Capitolo primo

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♦Sono Felicity. Ho 16 anni. Oggi è il primo giorno di scuola e io non ci voglio andare. Non sono pronta per dei rapporti sociali♦

Un nuovo giorno. Mi alzo dal letto di malavoglia , cercando disperatamente di mettere in ordine i miei disperati capelli a zazzera, sbadigliando e lamentandomi.

Apro la mia camera armadio piena di vestiti e cerco qualcosa da mettere. Prendo la maglia e i pantaloni che avevo preparato la sera prima: una maglia rossa larga con la scritta "I'm so crazy" e dei pantaloni bianchi semplici. Indosso le mie vans a scacchi e mi avvio in cucina per la colazione.

- Buongiorno Felicity- mi saluta mia mamma dalla tavola da pranzo
- Buongiorno mamma- la saluto con un cenno di mano
Sul tavolo c'è una squisita colazione : uova,beacon e succo di frutta, ma il mio stomaco non se la sentiva proprio di mangiare.

Lasciai in tutta fretta casa, decisa a camminare fino a scuola ed arrivare al filo della campanella di modo da non parlare con nessuno. Se qualcuno mi avesse solo accennato a lui sarei scappata in un angolo.

Misi le mie cuffiette blu e percorsi tutto il quartiere a piedi fino a che, girato l'angolo non mi imbattei in un ragazzo. Sbattei contro di lui ma prima che cadessi mi prese al volo, fra le sue possenti braccia.

- S-Scusami tanto- dissi in preda all'imbarazzo più totale.
- Hey , non si sceglie quando andare a sbattere contro qualcuno- mi dice sfoderando uno splendido sorriso
Mi stavo sciogliendo tra quelle braccia.
Con un rapido balzo mi rialzai e mi ricomposi , cercando di sembrare poco sconvolta.
- Comunque scusami ancora - mi azzardai a dire
- Perdonata signorina...- -Felicity - risposi in tutta furia - Felicity Lotner- -Bene Felicity è stato un piacere scontrarsi con lei - mi disse proseguendo per la sua strada

Dopo qualche minuto di fiato sospeso continuai a camminare e arrivai a scuola.
La campanella
Precisamente puntuale

Attraversati di corsa l'ampio spiazzo di erba che separava me dal portone dell'Istituto e li varcai senza badare minimamete ai miei cosiddetti amici, che cercarono di fermarmi.

Scavalco la folla ingombrante di matricole, tanti tanti nuovi ragazzini arrivati chissà da quale posto per studiare alla prestigiosa "Standurd" istituto famoso in tutto lo stato americano e bla bla bla...

Baggianate dico

L'unica cosa per cui questa scuola è famosa è per tutti i ricconi che vengono a far vedere quanto sono ricchi e i cervelloni per fare vedere quante ne sanno. Praticamente sono l'unica persona qui a non voler farmi notare.

Qui, quando tutti vanno in cortile e chiacchierano, io sto in un angolo sola , a leggere immersa in quel mare di parole che mi meraviglia ogni volta.

L'unica persona che considero mia amica in questa marmaglia di leccapiedi è Lexie. Lei è una ragazza intelligente , ha vinto una borsa di studio ed è venuta qui a studiare.

Siamo amiche dal primo anno di scuola, da quando mi ha fatto da tutor e mi ha fatto capire qualcosa sulla biologia, e da allora non ci siamo più staccate.

Non so ora dove sia, ma sono sicura di trovarla lì, nel 3 banco in seconda fila, che mi tiene il posto e che mi aspetta con il suo sguardo pieno di affetto. Le voglio un mare di bene .

Entro in classe in contemporanea con la prof di storia e mi vado a sedere vicino alla mia migliore amica
- Buon anno scolastico Fell - mi saluta lei dal suo banco - Grazie Lexie ne avrò bisogno- gli sussurro dal mio banco
-Non dire così , te la caverai alla grande !- se, facile per lei

Io non somiglio per niente a Lexie. Innanzitutto lei è bionda, ha degli splendidi occhi blu e un fisico che farebbe sbavare un prete, ma nonostante questo lei è sempre aperta e disponibile con tutti, ha tanti amici ed è considerata la ragazza più popolare di Los Angeles.

Ha sempre un sacco di ragazzi che le corrono dietro , tanto che ormai tutti i ragazzi che conosce sono suoi ex. Ogni tanto tenta di coinvolgermi nelle sue avventure in discoteca o in un appuntamento , ma sa che se mi impunto non mi convince neanche pagando oro.

E allora sono spesso sola

La lezione comincia e da brava alunna comincio a prendere appunti e a seguire. Ma la mia testa dice altro. Dice che vuole andarsene.

Finita la lezione mi accordai con Lexie per un pomeriggio insieme in centro e poi feci per rintanarmi nel mio angolo di paradiso, quando per strada incontrai Tyler.

Lui.
Perchè lui?
Il ragazzo che mi piaceva e che mi ha umiliata davanti a i suoi amici Eravamo in prima superiore, ed in quel periodo ero fragile, mi facevo condizionare facilmente, e mi innamorai dell'affascinante Tyler , il più figo della scuola.

Ne parlavo spesso con Lexie, mi faci perfino dare il suo numero, ma non avevo il coraggio di scrivergli. Un giorno decisi stupidamente di dirglielo. Lo feci, e lui mi rise in faccia. Mi si spezzò il cuore , e come se non bastasse mi disse

Sei troppo brutta e grassa per parlare con uno come me, quindi se pensi che possa stare con te ti sbagli di grosso!

E continuò a ridere e sghignazzare con i suoi amichetti. E ora era lì. Erano passati due anni da quel giorno e pian piano la tristezza si era trasformata in odio.
Lo odio, lo odio e lo odio.
E su questo non ci piove.

- Ma guarda chi si rivede la piccola Felicity- mi dice da dietro l'angolo. "Continua a camminare , non badarlo " penso ardentemente nella mia testa

Gli passai accanto decisa a non parlargli, ma lui mi prese e mi strattonò un braccio -Hey dov'è finita la Felicity secchiona ?Bhe non importa , questa è molto più sexy- mi giro ed il suo sorrisetto compiaciuto mi fece salire un istinto omicida.

Mi liberai dalla sua presa con uno strattone e gli rifilai un calcio sotto la cintura . Così impara il coglione.

Proseguii la mia strada a testa alta, sentendo dietro di me applausi e parole di ammirazione , e raggiunse finalmente il mio angolino ma... era già occupato.

Un ragazzo si era posizionato appoggiato con la schiena al muro e stava tranquillamente leggendo il suo libro.
Quando arrivai alzò il suo sguardo e intuendo le mie intenzioni si mise in piedi - Scusami stavi venendo tu qui? - disse da vero gentiluomo

Ma quel viso... -Felicity?- mi disse il ragazzo - Si, sono io. E tu devi essere il ragazzo con cui mi sono scontrata stamattina!- dissi sorridendo al solo ricordo -Già proprio così- sorrise anche lui -Puoi anche chiamarmi Dylan - mi porse la mano e io la strinsi

-Piacere - gli dissi - il piacere è mio- concluse lui per poi andare.
Era così bello
Quando aveva sorriso il mio cuore aveva fatto le giravolte e le farfalle nel mio stomaco, giravano all'impazzata.

Così mi misi a leggere dove prima sedeva lui, contuando a pensare a quello splendido ragazzo che aveva, dopo tanto tempo,risvegliato il mio cuore

Alla fin fine non sarà un così brutto anno.

Stay for me, pleaseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora