Dorare un giglio

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Nel periodo riproduttivo degli yautja, il Clan stazionato nella Galassia di Andromeda aveva reclamato alcune caverne naturali nei vari pianeti abitabili per costruirci gli harem e i Nidi della nascita per proteggere le uova delle femmine da qualsiasi minaccia esterna. E adesso che anche Viper era salito di rango tra i cacciatori aveva il diritto di accesso ad un Nido tutto suo. Nell'ultimo anno si era guadagnato nella Caccia il rango di Adjutant, diventando di fatto il secondo in comando della squadra del Clan a cui apparteneva. Per riuscirci era atterrato sul pianeta Eos e aveva scelto la sua preda: un relictum particolarmente ambito, l'Architetto. Una specie di vermone meccanico gigante a tre code-tentacolo che viveva nel sottosuolo desertico del pianeta. Per stanarlo era riuscito a distruggere il suo guanto uncinato e a danneggiare il suo combi-stick personale. Ma ne era valsa la pena e con la carcassa metallica aveva decorato il Nido, pronto ad essere usato con qualunque femmina lo avesse reputato degno all'accoppiamento.

E fu proprio di fronte alle imponenti fauci spalancate dell'Architetto morto, che torreggiava minaccioso dal soffitto roccioso della caverna, Viper si univa a Nora nell'antico rituale d'unione. Un affronto perverso al loro Codice secondo gli altri yautja, ma Viper non era mai stato incline a seguire rigidamente le regole e le usanze di vecchi Anziani ammuffiti secoli prima di lui. E il pensiero di aver aggiunto la sua ooman al suo harem privato accresceva soltanto il suo ego già fin troppo smisurato. Lei lo voleva. Lui lo voleva. Tutto il resto era niente in confronto a quel singolo momento. Al brivido di piacere che gli scuoteva l'intera colonna vertebrale quando Nora gridava il suo nome come una preghiera a un Dio.

Sotto l'ennesima spinta nel suo grembo caldo e tremante avvertì le mani dell'umana graffiargli le squame delle braccia, i talloni dei suoi piedi stringergli i fianchi e le labbra tremanti gemere ancora una volta per lui. E si sentì a casa, accolto e accettato in ogni sua forma, nei pregi e nei difetti. E questa sensazione nessun'altra femmina gliela avrebbe mai data.

" Viper, sto per...!!! "

La sentì stringersi spasmodica attorno al proprio membro e ogni pensiero razionale volò fuori dalla mente. Combaciavano in modo perfetto nel punto in cui i corpi di entrambi si univano frenetici e sudati. Non c'erano barriere di alcun tipo tra di loro, fisiche o mentali che fossero. I due corpi nudi si muovevano in sintonia, seguendo una litania udibile soltanto ai loro cuori. Potevano avere corpi differenti, ma tutto impallidiva in confronto a quello: non era solo l'urgenza di riprodursi, perché sapeva bene che da lei non sarebbe nata alcuna progenie ibrida, ma era qualcosa di più profondo a legarli. Una voglia viscerale del suo spirito e del suo corpo che lo teneva inchiodato dentro Nora ad ogni stoccata.

E nell'esatto momento in cui lo yautja riversava il proprio seme nel suo ventre bagnato e l'ultimo spasmo di piacere era stato placato, soltanto allora i due diventavano una cosa sola. E quel singolo istante di paradiso Viper lo avrebbe protetto fino all'ultimo respiro.

The last song on this planetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora