"Oddio" le sue mani sul mio viso, di nuovo finalmente "quanto sei bella!"
"Pure tu"
"No, non potete farmi questo" esclamai entusiasta non riuscendo a tenere a freno il mio corpo. Continuavo a saltare e a muovermi, ma non riuscivo a esprimere tutta la mia contentezza a parole e quell'energia, l'energia che la presenza di Federica mi trasmetteva, necessitava di fluire. Non riuscivo a smettere di sorridere, non riuscivo a stare ferma, non riuscivo a staccarmi da lei.
E poi lei mi diede un bacio sui capelli, all'altezza della tempia. E quel contatto mi caricò ancora di più di adrenalina. Lei era lì, era lì accanto a me. Era lì e mi sorrideva. E dissi quello che tutti potevano vedere, non ero in grado di gestire quell'emozione. Le presi la mano e girai la mia sedia verso di lei. In quel momento il pubblico non esisteva, Silvia non esisteva, nulla esisteva a parte noi due, io e la mia amica Federica.
"Come stai Fede?" le chiesi, ma non le lasciai nemmeno il tempo di rispondere "Come sei bella!"
"Tu come sei bella"
Ancora, di nuovo, un'altra volta, un'altra canzone nella testa, la mia.
"Io vorrei avere soltanto il tuo aspetto
Per piacermi anche io quanto mi piaci tu che..."
Pensai e riuscivo solo a guardare incredula e felice gli occhioni castani che avevo di fronte. E brillavano, brillavano come solo gli occhi di Federica riuscivano a brillare.
Non ricordo nemmeno cosa dissi per il resto dell'intervista, ma cosa poteva importarmi? Io volevo solo andare dietro le quinte dalla mia amica e riabbracciarla, prenderle le mani e raccontarle tutto ciò che era successo da quando ci avevano separato
"C'ho la tachicardia" disse poi lei, leggendomi il pensiero come sempre.
"Anche io" risposi e lei sorrise ancora.
Certo, il suo sorriso non aiutava a calmare quel galoppare continuo del mio cuore. Sì, forse associare la velocità dei miei battiti in petto al trottare di un animale non è proprio l'immagine più romantica, ma non saprei come altro descrivere quel tamburellare continuo e prepotente che si era fatto strada nel mio petto non appena la vidi entrare in studio.
Ricordo con assoluta certezza cosa accadde dopo l'intervista: passai dietro le quinte, sicura che Federica fossa andata via e anche un po' delusa perché fosse dipeso da me sarei uscita con lei, non la vedevo da troppo tempo, volevo solo stare con lei, capite? E quand'ero con lei non riuscivo a smettere di cercare il contatto fisico, non riuscivo a non toccarla. E lei reagiva allo stesso modo, anche lei sentiva quel bisogno di toccarmi, di sentire con mano che ero lì, davvero, che ero lì e che adesso avremmo avuto tutto il tempo del mondo per vivere la nostra amicizia.
Passai davanti a un camerino, era il suo e mi ci fiondai dentro. Lei era lì, intenta a raccogliere le sue cose e una persona dello staff l'assisteva nel farlo. La guardai restando in silenzio sulla porta, lei si voltò, mi vide. Noi comunicavamo con gli occhi e questo lo sapevano tutti. Non disse niente, ma mi sorrise. Un sorriso grande e luminoso, uno di quelli che ti travolgono e ti mettono al tappeto. L'assistente si rese conto di essere di troppo e si affrettò a lasciarci la stanza.
Corsi tra le sue braccia, la strinsi ancora con la stessa intensità e lo stesso entusiasmo di quando l'avevo fatto in studio. Lei ricambiò e finalmente mi baciò la spalla scoperta. Quel gesto era il nostro gesto, era il suo modo speciale per comunicarmi il suo affetto e io lo adoravo. Era una di quelle attenzioni a cui non avrei mai potuto rinunciare.
Alzò lo sguardo, era ancora chinata sulla mia spalla e i nostri occhi si incontrarono. Per la prima volta mi sentii in imbarazzo, un imbarazzo piacevole, non fraintendetemi, ma comunque una forma di imbarazzo. Come quando il ragazzo che ti piace ti sorride o... È che in realtà sapevo esattamente perché sentissi quell'imbarazzo. Sentivo quell'imbarazzo perché Federica mi provocava la stessa sensazione di quando qualcuno che ti piace ti da attenzioni. Non fu difficile mettere insieme i pezzi e quando il puzzle fu completo non fu difficile accettare quella consapevolezza. Federica mi piaceva, mi piaceva in modo diverso rispetto a come dovrebbe piacerti un'amica. Avevo voglia di spostarle i capelli dalla fronte e accarezzarle il viso; avevo voglia di prenderle le mani e baciarle il dorso; avevo voglia di baciarle il viso, le guance, il collo, le labbra; avevo voglia di baciarla per davvero, un bacio serio. Io volevo solo prenderle il viso tra le mani e baciarla.
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Voglia di vivere
FanfictionMe l'avete chiesta ed è arrivata. Proviamo a scrivere una storia più lunga di una one-shot, ma vi comunico già che sono pessima a mantenere gli impegni e dunque non so quando aggiornerò. Detto questo, una nuova fanfiction Angerica/Fedelina per voi.