16.DREW

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Quindi a Joy piace Sean?

Buona lettura💭



Mi passai una mano tra i capelli sentendo il sudore bagnarmi le dita.
L'unico rumore che sentivo era quella dell'accetta che stavo utilizzando per spezzare i tronchi in pezzi più piccoli.

Il cielo oggi era nuvoloso ma anche se non c'era il sole a riscaldare l'aria sentivo lo stesso il caldo infuocarmi i nervi.
Sapevo con certezza che lui si era incazzato perché questa mattina mi ero rifiutato ad accompagnarlo in città.
Oggi era il mio turno per le provviste ma avevo bisogno di fare altro per sfogare la rabbia che sentivo dentro di me. Ieri Alec ci aveva mollati ed era andato senza obiezioni a caccia e Sean mi aveva rivolto a malapena tre parole nelle ultime quarantotto ore. Una noia, una noia mortale.
Era ritornato tutto come ai vecchi tempi.

Scossi la testa e spinsi l'accetta dall'alto verso il basso mettendoci tutta la forza che avevo per dividere a metà il tronco.

Me ne andrò anche io.
Ovunque sarà meglio di questo posto.
Lo farò nel cuore della notte se non avrò altra scelta.
Forse solo così si renderà conto che questa stupida città non ci darà nessun tipo di futuro.
Non affronterò un altro inverno con loro. Impazzirò.

Presi l'ultimo ciocco di legno e dopodiché rimisi tutto a posto.
Mi passai di nuovo la mano sulla fronte spingendo all'indietro i capelli più lunghi e me ne tornai dentro casa, ma proprio in quell'istante vidi Sean tornare.
Non lo aspettai.

Varcai la soglia togliendomi le scarpe sporche proprio come avevo fatto negli ultimi tempi ricordandomi che tanto non ce n'era più bisogno, nessuno ci avrebbe più fatto caso.
La casa era ritornata ad essere disabitata.

Andai verso il frigo, tirai fuori una bottiglia di birra fredda, feci saltare il tappo e la scolai tutta d'un fiato sentendo il mal di testa aumentare a dismisura.

Sean fece lo stesso, l'avevo sentito entrare ma non mi ero voltato neanche per salutarlo.

Di solito lui non beveva, era quello dei tre che più si dava un controllo, ma le ultime quarantottore erano state letali per tutti e non potevo biasimarlo se voleva affogare la rabbia nell'alcol.

Mi sentivo irrequieto, come se dovessi dare un senso alla mia intera giornata. Facevo più o meno le stesse cose che avevo sempre fatto ma ora c'era qualche bottiglia di birra in più. Dovevo guardare avanti e trovare la mia occasione per scappare da qui.

Sean tirò fuori dalla credenza del pane che doveva almeno avere almeno tre giorni.
Non se ne importò.

Prese dal frigo del prosciutto, si fece un sandwich e lo addentò con furia.
Il mio stomaco si contorse portando alla memoria i suoi piatti quelli che, anche se semplici mi davano la sensazione che noi fossimo una famiglia.

Osservai la smorfia di Sean.

"Fa schifo?" domandai.

"Puoi dirlo forte" mormorò confermando i miei dubbi.

Mi mancava.
Mancava a tutti noi.
Anche ad Alec.
Questa mattina l'avevo incrociato al bagno e prima che tornasse nella sua stanza l'avevo beccato a dare un'occhiata nella direzione della sua camera. Perchè sarebbe stato sempre sua.

Cazzo se mi mancava vederla girovagare per casa con i calzettoni e lo sguardo perso nei suoi pensieri. Mi mancava vederla darsi da fare tra i fornelli, mi mancava sentire la sua obiezione quando la costringevo a vedere quei film di guerra che mi piacevano troppo. Mi piaceva vederla fuori, nella scuderia, a cavallo persino quando la trovavo a fissare a lungo il paesaggio come se i suoi occhi stessero vedendo per la prima volta la cosa più bella al mondo.

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