Capitolo 8

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Per Ciro fu estremamente difficile riuscire a quantificare la rabbia che provò nel momento in cui vide Nilde rientrare in casa, successivamente seguita dal padre. Se non avesse contato fino a dieci, probabilente non avrebbe permesso a quell'uomo neanche di terminare la sua minaccia che si sarebbe già ritrovato contro un muro, con qualche dente mancante. Ma si era trattenuto, e lo aveva fatto soltanto perchè, se avesse alzato anche solo un dito, Nilde non glielo avrebbe mai perdonato. Adesso che finalmente stavano cominciando a conoscersi per bene non poteva permettersi di mandare tutto all'aria, di rovinare tutto. Era andato contro i propri istinti più profondi, ma ci era riuscito.

Mentre saliva nuovamente in sella la motorino e a tutto gas sfrecciava per le vie della città, quei festeggiamenti che fino a qualche attimo prima gli avevano regalato gioia, facendogli pensare di vivere in qualche strano sogno onirico, adesso lo infastidivano da morire. Il profumo di Nilde gli era rimasto appiccicato ai vestiti, e non vi era attimo in cui non pensasse a ciò che sarebbe potuti accadere se solo il padre non fosse arrivato: si sarebbero baciati, finalmente, lasciandosi andare a qualsiasi istinto avessero trattenuto o sommerso in ogni attimo passato insieme.

Ciro aveva continuato a sfrecciare per le vie di Procida senza una meta reale. Sapeva che se fosse tornato a casa in quelle condizioni, nervoso per com'era, sarebbe finito per fare una sfuriata ad Ettore completamente estraneo a tutta quella situazione. Quando ripensò a lui, ripensò al momento in cui si incontrarono, alla richiesta esplicita che Ettore aveva fatto a Ciro.

"Tutte, tranne mia nipote."

E Ciro li per li non ci aveva neanche fatto troppo caso. Non aveva dato la giusta importanza, sicuro del fatto che i suoi gusti assai difficili non sarebbero stati appagati da una qualsiasi ragazzina proveniente da una piccola isoletta. Ma poi aveva capito di aver peccato di saccenza. Perchè si, nella vita non avrebbe mai pensato che una come Nilde potesse scuoterlo come un tornado, con quel suo fare estremamente silenzioso e quei sue due occhi verdi che in realtà parlavano più del dovuto dalla prima volta in cui si erano incontrati. Aveva percepito subito l'interesse di lei nei propri confronti, e questo perchè certe cose le senti a pelle. Nonostante questo aveva cercato di sopprimere qualsiasi ravvisaglia, ci aveva provato. Ma ogni santa volta in cui trovasse Nilde accanto a qualcuno che non fosse lui, andava in escandescenza, e sentimenti simili non possono essere sotterrati per troppo tempo. Devono vedere la luce, perchè sono inarrestabili, troppo forti, quel tipo di emozione in grado di mangiarti vivo.

Aveva continuato a macinare chilometri, consapevole del fatto che con tutta quella gente per le strade sarebbe stato molto più rischioso per lui, correndo il pericolo di essere riconosciuto. Ma non gli importava niente al momento, si sentiva soltanto un povero stupido ad averla lasciata andare in quel modo, senza riuscire a dirle neanche una parola. Sapeva di aver lasciato qualcosa appeso ad un filo, senza una conclusione degna di essere ricordata. E cosa più importante sapeva anche che probabilemte nello stesso istante in cui lui sfrecciava su quel motorino, Nilde stava litigando con il padre cercando di giustificarsi per aver fatto qualcosa che l'aveva resa felice. Si, ne era sicuro fosse felice. Percepiva il cuore di lei battere prepotente contro la propria schiena, ed era stato questo a non farlo fermare.

Quando Ciro era finalmente arrivato nel punto più alto ed isolato di Procida era sceso dal motorino dopo averlo spento e poggiato sul cavalletto. Si era poi accomodato, ancora palesemente scazzato, sul muretto di cinta e si era acceso una sigaretta che fu la prima di sei o sette, ad un certo punto ne perse anche il conto. Da lì riusciva a vedere perfettamente i fuochi d'artificio sfiorare il cielo dalla costa della sua bella Napoli che ormai aveva imparato ad osservare da lontano. Gli erano venuti in mente suo padre e suo fratello che sicuramente stavano festeggiando la vittoria del loro amato Napoli senza di lui. Uno strano senso di malinconia lo aveva preso alla sprovvista anche quando aveva ripensato a sua madre, e la mancanza per un attimo gli aveva spezzato il respiro.

THE SINNER • CiroRicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora