7. Eiji, controllati

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Aveva sempre sentito parlare delle famose voglie degli Omega, ma non aveva mai avuto modo di tastarle con mano.
Non sapeva effettivamente perché fosse uscito a comprare dolcetti per una persona a lui praticamente sconosciuta, ma sapeva che andare in giro il giorno successivo alla notte di luna rossa potesse essere ancora pericoloso, soprattutto per eventuali vampiri anomali.
Essi non erano che esseri trasformati da anni, ma che si facevano ancora sopraffare dagli istinti primordiali, quali il desiderio di uccidere e di possedere senza alcun freno.
Dopo questa brevissima riflessione, tirò fuori il portafoglio per pagare i manju e tornò sui suoi passi per tornare a casa.
Si fidava dei suoi amici ed era più che convinto che l'umano fosse in buone mani.
Da quando li conosceva, Izuku e Denki erano divenuti i suoi migliori amici, coloro che lo avevano e che lo avrebbero aiutato nei periodi più difficili, quei momenti neri che lo colpivano una volta ogni trenta giorni circa senza mai saltare un mese.
Per quanto riguardava Shoto, lo aveva incontrato sei mesi prima in piena fase di transizione da umano a vampiro assetato di sangue.
Il destino gli aveva consegnato una bella gatta da pelare, ma si era rimboccato le maniche e insieme ai suoi amici aveva preso sotto la sua ala protettiva quel ragazzo bisognoso di aiuto, insegnandogli come domare i suoi istinti e come non uccidere senza motivo.
Nei suoi decenni di vita Eijiro aveva tolto la vita ad ogni forma di vita: animali, umani e gli stessi della sua specie.
Non ne andava fiero, ma era così che era stato creato e non sarebbe potuto cambiare.
Evitava il più possibile di nutrirsi degli essere umani principalmente perché il loro sangue annebbiava la mente e lo rendeva capaci di atti ripugnanti se non in grado di mantenere il controllo.
Arrivato nel vialetto della sua abitazione, situata in una zona tranquilla della città, avvertì uno strano odore che non seppe distinguere nitidamente.
Durante le ore diurne i suoi sensi erano molto più deboli, così tanto che persino il sangue veniva a malapena percepito.
Aprì il portone di casa con il mazzo di chiavi dapprima estratto dalla tasca dei pantaloni e per poco gli occhi non gli uscirono dalle orbite.
L'intonaco di una parete era crepato, una porta era stata completamente divelta con i residui di legno sul pavimento e nella quasi completa oscurità dell'ingresso e della sala poteva intravedere due figure l'una a ridosso dell'altra, una in particolare ringhiante.
Aveva avvertito subito l'odore ferroso del sangue ma non era riuscito a distinguere a chi appartenesse finchè non aveva chiuso la porta dietro di sè con il tallone, lasciando cadere i dolcetti a terra.
La sua mente si spense, andando in blackout: sangue umano.
E in quella casa vi era solo una persona che apparteneva a quella specie.

"Che cazzo sta succedendo?"
Domandò prima di tirare fuori i canini e scattare verso i due.
Senza esitare affondò le zanne nella ghiandola bagnata del bicolore, rilasciando i suoi feromoni da predatore, incurante dei gemiti di dolore che l'amico stava emettendo a causa di quella forzatura.
Il morso tra Alpha era diverso dagli altri: paragonato ad un classico morso per sancire un legame, questo serviva per sottomettere la vittima e per costringerla ad ubbidire al volere del più forte.
Solitamente veniva utilizzato dai vampiri per piegare gli Alpha umani al loro volere.
Per questa ragione Eijiro cercò di strattonare Shoto varie volte, riuscendo a liberare la sua vittima solo dopo vari tentativi.
Tenendo sempre la pelle del collo tra le sue fauci lo afferrò per un braccio per tenerlo fermo mentre si prendeva due secondi per controllare come stesse l'umano.
Ma dopo aver alzato lo sguardo, il suo volto assunse un'espressione confusa ed esterrefatta.

Il bicolore non stava bevendo il sangue dell'umano...
Shoto aveva attaccato Izuku... Ma per quale motivo?
E perché Izuku aveva l'odore del sangue del biondo addosso?

Purtroppo, essendo assorto nei suoi pensieri, non si accorse che il neo-vampiro si era districato dalla sua presa e lo stava sfidando rilasciando i propri feromoni.
Capì subito che qualcosa non andasse: lo guardava come se fosse stato un nemico da tempo immemore, aveva tirato fuori gli artigli, era ricoperto da striature nere e la parte inferiore del volto era sporca di sangue tanto da colare addirittura a terra.
Il bicolore stava cercando di tornare da Izuku e per farlo dovette arpionare una mano attorno alla gola del rosso.
Ci mise poco a scaraventarlo contro la porta d'ingresso, rivolgendo di nuovo l'attenzione al verdino, il quale stava faticando a rimanere in piedi a causa dell'ingente perdita di sangue che aveva subito.

Red Ghoul: Sarai Il Mio NutrimentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora