𝗵𝗲'𝗱 𝗯𝗲 𝗱𝗼𝘄𝗻 𝗳𝗼𝗿 𝘄𝗵𝗮𝘁𝗲𝘃𝗲𝗿

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Sbircio oltre la porta socchiusa.

Sorrido d'istinto.

La mia piccola bambina.

Mi appoggio allo stipite, aprendo piano la porta.

Alza lo sguardo dal libro, per poi mettersi su a sedere sul materasso.

«Com'è andata da Sound?»

«Non dovresti essere a cena dai genitori di Kavin?»

Scuote la testa.

«Sono partiti per un'urgenza all'estero, quindi sono rimasta a casa da sola.»

«Mamma e papà?»

«In viaggio, no?»

Mia sorella.

Kaning.

Piccina, che ancora studia al liceo, in centro in città.

Con il massimo dei voti, un ragazzo ricco che si prende cura di lei e che le dà vitto e alloggio durante il periodo delle sessioni d'esame, con cui si è fidanzata dopo aver terminato le scuole medie.

Piccina.

Non mi assomiglia affatto, se non per il color pece dei capelli che abbiamo preso dalla discendenza di papà.

Occhi scuri, con le paiuzze color nocciola intorno l'iride.

Strano, vero?

Ma Kaning è sempre stata particolare.

Dal suo atteggiamento composto, la voce delicata, il sorriso rinchiuso sulle labbra sottili color ciliegia.

Afferra una pinza da sopra al comodino di mogano, per poi appoggiarsi con i piedi sul tappeto.

Mi invita con la mano a sedermi al suo fianco.

Lo faccio.

Con un sospiro, ma sorrido ancora.

Non riesco a crederci.

«L'hai detto a Sound?»

Annuisco con la testa.

Kaning è l'unica persona con cui abbia mai avuto un rapporto serio, soprattutto nel nostro mondo di privilegiati. È mia sorella minore, ma la persona più vicino che abbia ad oggi.

Ci sono altri ragazzi come me, tra cui Kavin, però non avendo la stessa età, ammetto che è più difficile averci seriamente a che fare. So che ama mia sorella, se non fosse che sto la maggior parte del tempo a casa di Sound, a quest'ora potrei essere parte della sua cerchia ristretta di liceali ricchi ed ereditieri, ma va bene che non sia così, non voglio chiedere il mondo.

Ho provato ad avere qualche amico del mio stesso ceto sociale, la maggior parte mi ha solo fatto venire mal di testa.

Sono così retrogradi e coglioni.

«Si, qualche giorno fa.»

Sorride.

Posa il libro sul materasso, sedendo a gambe incrociate sul letto.

«E come procede?»

«Credo che riusciremo a costruire un rapporto.»

Mi appoggio con le mani al materasso, facendo un po' leva con la schiena per stiracchiarmi.

Sono sfinito.

Negli ultimi dieci giorni sono stato costretto ad allenarmi durante con la squadra dei cheerleader, non ho avuto un attimo di pausa, neanche con Sound.

☽ 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹 𝗯𝗮𝗯𝘆 ʷᶦⁿˢᵒᵘⁿᵈDove le storie prendono vita. Scoprilo ora