5_Untitled part

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Mangiammo da Nando's.

Scherzammo col cibo e ridemmo fino alle lacrime. Mi raccontò delle sue origini irlandesi e io gli spiegai un po' la mia vita.

Finito di mangiare ci dirigemmo ancora una volta verso il parco dove ci sedemmo sotto un albero.

Era un momento bellissimo, nessun rumore della città, solo il cinguettio degli uccellini e il fruscio del vento tra le fronde degli alberi.

Restammo a guardare per un tempo indeterminato le nuvole che cambiavano forma e dimensione.

... Non saprei dire dire quanto tempo fosse passato...

«Ti devi fare ancora perdonare per l'infarto che mi hai fatto prendere prima.» disse a un certo punto ridendo, interrompendo quel piccolo angolo di paradiso.

«So già come fare...» e risposi io spostandosi sulle ginocchia e portandomi una mano tra i capelli spostandoli leggermente di lato.

Mi appoggiai con la schiena contro il tronco dell'albero mentre lui mi guardava perplesso.

Gli feci segno di avvicinarsi anche se sapevo che avrebbe protestato, invece rimasi sorpresa quando lo vidi ubbidire senza obbiettare.

mi chiese che intenzioni avessi.

«Tu vieni qui davanti rivolgendomi le spalle.» dissi gesticolando.

Lui eseguí i miei ordini, ma ancora non aveva capito ciò che avevo intenzione di fare.

Quando fu abbastanza vicino gli appoggiai le mani sulle spalle e lentamente disegnai dei cerchi invisibili con i pollici ... iniziai quindi a  massaggiargli la schiena.

Rise divertito.

«Nessuno mi aveva mai fatto dei massaggi per scusarsi.» ammise continuando a ridere.

«Ma non sono così brava, quindi non vale... dovrò trovare altro cibo per scusarmi come si deve.»

«Stai scherzando vero. -si rimise a ridere- sei btavissima e devo dire che è un ottimo modo per scusarsi.» concluse poi.

Restammo per un po' in silenzio, poi decisi che quel silenzio stava diventando troppo snervante.

Dovevo trovare qualcosa da dite... qualsiasi cosa.

«Ti piace? »chiesi quindi.

"Stupida stupida stupida, qualcosa di più intelligente no?!"

«Eccome... È rilassante.» rispose subito lui con tono leggero, spazzando completamente via i miei pensieri.

Lo vidi, cambiò in un attimo, dal bianco al nero...  si fece serio.

«Tutto ok?» lui mi rispose semplicemente che stava pensando che non aveva mai avuto un'amica come me.

«Ma piantala. - iniziai a scherzare io.- Bello come sei avrai un mucchio di ragazze.»

Lui fece un piccolo sorriso, ma era un sorriso spento.

Poi mi guardò.

«Sinceramente l'ultima è stata in quarta elementare... Ma lei mi mollò dopo due settimane per uno di quinta. - rise amaramente abbassando lo sguardo.- Ma comunque grazie del complimento.»

Riportò lo sguardo su di me e sorrise ancora, facendo sorridere anche me.

«Se devo dire la verità neanche io ho mai avuto un amico come te, Voglio dire, non mi sono mai divertita così tanto con nessuno, a parte mi fratello, ma lui non fa testo...» confessai.

Perchè non mi guardi negli occhi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora