La tangenziale per andare a Vallette se la ricordava a menadito. I ricordi affievolirono ma cercò di trattenersi o non sarebbe arrivato lucido. Sapeva che aprire vecchie porte del passato era sbagliato ma non esistevano altre vie. Vide la grossa insegna dell'Area 12 e capì d'essere arrivato. Sviò al primo incrocio e vide il grosso palazzone in cui aveva dormito diverse volte. Parcheggiò la macchina nelle vicinanze, evitando zone troppo rischiose.
Li ce n'erano.
Chiuse la portiera ed attese che Elisa fece lo stesso. Nel viaggio aveva tentato di distrarsi chiedendole della sua relazione con Thomas.
- Dunque le cose tra voi non funzionano?
- Potrebbe definirsi un eufemismo "non funziona"
- Perché? - chiese Nathan per distrarsi.
- Non funziona nulla Nat, in niente. Lui è perennemente distratto, non sopporto la sua totale apatia nei miei confronti. Anche a letto la sua situazione disastrosa - lei aveva bisogno di sostegno.
- Spiegami meglio.
- L'ultima volta siamo stati mezz'ora perché non riusciva a venire. Ho cercato di aiutarlo ma si è rintanato in sé stesso.
- Hai provato a chiedergli perché?
- Si, ma continua a dire che la colpa è sua.
- Ma avrà fatto qualcosa, cioè ci sarà stata una causa scatenante - Nathan e i suoi spiragli di conversazione.
- Cioè?
- Una relazione non cambia dal nulla, perché non indagate su qualche evento che ha modificato il vostro equilibrio.
- Beh - lei riflettè. - Cosa dovrei fare io secondo te?
Lui ci pensò un attimo, ma sapeva già la risposta.
- Lascialo stare per un po' di tempo e vedi qual è la sua reazione.
- So già cosa accadrebbe.
- Cosa?
- Che non mi darebbe alcun segno di vita fino a quando al limite della esasperazione lo inizierei a chiamare - lei era delusa.
- Lo dai per scontato - Sentenziò Nathan. - Anche fosse, significa che non c'è più alcun legame e basta.
- Tu la fai semplice. Io lo amo ancora.
- Lo so. Purtroppo questa è una delle cose che può succedere quando uno dei due smette di amare, l'altro soffre, è inevitabile.
- Già, ma non volevo finisse così - terminò lei amara.
Era conscia che quella relazione fra lei e Thomas non sarebbe durata a lungo ma era complicato accettarlo. Lui l'aveva resa una donna sicura e capace di volersi bene anche nei suoi difetti. Aveva perso quell'ancora a cui si appigliava nei momenti difficili ed ora si trovava nel solito limbo vorticoso della vita. Le mancava quello, stabilità. Sapeva che nessun'altro uomo era bravo come Thomas in quello, ma di lui rimaneva solo un lontano ricordo. Quante volte aveva sperato che quel ruolo lo ricoprisse Nathan, ma guardandolo non le era mai pulsato il cuore, e la cosa sperò fosse reciproca.
I due avevano chiacchierato di argomenti futili, fino ad arrivare a quel momento.
Nathan suonó il citofono, a rispondere fu una voce fioca di una donna
- Chi è?
- Ciao Letizia sono Nathan.
- Oh ma che sorpresa, che ci fai qui?
- Sono venuto a parlare con Carlo.
Lei farneticò qualcosa. - Lo vado a svegliare.
- No tranquilla ci penso io. Salgo con un'amica.
- Va bene - chiuse la comunicazione.
Nathan sapeva cosa voleva dire che Carlo stava dormendo.
Carlo era fatto d'eroina
Aprì il portone, sapendo che un vecchio capitolo della sua vita stava per essere riaperto.