~HJÖRTUR~
Il portatore di Tenebris mi aveva ordinato di scatenare la furia del cielo su Los Angeles e in particolare il quartiere di Hollywood e io non avevo altra scelta se non obbedire.
Non ne conoscevo la ragione. Helvíti, non mi avevano mai neppure spiegato come potesse quel dannato affare vincolarmi al volere del suo possessore o chi gli avesse trovato quel ridicolo nome. Lui ordinava, il mio corpo e la mia elettricità eseguivano.
Io non ero tenuto a porre domande.
Sorvolai la città intera, memorizzando i punti meno trafficati e piú iconici da distruggere, affinché il Padrone fosse soddisfatto. O cosí mi ripetevo, per placare l'energia oscura che mi aggravava sulla mente, a causa della mia esitazione.
Con il passare dei minuti, realizzai che non c'era molto che potessi pianificare per limitare le vittime. Il Padrone non aveva mai scelto una città tanto affollata e iconica.Con l'anima pesante, scelsi di prendermi un momento per abbeverarmi della sua bellezza, sperando di trarne forza per esitare. Assunsi forma umana con un enorme sforzo di volontà, conscio che stavo solamente rimandando l'inevitabile, e mi appoggiai alla balaustra del tetto di un grattacielo.
Il cielo terso era conteso tra sfumature arancio-violacee e l'avanzare della notte. Dalla solitudine del tetto di un grattacielo, osservavo il panorama che si estendeva ai miei piedi: una vibrante combinazione di elementi naturali e urbani...
Potevo quasi percepire le vite vissute al massimo degli umani che ci abitavano. La musica proveniente dai club e dai bar raggiungeva le mie orecchie, mescolandosi con le risate e i rumori della folla. Non che loro meritassero la mia pietà, ma io non ero un assassino. In lontananza, il sole era calato da ore sull'Oceano Pacifico, le cui onde si infrangevano su ampie distese di sabbia dorata. Ecco, qualcosa che non sarei riuscito a rovinare.
Forse avrei potuto deviare i fulmini più potenti in direzione delle sconfinate aree verdi e ai parchi?
Un'idea guizzò, nel notare i luminescenti cartelloni che caratterizzavano Hollywood Boulevard. Percepivo la loro elettricità, sarebbe stato semplice mirare ad essi "per sbaglio", invece che a un incalcolabile numero di ristoranti e club notturni, attorno ai quali si accalcavano umani vestiti alla moda. Anche gli edifici storici e i grattacieli più famosi avrebbero fatto al caso mio.
"Sonnellino pomeridiano, schiavo?"
Quel bastardo... un giorno o l'altro avrei danzato sulle ceneri del proprietario della voce che mi echeggiava nelle tempie. Non ero un gran ballerino, ma calpestarle mi avrebbe dato la medesima soddisfazione."No, padrone." Mi forzai a rispondere, fissando le mie nocche sbiancate attorno alla balaustra.
"Allora spiegami, cosa staresti facendo di più importante dell'eseguire gli ordini? Ho promesso al governo americano e a un paio di altri individui uno spettacolo, se si fossero scordati di ottemperare alle mie richieste. So che sei arrabbiato, schiavo."
Non aveva idea di quanto. Odiavo quella voce, odiavo le catene invisibili della mia cattività, odiavo l'idea di essere nelle mani di un insulso mortale.
Una risatina priva di calore mi suscitò un fremito."Usa questa rabbia. Abbandonati ad essa e non pensare affatto. Non sei nato per decidere chi vive e chi muore: lo farò io al tuo posto."
Maledetto... mi stava togliendo persino la possibilità di limitare i danni.
Mi diramai nella tempesta, prendendo, richiamando a me l'ira che mi consumava da decenni e comandando ai nembi di radunarsi. L'energia potenziale si accumulava, pronta ad esplodere in centinaia di saette.
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TENEBRIS - Il canto della Luna
FantasiUn fulmine che vede strapparsi il proprio destino e, imprigionato in un corpo umano, dovrà lottare per la libertà. Una veggente che prevede un terribile futuro, nel quale un potere non ben specificato cadrà nelle mani di una potente organizzazione...