4x6- gelosie-

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*Josephine's pov*

Il giorno dopo successe un sacco di cose:
Polly venne "riammessa" nella Shelby company limited e con votazione avevamo deciso che erano remote le possibilità che sarebbe stato Arthur la persona a vendicare John, ma lo avrebbe fatto Aberama per noi.

Due italiani hanno cercato di fare fuori il maggiore degli Shelby, non riuscendoci, entrando da una porta di servizio lasciata appositamente aperta. Solo dopo Thomas scopri che la soffiata venne fatta dal suo segretario, il quale venne minacciato da Tommy stesso.

Ero a casa e l'orologio segnava un quarto alle due del mattino quando Tommy tornò.
Non mi calcolò di molto, mi diede un bacio a stampo, poggiò la sua valigetta sulla scrivania e si immerse nella vasca per il bagno.
notai che dal suo cappotto spuntava una foto così da incuriosita la presi.
nella foto c'erano Tommy e una donna, davvero molto bella.

"Wild Rovers. Beside the seaside.
June 15 th 1915."

«Sono le due del mattino, Tommy.
Isaiah mi ha detto che te ne sei andato dalla sala scommesse prima di mezzanotte.
Dove sei stato?» gli chiesi con tutta la calma del mondo.
«Ero in ufficio.» disse accendendosi una sigaretta.
«Ma davvero? eri in ufficio?» gli richiesi sperando mi guardasse negli occhi ma così non fece, continuava a guardare a dritto verso la finestra.
«si.» rispose secco continuando a fumare.
«E com'è che Arthur mi ha detto che non eri lì?» gli chiesi sarcastica.
Non mi rispose ma continuò a guardare verso il buio che vi era fuori.
«Puoi dirmi dove sei stato?»
dopo un lungo sospiro mi rispose.
«Ero da Jessie Eden.» la nonchalance nella sua voce mi fece innervosire ancora di più.
«E non ti è venuto in mente di dirmelo che andavi a casa di una donna in piena notte?
Per fare cosa poi?»
«Non te l'ho detto perché sapevo che ti saresti innervosita.» butto la sua sigaretta nell'acqua.
«Non sono innervosita Tommy, sono furiosa, è ben diverso.»
«Chi è lei?» chiesi sbattendogli la foto in faccia.
«eh tommy? questa chi sarebbe?»
«Qualcuno che appartiene al passato, non è più importante.» uscì dalla vasca allacciandosi l' asciugamano intorno alla vita. si accese un'altra sigaretta e continuò a guardare fuori.
«Sai cosa c'è tommy? fai che cazzo ti pare, se avrò l'onore di sapere qualcosa fammi un fischio.» dissi uscendo da quella stanza arrabbiata.
Lo sentii chiamarmi ma mi lascio andare, non mi rincorse.
-
Dopo aver litigato con Tommy me ne andai via dalla casa degli shelby per raggiungere la mia vecchia casa, quella in cui mi ero trasferita quando sono scappata da Londra.
Thomas ha provato a mettersi in contatto con me. molti dubbi mi tormentavano e non avevo la minima voglia di vederlo ma lo dovetti fare, per lavoro.
Entrai nel suo ufficio alla ShelbyCompany Limited e prima che potesse aprire bocca parlai io.
«sono qui per i documenti sugli operai, quindi prima finiamo prima me ne vado.» dissi rimanendo in piedi davanti alla sua scrivania.
«Non ti sembra di esagerare?» chiese lui mettendosi comodo una sua sedia per poi accendersi una sigaretta.
«Esagerare? Thomas, sei tornato a casa al 1:45 del mattino, mi hai mentito dicendomi che eri in ufficio e poi esordisci con totale nonchalance che eri a casa di una donna.» alla testa era china, si guardava le scarpe invece che negli occhi.
«Poi trovo la foto di un'altra donna del tuo cappotto e mi dici che non è niente. Sto davvero esagerando Tommy?» alzò gli occhi e fece per parlare ma la porta lo interruppe rivelando la figura di Lizzie.
«Ma porca puttana, la gente sa bussare?» sussurrai io in preda al nervoso.
«Mandare Finn alla sala scommesse è stato un errore. Hanno già scoperto che è vergine e gli stanno trovando una ragazza per oggi pomeriggio.» annunciò lei sedendosi sulla sedia che dava di fronte a Thomas e gli rubò una sigaretta.
Ma chi si crede di essere questa stronza?
«È Linda non c'era?» Le chiese Tommy sbuffando, era ovvio che nemmeno lui la voleva intorno.
«Si c'era. E l'idea l'è piaciuta.» Lo shelby rimase un po' sconvolta dalla cosa.
«Si lo so. Dice anche parolacce... "Merda" "Cazzo" Suona strano dalla sua bocca.»
«Lizzie- richiamai la sua attenzione- Non so se te ne eri accorta, e credo proprio di sì, ma eravamo in mezzo a una discussione. Potresti, gentilmente, andartene a fanculo.» le dissi con il sorriso più tirato che avessi.
«Josie! - mi richiamò serio - adesso basta!» non potevo credere alle mie orecchie. Perché mi trattava così? Come se fossi solo una sua dipendente del cazzo.
«Fanculo!» feci per uscire dalla stanza ma Thomas mi fermò.
«Non azzardarti ad uscire da quella porta, Josephine.» mi inchiodai sul posto e mi girai verso di lui. Aveva gli occhi iniettati di furia. Ora è lui quello adirato?
«Gli hanno già trovato una ragazza?» si riferì a Lizzie, che ne mentre stava sogghignando.
«Si, una con cui lavoravo io.» I miei occhi si impregnarono di lacrime, vedere loro due parlare come se fossero amici di lunga data mentre io ero lì, ad un passo dalla porta vederli "flirtare".
«È gentile?»
«No. È di Aston. Si prende pochi spiccioli.»
«Almeno lei si fa pagare.» lanciai una frecciatina a Lizzie che la colpi in pieno petto. ed era talmente lanciata bene che smise di sorridere.
«Allora chiamale e dì loro di pagare di più. ne serve una gentile.»
«Le donne gentili non fanno queste cose.» continuò la moretta fumandosi la sigaretta.
«Si invece. Per esempio tu.» una riadagiamo mi uscì dalle labbra ma la fermai subito quando Tommy mi lanció un occhiata.
Non era una occhiata del tipo "taci" ma era come se mi dicesse "non ora."
Lo vidi alzarsi e indossare il suo cappotto per poi venire verso di me.
Mi aggiustò il mio cappotto in pelliccia e me lo abbottinò facendomi un occhiolino.
«Dove vai Tommy?» gli domandò la mora ma lui non le rivolse sguardo. continuò a coprirmi per poi sorridermi.
«Io e Josie andiamo in un posto dove non vado da tempo.» disse prendendomi per mano e tirarmi fuori dal l'edificio.

-
Ci ritrovammo in un posto che non riuscii bene a definire. Eravamo sotto un ponticello dove vi erano delle vecchie barche e delle zolle di fieno. Mentre Tommy restò ad ammirare il fiume, io stavo seduta e aspetta che lui mi spiegasse il motivo per qui eravamo là.
«Venivamo sempre. Lei mi aspettava, per ore, se non riuscivo a venire. E io aspettavo lei, se non la facevano uscire.» la malinconia nella sua voce era palpabile, triste per certi versi.
«Di chi stai parlando?» gli domandai non capendo.
«Della ragazza nella foto, una prima della Francia.»
«È stata il tuo primo amore?» lo capivo, se quella donna, era la prima donna che lui abbia mai amato, non mi importava se tenesse ancora una sua foto.
Il primo amore non si scorda mai, giusto?

Si avvicinò a me e si posizionò tra le mie gambe, scostandomi qualche ciocca di capelli dal viso.
«Si. Non venivo qua da allora. E volevo venirci con te.» disse per poi baciarmi. un bacio dolce, puro senza malignità aggiunte.
«Ti chiedo perdono per averti mentito la scorsa notte. Ero da Jessie Eden per chiederle di alcuni Changretta che manifestano con lei.» mi poggiò le mani sui fianchi e mi lasciò dolci bacetti sul collo come un ragazzino.
«Mi fido di te Tommy. Tu scusa per aver fatto una scenata prima, ma quando quella troia: entra e esce dal tuo ufficio come se fosse casa sua, ti parla come se io non fossi presente e tocca le tue cose come se fossero le sue, io ti giuro che vorrei ucciderla.»
«Il mio cuore appartiene a te e brucia solo per te. Le altre donne non mi interessano.» lo baciai con passione e ci lasciammo trasportare dal dolce suono del fiume.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02, 2023 ⏰

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In Love With A Gangster // Peaky Blinders  {SOSPESA!!}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora