."

"La smetti con gli aneddoti e vai al punto per favore," la lentezza nella risposta di Hamilton mi fa capire dove questo discorso sta arrivando ma non mi voglio fare idee finché non glielo sentirò dire. Nello stesso istante in cui lui apre la bocca la campanella suona, quindi aspetta prima di parlare.

"Si va a fare sesso Katana. Ecco perché tutti questi ragazzini sono così emozionati. Sono tutti morbosi, strani, forse anche un po' masochisti. Strani di sicuro perché nessun sano di mente vorrebbe mai andare a fare sesso in una casa stregata," fa le virgolette con le dita. "Piena di polvere e insetti e ragni pericolosi."

"Tu non ci sei mai stato presumo," da come ne parla sembra giudicare tutti quelli che seguono questa tradizione.

"Certo che ci sono stato, come ogni altra persona in questa città." Alzo gli occhi al cielo. E io che avevo pensato non fossero cose per lui da come ne parla. Non avrei potuto avere più torto. Sbuffo, chiudo l'armadietto e mi dirigo verso l'aula di biologia. "Esserci stato non significa mi sia piaciuto eh. Me ne sono pentito il secondo dopo che sono uscito da quella casa per tornare in macchina. Ma è una cosa che, ad una certa età, fanno tutti. Come un rito di passaggio. Tutti lo fanno, non a tutti piace farlo."

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