Avevo un sogno ricorrente, da quasi 12 anni. No, non sono pazzo. Ma ogni mio sogno mi portava a riflettere sulla stessa persona.
Lee Felix.
E solo dai suoi amici, soprannominato Yongbok. E l'ho capito solo nel momento in cui ho visto i suoi amici, i suoi familiari e i suoi professori, chiamarlo solo con quel nome o quelli derivanti da esso.Yongbok
Yongbokie
Bokkie
BokkaryOrmai li ho sentiti tutti.
E dire... che da me si faceva chiamare Felix.Ci conoscemmo esattamente 13 anni fa, al parco davanti alla scuola elementare, dove lui, assieme alla sua famiglia, era appena arrivato in Corea del Sud.
Avevamo 10 anni e non avendo molti amici presi il poco coraggio che avevo per presentarmi a lui.<<Hi, Hyunjin, you?>> già il fatto conoscessi qualcosa di inglese per me era davvero un traguardo... ma lui mi ispirava sicurezza, sincerità, dolcezza.
<<Felix, nice to meet you>> e fu lì, per la prima volta, che vidi il suo sorriso.
Bellissimo, abbagliante e unico sorriso.Quel giorno provammo a parlare, ancora per cinque minuti, finendo con il giocare a guardia e ladro, buttando il primo segno di matita sulla tela.
Io ero la guardia... e lui quel giorno oltre a rubarmi la gomma... rubò anche il mio cuore.Il giorno dopo però tutto cambiò in peggio, alcuni bambini, più popolari nella scuola gli dissero qualcosa di cattivo sul mio conto, chiamandolo per la prima volta con quel nome che non potevo proprio sentire... ma parliamo di 13 anni fa... e allora perché continuo a sognarlo?
Nel corso degli anni finimmo sempre in classe insieme, fino ad oggi, dove frequentiamo la stessa università quinquennale di comunicazione.
Mi è sempre piaciuta l'idea di diventare uno psicologo, o comunque una persona che sa come comunicare, comportarsi o comunque comprendere le persone... e questo perché? Lee Felix.
L'idea di capire qualcosa di più su di lui, di comprendere perché dopo tutti questi anni, dove lui ha sempre saputo chi ero... non si sia mai riavvicinato a me.
E pian piano, questo ha portato ad un mio interesse nei confronti di questa disciplina, a tratti molto intrigante, ma allo stesso tempo complessa.Con il tempo ho preso cura del mio aspetto, di tutto quello che faccio... e ho intrapreso una decisione che fece il giro di tutta la classe vista la mia determinazione.
<<Hwang, cosa vorrà fare una volta finiti gli studi?>> mi domandò cordialmente l'insegnante di quella materia quel giorno.
<<Mi arruolerò il giorno dopo>> tutti sapevano di cosa stessi parlando, e anche gli altri ragazzi coreani si erano concentrati su questa mia affermazione. Non avevo paura, non mi interessava più di tanto, volevo togliermelo di dosso e basta.
E mentre io venivo criticato per questo, restando emarginato dalla parte sociale, lui era dall'altra parte della classe a fare il sociale.Come posso descriverlo... un sole, con tanto di raggi sulle guance, si era da poco tinto i capelli di un argento che non gli stava per niente male, anzi, gli donava particolarmente. Come me, portava i capelli lunghi fino alle spalle, anche se io in quel periodo li avevo accorciati di poco colorandoli di un rosa acceso... li avrei tagliati, era giusto fare le ultime cavolate con essi no?
<<Hwang? Lee?>> ogni volta la stessa storia. Persino nell'elenco eravamo sempre stati vicini, e anche quando dovevamo uscire in fila, soprattutto alle elementari lui era dietro di me.
Quando dovevamo fare le simulazioni anti-incendio lui era sempre accanto a me. A scuola hanno sempre imposto severe regole comportamentali da rispettare e quindi, per suo volere o meno capitavamo sempre vicini.
Notai le nostre altezze cambiare. Da piccolo era poco più alto di me, mentre adesso mi ritrovo ad essere circa una decina di centimetri più alto di lui.
Sembravamo due sconosciuti, che in realtà si conoscevano da molto più tempo di tutti gli altri.
Per un periodo capitammo anche come vicini di banco.
Sembravamo due fratelli.
Avevamo lo stesso taglio, lo stesso colore di capelli, la stessa altezza, l'unica cosa che ci differenziava erano le sue lentiggini.
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Freckles
FanfictionNon pensavo... che lui fosse una persona tanto irraggiungibile, quanto mozzafiato... anche se quella scritta nel nostro destino era una metafora, esattamente come un artista che ammira il suo quadro, ammaliandosi della sua bellezza. ~Hyunlix~ _One s...