CAPITOLO VI

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La sera scorsa mi ero addormentata sul divano senza nemmeno rendermene conto. Venni svegliata da Soonie che miagolava a causa della fame e nel mentre mi toccava il volto con la zampina.

“Sì, sì…sono sveglia. Buongiorno patato.” Lo accarezzai dolcemente sorridendo. D’improvviso spalancai gli occhi cercando con frenesia il telefono per controllare l’orario. Tutto quel trambusto infastidì Soonie che scese guardandomi male.

Era tardissimo! Da orario da lì a quaranta minuti sarebbe cominciata la lezione di Farmacologia ed io ero ancora in quello stato pietoso.

Corsi in cucina per preparare la ciotola con i bocconcini a Soonie e gli cambiai l’acqua. Dopodiché corsi di sopra a prepararmi.

Se il giorno prima avevo avuto tempo e premura, oggi sembravo uscita da un incubo. Cercai comunque di fare il più possibile per avere un aspetto curato e mi catapultai nuovamente in salone dove recuperai borsa e chiavi.

Soonie mi guardò beffardo dal divano dopo aver mangiato con tutta calma.

“La vita tua…”

Lui miagolò in risposta ed io uscii non potendomi permettere di perdere altro tempo.

Avvisai Yeji del ritardo.

Il bus, come se non bastasse, tardò ad arrivare e quindi, inesorabilmente, arrivai giusto in tempo fuori dall’università. Lì trovai Jisung con Yeji che sorridevano sereni.

“Buongiorno! Scusatemi ma sono in ritardo e non voglio attirare più attenzioni di quanto già non farò.”

Li abbracciai velocemente ma Jisung mi trattenne dalla manica:”Calma tigre. Prendi almeno la colazione no?”

“Vi amo. Ci vediamo dopo per pranzo?”

Annuirono e così rimanemmo d’accordo.

Fuori dalla porta dell’aula venni assalita dal panico. Sentivo chiaramente che le gambe stavano per cedere e il cuore battere ad un ritmo innaturale.

Ero sul punto di girare i tacchi ed andarmene. Magari avrei potuto aspettare qualche giorno in più per prepararmi psicologicamente, magari mi ero sopravvalutata e non ero pronta.

Mentre la testa lavorava a tremila una bottiglietta d’acqua occupò il mio campo visivo facendomi dimenticare per un istante l’ansia.

“Tieni.” Mi voltai ed un ragazzo dai lunghi capelli neri mi stava sorridendo.”L’avevo presa per me ma credo tu ne abbia più bisogno.”

“Grazie...scusami, come ti chiami?”

Ero talmente nel panico che nemmeno mi ero posta il problema se accettare o meno quella bottiglietta perché lui aveva ragione, ne avevo bisogno.

“Jung Wooyoung. Sono nella tua stessa classe di Farmacologia.”

“Scusami se non mi sono ricordata il tuo nome.”

Ennesima figuraccia, sicuramente. Solo nel tragitto dall’ingresso all’aula almeno cinque persone mi avevano salutata contentissime di vedermi di nuovo lì ed io avevo risposto in maniera generica perché non avevo la ben che minima idea di chi fossero.

“No, tranquilla, non credo ci siamo mai presentati.”

Tirai un sospiro di sollievo:”Allora piacere di conoscerti, io sono Choi Y/N.”

“Beh, a breve comincerà la lezione Y/N. Se ti fa piacere puoi sederti accanto a me così se vorrai parlare con qualcuno per distrarti potrai farlo.”

Wooyoung in quel momento mi apparve come un angelo custode. Inoltre avevo davvero apprezzato il fatto che non avesse chiesto il motivo scatenante il mio stato d’animo. Si era limitato a darmi una mano.

MAZE OF MEMORIES // LEE MINHODove le storie prendono vita. Scoprilo ora