Capitolo 11

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Zak ha un'occhio nero e mezzo sopracciglio spaccato, fortunatamente, tutto risolvibile in farmacia, dopodiché lo accompagno a casa.
<Zak mi dispiace per quello che ti ha fatto Lukas.> dico davvero dispiaciuta, sentendomi anche in colpa...
<Eva non è colpa tua e poi, ormai la vostra non si può più chiamare relazione, quindi secondo me non l'hai tradito affatto>
<ok Zak, scusami ancora ma non ho voglia di parlarne, ora vado ci sentiamo stasera, riprenditi>.
Intanto che vado via da casa di Zak mi accordo con Emma e Tamara per vederci al nostro posto, non molto distante dal Diaz.
Arrivo per prima come sempre...
Aspetto seduta su una panchina, interminabili minuti.

Finalmente le vedo arrivare, iniziamo subito a parlare della situazione, cercando qualche soluzione
Ovviamente ci organizziamo anche per la sera stessa, andremo al diaz con gli altri e spero di non vedere lukas anche se, sarà impossibile.

Arriva la sera, siamo tutti riuniti ma Lukas non c'è..
chiedo informazioni su di lui e mi dicono che sta partendo per la Sicilia.
Sempre più sconvolta, cerco di chiamarlo ma non è raggiungibile ed ecco un'altra batosta... ma ormai ci sono abituata.
Passano i giorni e lui non si fa sentire minimamente.
Un po' è un sollievo, ma non so perché mi sento triste.

È passato un mese, lukas è tornato.
saluta tutti e pure la sua migliore amica del cazzo, (troia) e a me no..
Lo prendo in disparte e ci parlo a lungo, riusciamo a trovare un accordo e ritorniamo come prima, insieme.

Continuiamo a fare la vita di sempre, con gli stessi amici ma Lukas ha iniziato a drogarsi e a bere.
Per un periodo faccio finta di niente, ovviamente lui se ne approfitta e fa quello che gli pare, non mi piace per un cazzo questa situazione.
Diventa sempre più aggressivo... ma cerco di obbedire per tenerlo buono.

È sabato, stasera non potrò stare con Lukas perché ho un compleanno quindi ceniamo insieme e poi verso le 23:00 viene a prendermi mio padre.
Dopo aver cenato, Lu esce di casa e va a comprarsi una bottiglia di limoncello, ovviamente iniziamo a litigare e lui inizia a bere, quasi mezza bottiglia in nemmeno mezz'ora.
In tutto questo siamo arrivati fuori dal bar vicino all'oratorio, ricominciamo a litigare perché Lukas vuole andare a ballare ed io non voglio che lui vada da solo e quindi inizia a picchiarmi.
Mi afferra per il collo e mi attacca al muro, inizia col tirarmi degli schiaffoni in faccia, poi mi lancia per terra e mi prende a calci.
Uno dietro l'altro senza fermarsi, sparsi ovunque cerco di comparirmi il volto e di alzarmi, ma continua imperterrito.
Ormai sono bloccata a terra da un po', continuo a sentire i calci ovunque, dritti nelle costole, quando ad un certo punto si ferma e si allontana qualche metro.
Finisce la bottiglia di limoncello, si riavvicina, mi prende il viso tra le mani, mi sussurra qualcosa all'orecchio e poi mi da un pugno  in pancia, e se ne va.

Tutte le persone del bar vengono ad aiutarmi, mi chiedono cosa possono fare, se voglio chiamare i carabinieri o l'ambulanza, ma rifiuto e chiedo solo di chiamare i miei genitori.
Nel frattempo bevo un bicchiere d'acqua, offerto da loro, aspetto ancora qualche minuto per alzarmi, dopodiché mi dirigo verso casa di quel pezzo di merda.
Zoppicante e distrutta arrivo e busso alla porta, mi apre sua madre che nel vedermi in quelle condizioni rimane spiazzata.
<tuo figlio, quel malato animale di merda, mi stava ammazzando di botte! Mi ha afferrata per il collo e riempita di calci.>
<bugiarda, mio figlio ti ama e non ti toccherebbe mai e poi dove sono i segni delle mani al collo o dei calci? Se insinui che ti ha picchiata dovresti avere dei segni o sbaglio? >
Non rispondo, entro in casa e mi dirigo verso il bagno, mi chiudo a chiave e chiamo mia mamma al telefono per sentire dove fosse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2023 ⏰

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