Dafne stava piangendo sul divano in maniera dirrompente. Tennaz ed io le eravamo affianco nel tentativo di consolarla. L'uomo informó gli adulti dell'accaduto in maniera piú dettagliata. Quello che era successo alla mamma di Dafne, Paloma, era un vero e proprio omicidio. Il corpo era stato trovato esanime dopo una violenta pugnalata. Dafne temeva che l'assassino fosse proprio il tipo misterioso che la stava cercando. Ma perché fare una cosa simile? Cosa voleva da sua madre? L'anziano che aveva accompagnato Dafne da noi era un giardiniere e si occupava del giardino di casa Firelight, dove abitava Dafne con la madre. Egli si chiamava Mark O' Neil. Una volta a settimana si recava alla casetta per sistemare e prendersi cura delle piante. La sua casa era poco distante ma diceva di non aver udito niente. Quando si era recato nel pomeriggio a casa Firelight per piantare un salice, avendo le chiavi di casa, era entrato e aveva visto ció che era successo.Immediatamente aveva informato la polizia e chiamato l'ospedale. Pochissimo dopo era arrivata Dafne sconvolta e incredula. Avevo provato a parlarle ma non riusciva a calmarsi. Sia io che Alice eravamo rimaste orfane di padre e di madre però era successo quando eravamo un po' più piccole. Eppure mia madre la ricordavo bene e anche mio padre. Non ne parlavo spesso con mia sorella( perchè Alice per me lo era sul serio),ma c'erano momenti in cui provavo una forte nostalgia.Sapevo cosa stava passando Dafne in quel momento. Alice si scusò un sacco di volte per il commento sgradevole e la fata parve prendere bene e accettare le scuse. Tennaz le propose di passare una notte da loro per non farla sentire sola. Io fui ben invitata e anche Alice, la quale però rifiutò l'invito perchè credeva che la sua presenza non avrebbe giovato alla poveretta. Nel frattempo Mark si sarebbe occupato della casa. Alice sarebbe restata ad aspettare che i nonni si svegliassero,sotto indicazione del medico che era dopo breve dovuto correre da un altro paziente(per fortuna niente di gravoso).Dopo aver posto,ovviamente, le sue più sentite condoglianze.Ovviamente Alex se ne stava in disparte a osservare la scena senza dire una parola,mentre il resto della sua famiglia porgeva condoglianze e tentava in tutti i modi di consolare Dafne. I suoi occhi cominciarono a riprendere un colore naturale solo durante il tragitto verso la casa di Tennaz. Era un buon segno, si stava un po' calmando. Arrivammo che il tramonto segnava già il cielo. Appena arrivammo Alex disse ai suoi:"Sono stanco,non ho voglia di cenare". E detto questo salì le scale per andare al piano superiore. La madre sospirò mentre il padre le metteva una mano sulla spalla:" E' giovane,adolescente,vedrai che questo periodo passerà".
"Non lo so". Intervenne Tennaz." E' così da un bel po' di tempo,sembra apatico".
"Ne abbiamo già discusso,la settimana prossima,che lo voglia o no,gli facciamo fare una visita". Disse la madre porgendo l'ombrella al maggiordomo. Non dissi nulla,sinceramente non mi interessava niente di Alex,almeno non in quel momento,con quello che era successo a Dafne. La cena fu stupenda e vidi che Dafne riuscì a distrarsi un po'. I Coradin erano stati molto cortesi con noi,mangiammo in un ambiente calmo e avvolgente,accogliente,con un'aroma alla vaniglia diffuso in tutta la sala. E il cibo era davvero ottimo. Quando avemmo finito Tennaz ci accompagnò in camera sua dove fecero spostare due letti per me e Dafne. Restammo a parlottare un po',a ridere e scherzare fino a tardi quando la fata ebbe una crisi di pianto. La abbracciai forte,non sapevo bene che parole dirle,ansi ritenevo che non fossero necessarie parole,in quel momento aveva bisogno di tutto l'affetto che le si poteva dare. Dopo questo sconfortante momento ci addormentammo,o meglio Dafne si addormentò tra le dolci carezze di Tennaz che poi crollò e così mi addormentai pure io. Mi destai dopo pochissimo,in realtà,guardando l'orologio era passata mezz'ora,per andare al bagno. Mi alzai quatta quatta e uscii dalla camera in silenzio. Ero già stata diverse volte in quella casa e sapevo che il bagno era in fondo al corridoio e dovevo passare davanti alla stanza di Alex. E fu proprio quando passai davanti alla sua porta che udii un lamento. Mi bloccai. Il suono sembrava smorzato da un cuscino. Poi si fece più intenso,sembrava un urlo disperato con un cuscino davanti alla bocca accompagnato da singhiozzi e proveniva dalla camera di Alex. Non poteva essere lui. Li dentro ci doveva essere qualcun altro per forza, lui non era in grado di provare dolore. Forse era fisico. La cosa mi allarmò. Bussai con forza. " Chi è?". Disse una voce rotta dal pianto. No non poteva essere lui. Provai ad aprire la maniglia per sbirciare ma era chiusa a chiave. Allora risposi:"Sono Carol,ti ho sentito gridare, è successo qualcosa?".
