30. E notte fu 🌶️

98 9 27
                                    

🔴🔴🔴 Questo capitolo è dedicato
ad un pubblico maturo🔴🔴🔴

La forestiera, accanto a me, tiene il passo. Questa serata è volata. Non riesco ancora a crederci che lei sia così tranquilla, che sia rimasta sempre la stessa, che non mi tratti come qualcuno di cui servirsi. Nulla è cambiato da quando ha capito chi, o cosa, io sia realmente. Tutto ciò... cazzo se me la fa desiderare ancora più.

Le poche treccine selvagge dei suoi capelli mi sfiorano mentre si muove accanto a me. Peccato che questa sera lei non abbia i capelli sciolti perché non mi arriva carico il suo profumo ad ogni spostamento e sono costretto ad avvicinarmi al suo collo ogni volta che l'astinenza si fa sentire.

La sto accompagnando in Taverna per poter godere fino all'ultimo secondo della sua compagnia. Sto tentando di sforzarmi: devo riuscire a starle vicino senza oltrepassare i limiti con le mani a posto, ma sto cominciando a pentirmene sul serio.

"Ti va di farci l'ultimo goccio?" La fermo con una mano sul fianco.

Aura la guarda veloce e poi torna sui miei occhi, come una ladra che non desidera altro che rubarla. Le aggrotto la fronte di rimando. "Allora? Perdi spesso l'uso della parola, hai notato? Sono io il problema o è una patologia?" La prendo apertamente in giro.

"Ma quanto sei stronzo!" Se la ride anche lei. "Come se non lo sapessi..."

"Eh no. Conosco il meccanismo della tua pelle cangiante, però. Mi piace da morire." Le sussurro le ultime parole all'orecchio, ma mi fotto da solo. Il miscuglio del profumo della sua pelle arrossata con i fumi dell'alcool ormai accumulati durante la serata e il calore che emana il suo corpo mi risvegliano voglie che sto cercando di reprimere da giorni. Chiudo gli occhi quando cerco di allontanarmi e la prendo per mano. "Andiamo forestiera! Sei il mio supplizio..."

Mi segue ridendo vivace. Forse è meglio evitare altre fermate. Le stradine sono ancora trafficate, ma ormai si vanno svuotando. Il tragitto è costellato da soste negli angoli più disparati del paese. Aura mi tira per un braccio con l'entusiasmo di una bambina. È tenace e curiosa, le piace da morire girovagare per queste viuzze e non fa nulla per nasconderlo, soprattutto nei passaggi attraverso la parte più antica, ne sembra innamorata.

All'ingresso del portone della taverna si rivolge a me, con espressione spiritosa. "Che hai? Troppi pensieri?" Spezza il silenzio con un tono basso.

"Tutto ok, ma mi si è seccata la lingua. Mi fai parlare troppo per i miei gusti, ragazzina!"

"Ehi!" Mi schiaffeggia sul braccio. "Non sono tanto più piccola di te!"

"Ne saresti così convinta?" Alzo vistosamente un sopracciglio. "Hai la minima idea da quanto tempo io sia in vita?!" Mi diverte metterla a disagio.

Non proferisce parola, abbassa lo sguardo ma non riesce a nascondere il vermiglio che si espande dalle guance con una velocità impressionante. Si ferma davanti alla soglia della sua stanza, apre la porta con un giro di chiave, esitante. Mi guarda come se fosse colpevole. Di cosa? Di essere maledettamente eccitante ogni volta che prende colore? Ogni dannata volta che le si accorcia il respiro. Ogni volta che... Che cazzo!

Mi getto sulle sue labbra affamato. La spingo con tutto il mio corpo contro la porta, aprendola, senza badare a quanto posso essere rude, stando solo attento a non toccarla. Se la sfioro soltanto sono un uomo morto, non credo che riuscirei a fermarmi. È lei che chiude la porta alle mie spalle, mi prende le guance e mi tira a sé reclamando ancora la mia lingua. Combatto una battaglia che forse si sta rivelando persa in partenza: non potrò resistere a lungo. Il nostro tira e molla potrebbe finire presto, ho bisogno di lei. Le cingo i fianchi e le accarezzo i glutei, lentamente. Mi guarda ancora come se volesse esprimere sembra ancora così timida nei miei confronti. Non ha ancora capito che con me deve osare, sempre. Prova a tirarmi via la maglietta ma mi oppongo, tenendo le braccia lungo i fianchi, torno in me, a baciarla, a distrarla. No, in realtà sono io che voglio distrarmi dai miei fottuti desideri incontrollati.

Nella mia natura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora