Music sounds better with u - Logan Henderson

Chapter four

Passarono esattamente due settimane, che andavano sempre tutte allo stesso modo. Io andavo a lavoro la mattina, Hayley stava con Presley e il pomeriggio uscivo con la bambina.

Mi trovavo all'interno del ristorante, quella volta mi avevano chiesto un cambio, e dopo aver chiesto a Presley se fosse stata disponibile ricevendo una risposta affermativa, lavorai di sera.
Era più o meno mezzanotte quando il locale chiuse, io e Kendall, dopo aver lavato, ci sedemmo su un tavolino a parlare.
Non so come ma finii a parlare di mia figlia, con un sorriso a trentadue denti. Ovviamente non gli dissi del padre, e lui non mi chiese nulla. Anzi, ascoltava interessato e sorridendo anche lui.

«E quanto ha tua figlia?» mi chiese dopo un po'.
«Sette mesi» risposi.

«Chi è che ha sette mesi?» sentii dire da una voce davanti a me. Mi girai e vidi il ragazzo del supermercato. Ma allora mi stava davvero seguendo, pensai esasperata.

«Ciao Logan!» lo salutò il biondo accanto a me.
«Lo conosci?» chiesi a Kendall.
«Sì, è mio amico dai tempi dell'asilo.»
Alzai gli occhi al cielo cercando di non farmi vedere da nessuno.

In quelle settimane ero riuscita a fidarmi solo ed unicamente di Kendall, e non ne sapevo neanche io il motivo.

«Ciao Kendall, chi è questa bellissima ragazza?» chiese sorridendomi e sedendosi nella sedia di fronte a me.
Lo guardai truce.
«Si chiama Diamond» gli rispose Kendall abbracciandomi.
Se l'avesse fatto qualche altro ragazzo, l'avrei ucciso probabilmente, ma Kendall non lo faceva per male, anzi.
«È un bel nome» disse rivolto verso di me.
«Sì wow, fantastico. Ora andiamo Kendall?» gli chiesi alzandomi dalla sedia e prendendo le mie cose.
Lui mi guardò confuso ma non fece domande.
«Dovrei solo sistemare le ultime cose..» rispose alzandosi pure lui.
«Vorrà dire che andrò a piedi, devo andare subito da Hayley»
Kendall fece per dire qualcosa ma Logan lo interruppe.
«Se vuoi posso darti io un passaggio» disse alzandosi pure lui dalla sedia.
Mi girai verso di lui guardandolo malissimo.
«No, vado a piedi»
«No!» esclamò lui. Lo guardai come se fosse pazzo.
«Diamond, Logan ha ragione» si intromise Kendall.
Alzai gli occhi al cielo. Per mia figlia questo e altro.
«Eh va bene! Ma solo perché parliamo di Hayley.»
Non aspettai neanche una risposta e mi avviai fuori.

Presto mi raggiunse anche Logan, e io senza neanche guardarlo in faccia gli chiesi: «Dov'è la macchina?»
«Macchina? Io non ho una macchina»
Lo guardai più confusa che mai.
«Ma cosa significa?» esclamai.

Lui si mise davanti a me e appoggiò le mani su una moto. Afferrai subito il concetto e in quel momento mi ricordai del giorno in cui si era fermato per farmi attraversare. Come aveva fatto a non venirmi in mente prima?
«Oh cazzo..»
«Tranquilla, andrò piano»
Ingoiai il grappo che mi si era formato in gola. Non era la velocità il problema, era il fatto che il mio ex si muoveva con lo stesso mezzo..
Io annuii noncurante e Logan mi passò un casco, che misi subito per non far vedere i miei occhi che ormai erano diventati lucidi. Per fortuna era notte e ci trovavamo avvolti dal buio.

Logan si mise sulla moto e io, dopo aver fatto un respiro profondo, mi misi dietro di lui, cercando di mantenere una netta distanza, anche se era impossibile, ovviamente.
«Tieniti forte» disse lui.
Non gli diedi per nulla ascolto e quando lui mise in moto non lo sfiorai neanche.
Continuai così per parecchio tempo ma purtroppo il ragazzo fece una curva in modo abbastanza veloce, rischiando di farmi cadere, perciò le mie mani andarono a finire involontariamente sulla sua vita, e la velocità della moto portò la mia testa sulla sua spalla. Quando me ne accorsi la allontanai di scatto. Menomale che andava piano.
«Te l'avevo detto di tenerti forte» rise lui.
Gli diedi un pugno in pancia e lui mi chiese scusa.
Una piccola vittoria.

Quando arrivammo di fronte a casa mia mi sorse un dubbio.
«Scusa, ma tu come facevi a sapere dove abito?» gli chiesi girandomi per guardarlo.
«Me l'ha detto Kendall» disse vago.
Non era un buon bugiardo ma non osai fare altre domande, ed entrai subito a casa mia.