"Signorina Alyson la aspetto nel mio ufficio tra cinque minuti"
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Busso con due colpi incerti alla grande porta di ebano dell'ufficio principale, ogni volta che mi trovo davanti a questa soglia dei piccoli brividi mi scorrono dalla schiena alle scapole, arrivando fino collo. In questi momenti mi sembra di essere un animale che si avvicina alla tana del leone, pronto ad essere divorato. E così anche oggi, con il cuore che batte all'impazzata, entro nell'ufficio della CEO dell'azienda in cui lavoro come segretaria da quasi un anno ormai. La vedo impegnata al suo solito posto, intenta a leggere qualche documento, ma appena mi nota alza lo sguardo.
"Buongiorno, Alyson" Mi saluta cordialmente, ma io scorgo un filo di sorpresa nei suoi occhi.
"Buongiorno, signora Courten" Rispondo, cercando di mantenere il sangue freddo.
So benissimo di non provare tutta quest'ansia solo perché ho davanti la dirigente dell'azienda. Diciamo che da un paio di mesi la relazione lavorativa tra noi due è mutata, è iniziato tutto con qualche piccolo flirt da parte sua che ho cercato prudentemente di evitare ma, per mia sfortuna, Rebecca ha un fascino così ammaliante che è impossibile resisterle. So anche perché mi ha chiesto di presentarmi nel suo ufficio, ma farò finta di niente.
"Chiudi pure la porta, ti terrò occupata per un po'" Una piccola smorfia di malizia le appare sul viso, ma non faccio in tempo ad accorgermene che è già svanita lasciando spazio alla sua solita espressione autorevole.
Chiudo la porta e faccio scoccare la serratura in metallo, ora siamo definitivamente solo noi due.
"Di cos'ha bisogno Rebecca?" La guardo dritta negli occhi, quei bellissimi occhi azzurri, che sono come cristalli di ghiaccio scintillanti sotto la luce del sole. Le sfumature cangianti tendenti al blu evocano i delicati riflessi di una suggestiva alba invernale mentre l'iride azzurra è avvolta da un intenso fascino che ipnotizza chiunque la guarda.
"Non fare questo giochino con me Aly, non ti si addice la parte della segretaria distaccata e formale" Alza la testa dalle scartoffie che fino a un secondo fa stava leggendo e finalmente posa il suo sguardo su di me.
"Come ti sta bene questo vestito" Continua a guardare il mio corpo e con gli occhi traccia le forme del mio fisico.
Balbetto un grazie visibilmente spiazzata da quel complimento inaspettato, spero che lei non lo noti ma vengo tradita dal rossore delle mie guance.
"Guarda come arrossisci, le tue guance sono diventate di questo colore anche quando Sara ti ha fatto lo stesso apprezzamento?" Mi guarda fissa negli occhi, ero certa ci avesse viste durante la pausa pranzo.
"Beh ovvio che no" I suoi occhi non si scollano dai miei e non riesco a fare a meno di abbassare lo sguardo non riuscendo a reggere la tensione. Lei si alza e si posiziona davanti a me, poggiando i suoi polpastrelli sotto il mio mento, costringendomi a tornare a guardare il suo viso stupendo.
"Sarà meglio che tu non mi stia mentendo" Sorride, quel sorriso mi manda in tilt, come se tutto il mio sistema nervoso ad un tratto si rifiutasse di funzionare per stare lì a guardarla.
"Sono così gelosa, lo sai Aly, non mi va che le persone facciano apprezzamenti su quello che mi appartiene. E soprattutto non mi piace che quello che mi appartiene non faccia niente per far capire che è già occupata." Torna seria e io posso soltanto sbavare a quella vista stupenda.
"Abbiamo solo parlato" Torno finalmente in me e decido di farla innervosire un po'.
"Solo parlato? Ti stava circondando le spalle con il braccio e mi vuoi fare credere che lei ti stava solo parlando?" Mentre dice queste parole si avvicina sempre di più.
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you will always belong to me.
ChickLitRaccolta di oneshots lesbo, le protagoniste saranno Rebecca e Alyson. I vari capitoli non sono collegati tra loro. contenuto esplicito/smut