"Ah,tranquilla". Disse lui dall'altra parte riassumendo il suo tono neutro. Eppure c'era un accento strano,un qualcosa che metteva dolore nelle sue parole,un sentimento. Che cosa strana per uno come lui. "Sicuro?Perchè se hai bisogno di qualcosa io sono qui". Formulai con un po' di titubanza. Lui si fece subito dolcissimo e, per come lo conoscevo,mi parve di parlare con un alieno:"Hai una voce bellissima,dimmi qualcos'altro". Cosa? Mi sentii in forte imbarazzo,credetti di arrossire,ma per fortuna era buio e nessuno poteva vedermi il viso nel caso il mio sospetto fosse vero. " AH,Ecco io...cioè non credevo che..."
"Dolcissima,incantevole". Sentii una chiave girare. NON ERA POSSIBILE. Alex Coradin? Aprì la porta,era lui,con gli occhi arrossati e una stanchezza sul volto. E le sue emozioni erano visibili. Nei suoi occhi c'era dolore,angoscia, sorpresa e qualcos'altro che non capivo bene. Con una mano mi accarezzò la guancia:" Bellissima". Sorrise con dolcezza,una dolcezza contaggiosa. Gli occhi gli divennero lucidi. Io ero come impietrita sull'uscio. Lo fissavo con gli occhi sbarrati,senza dire una parola,ma il suo tocco mi era piaciuto,una sacco. " So cosa stai pensando". Disse Alex." So come mi vedi tutti i giorni,se stai a guardarmi". Si interruppe." Mi dispiace per Dafne,un sacco". Le sue emozioni trasparivano nei suoi occhi,il suo corpo reagiva ad esse. "Alex,non ti capisco". Provai a farmi coraggio:" E' la prima volta che ti vedo così e la cosa è un po' insolita".
"Perdonami,non potevo resistere,era più forte di me,tu sei così dolce." Ok,stavo andando un po' in crisi. "Ma scusami",sbraitai:" Prima fai l'apatico di merda e improvvisamente sei così...cioè...sensibile? Non capisco,che ti sta succedendo? Perchè urlavi?".
"Stavo pensando al dolore di Dafne,lo percepito sulla mia pelle e l'ho come fatto mio". Sentivo il bisogno dirrompente di abbracciarlo,non ne sapevo realmente il motivo ma...dovevo. Agii d'impulso e lui mi accolse tra le sue braccia,forti e calde. Mi diede un bacio sulla fronte,pareva amore,ma ciò non mi pareva possibile. Quando ci allontanammo l'uno dall'altra,lui disse:" Resta anche domani sera, quando sorgerà l'alba non sarò più questo,ormai le mie emozioni hanno vinto stasera,non farne parola con nessuno,te ne prego,ti scongiuro!!!". Che ragazzo strano. "Daccordo, ma domani ti voglio dolce così". E gli feci l'occhiolino. "Oh no". Si intristì lui:" Non parlarmi durante il dì,ignorà ciò che di sgradevole potrei dirti e vieni da me dopo il tramonto,ti aspetto sotto il salice del bosco silente". "Daccordo". Dissi io. "Terrò la bocca cucita". Detto questo lo salutai con una gioia immensa nel cuore,andai in bagno e poi tornai in camera a dormire. Lo sognai ma non era un bel sogno. C'era un uomo con un mantello e di fronte a lui Alex che lo insultava e gridava di dolore piegandosi in due. Poi si rialzava ed era come se non fosse successo niente e l'uomo lo fissava con un ghigno. Mi svegliai sudata con i primi raggi del sole. Tennaz e Dafne si alzarono poco dopo di me. " Tutto ok ragazze?"Fece Tennaz sbadigliando. Ripensai al sogno e ad Alex."Più o meno".Risposi.