~Capitolo 43~

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Mattia Pov's

Dopo solo una settimana la mia pelle era cominciata a diventare di una leggera tonalità più scura, quasi simile al colore del caramello.

E Christian non faceva altro che sfottermi, dicendo che alla fine della nostra vacanza sarei ritornato a casa di un colore più scuro dei suoi capelli, carbonizzato praticamente.

Lo ha ripetuto così tante volte da costringermi a mettere la crema ogni volta che uscivo di casa per evitare di ustionarmi veramente.
Quasi terrorizzato all'idea di scurirmi troppo.
Ma cosa posso farci se la mia pelle bianca è fin troppo sensibile ai raggi del sole?

Fortunatamente, al contrario di quel che credevo ancora non mi sono bruciato, non come l'ultima volta che sono andato al mare e ho dimenticato di spalmare la crema sulle spalle.
Lì sì che sono stati veramente dolori, avrei voluto strapparmi di dosso la pelle se avessi potuto.

Mentre Christian, esattamente il mio contrario, non sembra avere chissà quali problemi, visto che la sua carnagione è già abbastanza scure e il sole sembra andare a rilento sul suo corpo, certo si sta abbronzando anche lui, ma a differenza mia molto di meno.

L'unica cosa che mi fa impazzire del sole è che con il passare dei giorni i raggi mettono in mostra le sue lentiggini in maniera esagerata e sorprendente.
Se in inverno si riescono a vedere solo quelle sul naso e le guance, in estate le noti su tutto il viso e anche sulla parte alta del petto.
Tante piccole macchioline scure che fanno risaltare ancora di più i suoi occhi verdi e il suo viso delicato.
Rimarrei ore a guardarlo senza stancarmi mai.

Finisco di raccogliere i panni ormai asciutti e piegandomi, li sistemo ordinatamente nel piccolo armadio della stanza sentendo la voce di Christian canticchiare qualche canzone sconosciuta sotto la doccia.

Ormai quasi come un rito, la mattina facciamo colazione e poi ci dirigiamo direttamente al mare per prendere un po' di sole e fare un bagno, pranzo fuori e il restante del pomeriggio cerchiamo di visitare tutti i piccoli posticini che l'isola ci riserva.

La notte facciamo le ore piccole per non perdere nemmeno un secondo del nostro viaggio, il sonno ci serve, ma in occasioni del genere possiamo anche farne un po' a meno.
Naturalmente non sto dicendo che non dormiamo, perché sarebbe irreale, crollerei al primo passo se passassi anche una sola giornata senza dormire.
Ho bisogno delle mie ore di riposo per non assomigliare a un fantasma che cammina.

Però sì, diciamo che la notte preferiamo trascorrere le ore a fare l'amore o a coccolarci invece di dormire.

Nei giorni seguenti abbiamo fatto di tutto, un giro in barca fino all'altra costa dell'isola e nello stesso giorno siamo andati a vedere le cascate di Tamarin.
O almeno così ricordo si chiamasse, ho qualche problemino con i nomi dei posti, sono tutti così stravaganti e complessi che ricordarli diventa seriamente un parto.
Ma nonostante il nome strano, il posto era magnifico.

Mi ci sarei costruito volentieri una casetta, emanava una pace assurda e una tranquillità tale che al ritorno stavo per puntare i piedi a terra per non andare via.

Siamo andati a fare un giro nelle cittadelle, che a differenza di quel che credevo sono delle vere e proprie città, con palazzi e il traffico intasato.
E si, non mi giudicate, ma io pensavo fosse davvero un posto tutto alberi e mare, scoprire addirittura più di una città mi ha lasciato stupito e senza parole.

Ci sono scuole, ristoranti ed edifici imponenti.
Molti negozi di souvenir, dove appunto abbiamo comprato un po' di cose da portare poi a New York nella casa nuova per tenerle come ricordo.
Insieme a una marea di calamite, perché io amo le calamite e ogni volta che mi capita di andare in un posto nuovo la prima cosa che appunto faccio è comprarne una.

 ~ Shù ~ ( boyxboy) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora