XV

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Prendo Madison i braccio e la tiro fuori dalla macchina. 

"Stai bene?" Chiedo a Josh e lui annuisce. 

"Tu?" Nego con la testa guardandolo con gli occhi lucidi. 

"Che succede?" Mi chiede spaventato, ingoio un groppo di saliva e sospiro. 

"L'ho perso." Cerco di tranquillizzare Madison e cerco di non scoppiare a piangere. Josh passa lo sguardo su tutto il mio corpo e si ferma sulle gambe, fissa i jeans bianchi sporchi di sangue e poi guarda me. 

"Li ammazzo, dal primo all'ultimo." Afferma per poi abbracciarmi.

"Andiamo da Hayes, siamo quasi arrivati, così visiti Madison e io mi cambio." Affermo prendendolo per mano. 

"Dalla a me, la porto io." Annuisco e gli passo Madison, intreccia le sue dita con le miei e iniziamo a camminare verso casa di Hayes, circa cinque minuti dopo arriviamo e busso alla porta. 

"Kayla che vi è successo?" Mi chiede preoccupato Hayes quando apre la porta. 

"Abbiamo fatto un incidente, stiamo tutti bene, posso farmi una doccia?" 

"Certo che puoi, sicuri di non voler andare in ospedale?" Chiede ed io nego con la testa, lo supero e salgo al piano di sopra senza salutare nessuno. 

*Pov's Josh* 

"Hayes mi porti il kit di pronto soccorso?" Gli chiedo e lui annuisce, metto Madison seduta sul tavolo e quando Hayes mi porta il kit le disinfetto quei piccoli graffi che aveva. 

"Vai a giocare con le cuginette." Le dico mettendola giù e lei annuisce correndo via. 

"Cos'è successo?" Mi chiede Nash preoccupato. 

"Una gang rivale, quella che sei anni fa ha provato ad entrare in casa di Kayla, abbiamo visto il capo al volante." Rispondo freddamente poi prendo il telefono e chiamo Alexander un ragazzo della gang. 

"Boss dimmi tutto." 

"Trovami i serpenti, dal primo all'ultimo e con le rispettive famiglie." 

"Certo boss, posso sapere perché?" 

"No non puoi." Detto questo riattacco la chiamata. 

"State bene?" Mi chiede Will e io annuisco, sono sicuro che Kayla non vorrebbe dirgli niente quindi non glielo dico nemmeno io. 

Poco dopo Kayla scende dalle scale, indossa una maglia e dei pantaloncini di Hayes, mi avvicino e l'abbraccio per poi baciarle la testa. 

"Mettetevi sul divano e riposatevi." Afferma Hayes, annuisco e la prendo in braccio a mo di sposa. 

*Un mese dopo* 

Io e Kayla siamo sul letto, ho accompagnato Madison a scuola e tornato a casa ho trovato Kayla che piangeva rannicchiata sotto le coperte. Il mio telefono si illumina e lo guardo. 

"L'hanno trovati." Affermo guardando il messaggio di Alexander, Kayla si asciuga le lacrime e si alza dal letto. 

"Andiamo a fargli il culo." Annuisco e ci vestiamo, in poco tempo siamo in macchina e parto sfrecciando verso la base. 

Arriviamo e parcheggio la macchina, scendiamo da quest'ultima ed entriamo nel magazzino. 

"Che volete da noi?" Chiede uno serpenti.

"Sapete, il mese scorso un auto ci è venuta addosso e io mi chiedo." Kayla si siede davanti a loro guardandoli tutti negli occhi, ha uno sguardo crudele, privo di emozioni. 

"Quale mostro lo farebbe di proposito sapendo che in macchina c'è una bambina di soli sei anni." Lo sguardo di Kayla si ferma sul capo della gang e a quel punto si alza dalla sedia e si avvicina a lui. 

"Avrei pensato nessuno se solo non avessi visto la tua faccia soddisfatta mentre te ne andavi." Kayla gli sferra un calcio sul petto facendolo cadere con tutta la sedia sulla quale era legato. 

"Nella stanza accanto ci sono tutte le vostre famiglie, le vostre madri, le vostre sorelle, i vostri fratelli, i vostri figli e io mi chiedo, cosa dovrei fare? In quel incidente noi abbiamo perso nostro figlio non dovremmo farvi provare il nostro stesso dolore? Farvi stare qui mentre li ammazziamo dal primo all'ultimo?" Ammetto che quasi non la riconosco, ha il piede puntato sul petto del capo mentre con sguardo glaciale fissa tutti gli altri. 

"Però per vostra fortuna noi non tocchiamo la famiglia, li abbiamo rapiti solo per fargli ascoltare che razza di mostri siete, per fargli ascoltare di come avete quasi ucciso una bambina di sei anni e di come avete causato un aborto spontaneo per colpa del trauma." Kayla mi guarda ed io premo il telecomando facendo aprire il vetro della stanza dov'erano i familiari. 

I Was Right To Leave AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora