Come prima

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"Non devi dirmi di fidarmi di te.

Lo faccio già, anche quando non dovrei."

Avevamo pensato a tutto nei minimi dettagli.

Io e Melody avevamo passato gli ultimi dieci giorni alla confraternita degli Skull. Cercavo di farmi notare il meno possibile da chiunque potesse avvertire Trevor del mio avvicinamento a Blake.

Io e Blake avevamo passato le ultime tre notti a dormire insieme. La prima volta era successo per caso: eravamo sul divano a rivedere il piano e ci eravamo addormentati. Le altre due notti, invece, era stato lui a chiedermelo. Mi aveva detto che, con me vicino, gli incubi non lo tormentavano. Io mi ero limitata ad accettare, senza dirgli che anche per me era lo stesso.

Io e Melody eravamo uscite a comprare l'abito per il grande evento, e con noi c'era anche Meredith. Sapeva che stavamo pianificando qualcosa, ma non aveva fatto domande.

Il piano per colpire Donovan era semplice: dopo la solita corsa clandestina del venerdì, Donovan avrebbe tenuto un gala per consolidare il suo impero e creare nuove alleanze. Blake era stato chiamato a gareggiare, e io sarei stata in macchina con lui. I ragazzi ci avrebbero raggiunti direttamente all'evento e lì avrei dovuto tenere impegnato Donovan, mentre loro avrebbero cercato prove nel suo studio per poterlo incastrare.

Era un piano semplice. Questo era stato il mio mantra per dieci giorni. Sapevo che, salvo imprevisti, ne saremmo usciti indenni e vincitori.

Avevamo già girato tre negozi, ma niente ci convinceva. Fu Meredith a trovare quello giusto.

Era un negozietto nascosto, piccolo ma elegante. Appena entrammo, un commesso ci si avvicinò e gli spiegai il genere di abito che cercavo. Dopo qualche minuto, tornò con tre vestiti di lunghezze e colori diversi.

Ci avvicinammo ai camerini e, mentre io mi cambiavo, le ragazze si accomodarono sui divanetti di fronte.

Il primo abito era verde bottiglia, corto, con una spalla scoperta. Bello, ma non faceva per me, e anche le ragazze lo bocciarono. Il secondo era blu mare, con uno scollo profondo e uno spacco sulla gamba sinistra. Ancora no. Fu il terzo a conquistarmi: nero, aderente, con la schiena completamente scoperta e una chiusura che si agganciava dietro al collo. Il tessuto scivolava morbido sulla mia pelle, aderendo perfettamente alle curve. Mi guardai allo specchio, trattenendo il fiato per un istante. Quel vestito trasmetteva potenza, sicurezza. Era perfetto. Uscì per mostrarlo alle ragazze.

"Sei uno schianto, Cass."

"Questo è quello giusto, tesoro."

Uscite dal negozio, ci fermammo a mangiare qualcosa, poi io e Melody tornammo alla confraternita.

Dovevo iniziare a prepararmi per la gara con Blake.

Una volta entrate in casa, il silenzio che la riempiva mi preoccupò. Io e Melody ci scambiammo un'occhiata e ci dirigemmo in cucina, dove trovammo tutti e tre i ragazzi.

"Ehi, non ci avete sentito?"

"C'è un problema."

Non avevo ancora aperto bocca, ma la frase di Blake mi gelò. Mi avvicinai a lui e aspettai.

"Puoi venire alla gara, ma non alla festa."

"Cosa?! E il piano?"

"Cassie, potrebbe esserci anche Trevor. Un'ora fa Donovan ha ampliato gli inviti e lui potrebbe essere tra gli ospiti."

No. No, no, no. Non ci voleva. Non potevamo mandare tutto all'aria. E non avevamo tempo per rielaborare il piano.

"Starò attenta."

"No."

Il tono di Blake fu secco e glaciale, come un tuono che precede la tempesta.

"Blake, non abbiamo scelta."

"Non provarci, Cassie. È troppo pericoloso. Se Trevor ti vede, se si avvicina a te, sei morta. Non se ne parla."

"E invece sì. Non resterò nascosta aspettando che Donovan o Trevor mi trovino. Se si avvicinerà, saprò gestirlo. Non puoi dirmi cosa fare, Blake."

Si alzò di scatto dallo sgabello e colpì il bancone con un pugno. Il rumore esplose nella stanza, facendo vibrare i bicchieri sul piano. Melody cacciò un piccolo grido, mentre i ragazzi si irrigidirono, scambiandosi sguardi preoccupati, ma io non mi mossi di un millimetro. Non avevo paura. E soprattutto, avevo già deciso. Non avrei cambiato idea.

"Cassie..."

"Lucky, fidati di me. Andrà tutto bene."

Lo speravo con tutta me stessa.

Alle otto di sera in punto, io e Blake uscimmo per andare alla gara, mentre i ragazzi sistemavano le armi e gli ultimi dettagli. Ognuno di noi aveva auricolari e microcamere, in modo da restare in contatto e permettere a Melody di seguirci passo dopo passo da casa.

Arrivati alla pista, l'adrenalina mi colpì in pieno. Non avevo paura. Il rumore dei motori su di giri e l'odore dell'asfalto coprivano i brutti ricordi.

Ci avvicinammo alla linea di partenza e vidi Donovan avvicinarsi. I suoi passi erano lenti e misurati, il suo sguardo fisso su di noi con un'ombra di divertimento. Indossava un completo grigio scuro perfettamente aderente al suo corpo muscoloso, la camicia bianca aperta di un bottone in più del necessario. L'aria intorno a lui sembrava caricarsi di tensione, come se fosse il padrone indiscusso del territorio. Feci un cenno a Blake, che mi prese la mano.

"Guarda, guarda chi mi hai portato, Finnigan. È un piacere rivederti, piccola Cass."

"Non posso dire lo stesso."

Dannata incapacità di stare zitta. Dovevo guadagnarmi la simpatia di Donovan, non la sua antipatia.

Blake strinse leggermente la mia mano, senza farmi male. Accettai il segnale e rimasi in silenzio.

"Voglio solo correre, Donovan. Niente di più."

Il tono di Blake era profondo e deciso, privo di emozioni. Aveva indossato la sua maschera. Nessuno poteva capire cosa stesse provando, nessuno tranne me.

Era arrabbiato—lo notavo dalle vene tese sul braccio—e preoccupato, perché il suo piede destro picchiettava impercettibilmente sull'asfalto.

Donovan ci lasciò con un sorriso che metteva i brividi.

Gareggiavamo contro altre tre macchine. Non avevo dubbi sulla nostra vittoria. Conoscevo le capacità di Blake e, soprattutto, la sua determinazione.

"Pronta, Cassie?"

"Sempre, Lucky."

Ricordami chi eroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora