Cerco di non sorridere.
Ci provo, sul serio.
Ma Win mi lancia un'occhiata da dietro al computer, per poi appoggiarsi contro al divanetto con un sospiro. Allunga un braccio su quest'ultimo, indicandolo con la testa.
Vieni qui.
Deglutisco.
Siamo venuti in caffetteria per scrivere la tesi assieme, pur di non rimanere rinchiusi nel mio appartamento. Dopo che si è rotto il condizionatore, non è più facile svegliarsi appiccicaticcio e provare a buttare giù qualche parola, come non è fattibile che mi trasferisca definitivamente da Win, nel suo appartamento, quando so che non sono in grado di mantenere la concentrazione con il suo sguardo puntato addosso.
Ed è proprio questo che voglio: il suo sguardo addosso, nonostante sappia di non riuscire a studiare. Che senso ha studiare da solo?
«Sto finendo il capitolo, oltre al Pink Milk.»
Sorride un po'.
«Puoi prendere il mio Frappuccino Macchinato con doppia panna, no?»
Sospiro.
«Ma è amaro.» Aggiungo rapido, con un ennesimo sospiro. «Non mi piacciono le cose amare.»
«Non è amaro, sei tu che sei troppo delicato.»
Ridacchio assieme a lui.
Un po', è vero.
Ma sono stato cresciuto con un'educazione ferrea che mi ha reso l'ereditiere più ricco nel nostro mondo, che doveva essere bellissimo e gentile davanti al resto degli sconosciuti.
Sono stato abituato a mangiare sano, concedendomi qualche piccolo sgarro solo lontano da occhi altrui, raramente in vacanza fuori città.
Allungo una mano verso al suo bicchiere, la ritiro indietro poco prima di seguire il suo sguardo, che si sposta verso la vetrata alla nostra destra.
«C'è il Pride.»
Annuisco con la testa, sorridendo d'istinto quando la massa di gente comincia a muoversi verso al centro della città, ricoperta da vestiti colorati, bandiere di ogni tipo, sorrisi che sanno di libertà.
È la prima volta che si celebra il Pride, dopo così tanto tempo fa uno strano effetto vederlo dal vivo.
Mi alzo.
Per sedermi al suo fianco, appoggiando la schiena contro al suo petto, con le gambe incrociate sul divanetto, per guardare direttamente la scena fuori dalla vetrata.
Arcobaleno, baci rubati da alcune coppie.
Una ragazza indossa una gonna con una coda da unicorno, a tema lgbt.
Le braccia di Win si stringono piano intorno ai miei fianchi, la guancia preme sulla mia.
«Vuoi andare al Pride?»
Prendo la sua mano sul mio stomaco, con la testa mimo un no.
Il dovere deve venire prima del piacere, purtroppo, se ho intenzione di laurearmi il prima possibile. Devo consegnare gli ultimi capitoli in anticipo di alcuni mesi, anche per dare l'opportunità alla professoressa di leggere assieme ai correlatori il mio elaborato, poi potrò definirmi completamente libero da questo peso sulle spalle che mi grava addosso dall'ultima sessione d'esami.
«Sei sicuro? Possiamo lasciare la roba qui, non ce la prenderà nessuno se chiedo al capo, lo conosco, lo sai e -»
Mi stringo addosso a lui.
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☽ 𝗮𝗻𝗴𝗲𝗹 𝗯𝗮𝗯𝘆 ʷᶦⁿˢᵒᵘⁿᵈ
Fiksi Penggemar➯ ᴡɪɴsᴏᴜɴᴅ ➯ sɪᴅᴇ sᴛᴏʀʏ: ʜᴇᴀʀᴛʟɪᴍɪɴɢ ➯ ᴍʏ sᴄʜᴏᴏʟ ᴘʀᴇsɪᴅᴇɴᴛ / ɴᴏᴛ ᴍᴇ / ᴍᴏᴏɴʟɪɢʜᴛ ᴄʜɪᴄᴋᴇɴ !ᴀᴜ ➯ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ ↳ 𝙇𝙤 𝙧𝙞𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙪𝙣'𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖, 𝙘𝙤𝙣 𝙫𝙤𝙘𝙚 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙗𝙖𝙨𝙨𝙖. 𝙎𝙞 𝙖𝙥𝙥𝙤𝙜𝙜𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙞𝙡 𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙤𝙥𝙧𝙖 𝙡...