"Il tessuto del loro rapporto, celava un'immagine raffinata, era come una rosa che sbocciava in un giardino inesplorato. In principio, i petali si dispiegavano con lentezza, rivelando la bellezza nascosta e la fragranza sottile, ma presto una grandine improvvisa scaturì dal firmamento, minacciando di perforare quei petali effimeri. Tuttavia, quando la tempesta si dileguò e il cielo si acquietò, la rosa cominciò a rinascere, con una forza rinnovata. I suoi petali si schiudevano uno alla volta, svelando una magnificenza ancora più intensa e profonda, plasmata dalle viscere della terra stessa."
"Bramami in Eterno" di Alexander Veridius
Il giovane Widar rimase piacevolmente colpito dalla vivacità del villaggio e dalla peculiarità dei suoi abitanti, ma soprattutto dalla natura affascinante e impenetrabile di Astrid. Quella mattina, le sue emozioni erano divise tra la spensieratezza e la confusione, segnate da momenti felici e altri più complicati. Astrid aveva deciso di chiudersi nel suo silenzio mentre passeggiavano, sebbene a tratti cercassero il reciproco sguardo.
Widar alzò gli occhi al cielo e si rese conto che la loro assenza dal Castello non poteva continuare per molto. Il sole, infatti, era ormai alto nel cielo, e questo indicava che erano stati fuori abbastanza a lungo da rischiare di essere scoperti. Così, Widar raccolse il coraggio e cercò di convincere la ragazza a tornare a casa il prima possibile. Tuttavia, la principessa non era incline a rinchiudersi nuovamente dietro quelle mura e supplicò il compagno di concederle ancora del tempo, svelando che, in fondo, non era arrabbiata con lui per la loro discussione.
"Non hai ancora visto l'esterno! Non possiamo andare via proprio adesso," protestò la fanciulla, fissando il portone principale così vicino e, al tempo stesso, così terribilmente distante.
Widar cercò le parole più adeguate per convincerla a desistere da quell'idea. Non sapeva esattamente cosa dire, ma decise di farlo con delicatezza.
"Lo faremo in un'altra occasione, ma non è il momento giusto. Se restiamo ancora, rischiamo di non poterlo fare in futuro," disse il ragazzo, cercando di afferrare con dolcezza la mano di Astrid, temendo che potesse allontanarsi da lui, come era successo precedentemente.
"Ti prometto che prima o poi ci andremo," continuò a parlare per distogliere la sua attenzione dall'uscita. "Mio padre mi starà sicuramente cercando, non l'ho nemmeno avvisato, sarà preoccupato," disse il giovane, anche se in realtà non stava pensando minimamente a suo padre. Le sue parole si disperdevano nell'aria, ma quando finalmente riuscì a prendere la mano della fanciulla e la strinse delicatamente, l'ansia iniziò a placarsi.
Quel gesto improvviso fece fremere il cuore di Astrid, posò lo sguardo sulle loro mani che trovò inspiegabilmente unite. Nonostante fossero così vicini, in realtà non aveva ascoltato nemmeno una parola uscita dalle labbra di Widar. Rimase immobile, non sapendo cos'altro fare."Va bene, adesso torniamo al castello," esortò il ragazzo con un tono placido, mentre scrutava attento i passanti. Seppur la ragazza fosse fortemente contrariata, quella pacatezza riuscì a sopire tutte le sue energie. Così, non appena Widar iniziò a camminare, i piedi della principessa si mossero meccanicamente, seguendo il suo passo.
Mentre percorrevano la via del ritorno, lo sguardo di Widar incrociò casualmente uno degli edifici della seconda cerchia del villaggio. La sua attenzione venne immediatamente catturata dalla singolarità di una struttura, che si distingueva nettamente dalle umili dimore circostanti.
L'edificio, ancorato tra le case del villaggio, risplendeva di una bellezza insolita. La facciata, di un bianco immacolato, sembrava essere stata realizzata con pregiato legno di betulla. Inoltre, sulla superficie delle pareti esterne erano incisi misteriosi simboli, forse appartenenti a un antico linguaggio a lui sconosciuto. Adiacente all'edificio si estendeva un piccolo giardino popolato da svariate piante. Le loro foglie sfoggiavano colori vibranti, accese come smeraldi, mentre le loro forme si avvolgevano in contorni strani e sinuosi. L'ingresso principale, un massiccio portone di legno, era adornato da intagli raffinati che rappresentavano simboli enigmatici. Uno strano amuleto pendeva dal battente del portone e sembrava adornato da pietre preziose. Ogni particolare della casa emanava un'aura di cura e dedizione.
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{The Witch and The Princess}
FantezieLa donna velata era un mistero per l'intero Regno di Helgard. Le sue apparizioni notturne potevano facilmente essere il frutto dell'immaginazione di qualche uomo ubriaco o essere le fantasie di un bardo troppo ispirato, ma c'era chi supponeva di ave...